Baldassare Gucciardi: "Rimodulazione pronta per la rete ospedaliera" - QdS

Baldassare Gucciardi: “Rimodulazione pronta per la rete ospedaliera”

Francesco Sanfilippo

Baldassare Gucciardi: “Rimodulazione pronta per la rete ospedaliera”

giovedì 26 Maggio 2016

Forum con Baldassare Gucciardi, Assessore Regionale alla Salute

A che punto è il concorso per coprire gli otto mila posti vacanti in questo momento presenti nella nostra Regione?
“L’emergenza in sanità è la mancanza di posti dopo lunghi anni di blocco delle assunzioni, per cui c’è la necessità di completare la dotazione di personale socio-sanitario sia negli ospedali sia nei servizi territoriali. Non è un caso che dal giorno dell’insediamento il mio assessorato si sia dedicato a questo problema, preparando immediatamente il primo decreto dove si dettavano le linee-guida degli atti aziendali. Poi, sono state emanate le linee-guida sulle dotazioni organiche delle aziende. Occorre tenere conto, in realtà, del decreto Balduzzi, che ha bloccato tutti i concorsi in Italia in ambito sanitario finché le Regioni non rimodulassero le proprie spese. Nel giugno del 2015, è intervenuto il decreto Lorenzin che stabilisce le modalità con cui il Balduzzi va applicato. Si sta lavorando in assoluta collaborazione con il ministero della Salute, per cui non ci sono stati blocchi da nessuna parte, ma si stanno seguendo le procedure. Per accelerare al massimo, i direttori sanitari hanno lavorato anche ad agosto 2015 per far approvare alla Giunta regionale la dotazione delle piante organiche delle ultime tre aziende mancanti. Queste erano l’Asp di Palermo, quella di Catania e l’Ospedale Papardo di Messina. Le procedure dipendono, però, dalla legislazione nazionale e non più dall’Assessorato regionale, per cui, pur rispettando i tempi, occorre attendere gli adempimenti pretesi dallo Stato. Il primo passaggio in questa fase è la verifica di eventuali esuberi nel personale, per cui occorreva aspettare le 17 piante organiche. Avute queste, il secondo passaggio è l’uso delle graduatorie vecchie esistenti per attivare le mobilità così da abbattere il precariato e di recuperare personale che, intanto, si è trasferito altrove. Poi, il terzo passaggio consisterà nello stabilizzare il personale socio-sanitario che dal 2013 presta servizio. Infine, si passerà alle assunzioni del personale ancora mancante. Con il completamento dei reparti, potremo abbattere le liste d’attesa ancora troppo lunghe”.
Tutti questi passaggi sono concordati col Ministero?
“Con i dirigenti del Ministero si stanno facendo delle riunioni, dove stiamo elaborando alcune indicazioni per il 31 dicembre 2017, entro cui dovranno essere espletate le ultime disposizioni del decreto Balduzzi. Abbiamo consegnato il nostro cronoprogramma al Ministero e sto preparando i decreti riguardanti le disposizioni concordate. Si aspettano le verifiche sugli eventuali esuberi per poi procedere alle prime assunzioni in estate, salvo impedimenti”.
La direttiva europea riguardante i turni di servizio negli ospedali che è entrata in vigore a novembre, ha attivato questo processo?
“No, le procedure erano già in corso, semmai questa direttiva ha velocizzato ancor di più i tempi, poiché gli ospedali sono in gravi difficoltà per i turni che non coprono più le esigenze esistenti. In Sicilia, la buona intesa con i medici ci ha permesso di andare avanti in attesa delle assunzioni”.
La rimodulazione della rete ospedaliera siciliana, che comprende 14 ospedali più i tre policlinici, è quindi pronta?
“Sì, la rimodulazione è pronta e sono state abbattute circa 150 unità complesse di cui molte non erano neanche coperte. I Policlinici universitari rientrano in questa logica senza più le peculiarità del passato, poiché l’ottica è cambiata, pur restando ancora centri formativi e di ricerca scientifica primaria. Oggi, il Ministero insiste in una sintesi tra assistenza e ricerca, per cui esistono centri di ricerca che non sono universitari, come il centro ricerche per medullolesi e l’Ismett, e si chiede di portare la ricerca anche al di fuori dell’Università stessa”.
La Regione Sicilia può potenziare l’Ismett?
“L’Ismett è per il 55% a capitale pubblico ed è un’eccellenza non solo siciliana, ma europea. Tuttavia, l’Ismett è il vertice di una piramide rovesciata che potenzia con i suoi medici preparati anche gli altri reparti ospedalieri pubblici”.

Che cosa state facendo nell’ambito della prevenzione delle malattie cronico-degenerative e oncologiche?
“Esiste un’insufficienza nel campo della prevenzione e della riabilitazione. Perciò, nell’ambito della prevenzione, si stanno facendo degli investimenti importanti e due mesi fa è stato adottato l’ultimo piano di prevenzione, che è innovativo. Infatti, oltre alla diagnosi precoce dei tumori, si è dedicata una forte attenzione alle vecchie e nuove dipendenze riconosciute dallo Stato come le ludopatie. A tal punto la situazione è grave che lo Stato ha trasferito 8 milioni di euro, quattro nel 2015 e altri quattro nel 2016, per combattere le ludopatie. Infine, è previsto un uso massiccio degli screening anti tumori, mente un capitolo è stato dedicato agli incidenti domestici. Nel caso della riabilitazione, occorrono cure diffuse e di alto livello, per cui entro 12 mesi la rete dei centri riabilitativi sarà triplicata, abbattendo l’emigrazione sanitaria definita mobilità passiva verso le altre regioni”.
L’Aifa lamenta un aumento del 2% nel caso della spesa farmaceutica in Sicilia?
“Il dato ufficiale dell’Aifa del 2015 indica che la Regione Sicilia ha abbattuto la spesa farmaceutica del 6,5% di fronte ad una media nazionale dell’1,2%, portando i risparmi in tre anni a 150 milioni. C’è un incremento che riguarda tutte le Regioni e che concerne l’introduzione dei nuovi farmaci antiblastici e anti epatite nei Lea che si stanno rivelando molto efficaci, pur essendo molto costosi, tanto che la Sicilia ha speso, da sola, 110 milioni di euro”. 

Le eccellenze oggi presenti in Sicilia possono eliminare la mobilità passiva di chi si cura nelle altre regioni, attirando anche utenti di altre parti d’Italia?
“Tra il 2010 e il 2011 la mobilità passiva è diminuita del 50%, risparmiando 150 milioni su 300, per cui stiamo lavorando per abbattere ancora questa cifra”.
Dal punto di vista dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) e da quello finanziario, la Sicilia è ancora in condizioni precarie?
“Dopo la verifica con il ministero della Salute e con quello delle Finanze, siamo risultati la nona regione d’Italia per l’erogazione dei Lea ospedalieri, ottenendo ben 170 punti davanti a regioni del Centro-Nord come il Lazio per qualità delle cure. Inoltre, il ministero della Salute ci ha comunicato che ha concesso il primo stralcio del finanziamento per l’innovazione tecnologica e dell’adeguamento delle strutture sanitarie, pari a 167 milioni. Questo ci permetterà di realizzare degli interventi nelle strutture sanitarie che sono assolutamente necessarie. Una seconda trance di 360 milioni sarà disponibile non appena le condizioni finanziarie dello Stato lo permetteranno nel 2017. Infine, la Sicilia che era considerata una regione canaglia nel 2008, ha ottenuto 29 milioni e 100 mila euro di avanzo nel 2014. Ciò dimostra che la strada intrapresa è stata quella giusta, per cui, oggi, le risorse risparmiate sono reinvestite in altri settori ancora deboli. Questi, però, sono punti di partenza, poiché permangono diverse criticità come le liste d’attesa. Inoltre, stiamo promuovendo la tolleranza zero nei confronti dei comportamenti scorretti e degli errori. Non si può permettere di rendere vano il lavoro della stragrande maggioranza degli operatori che lavora in silenzio con grande abnegazione”.

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