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Palermo – Nuova tegola per il Comune, ora si teme il caos negli uffici

Gaspare Ingargiola

Palermo – Nuova tegola per il Comune, ora si teme il caos negli uffici

giovedì 26 Maggio 2016

Il Tar ha annullato la nomina di Graziella Pitrolo come dirigente della Pianificazione Urbana e Territoriale. Dubbi anche sulla nota con cui il sindaco Orlando indicava altri funzionari

PALERMO – Nuova bufera sul Comune e anche stavolta, come per la Ztl, a scatenarla è un giudizio del Tar, che ha annullato la nomina di Graziella Pitrolo quale dirigente per la Pianificazione Urbana e Territoriale accogliendo il ricorso di Vincenzo Polizzi, ex capo area di Urbanistica.
La nomina di Pitrolo era stata effettuata poco meno di un anno fa dal sindaco Leoluca Orlando nell’ambito di una selezione di 14 dirigenti tecnici – 13 interni e uno esterno – con contratto a tempo determinato di un anno per colmare alcuni vuoti nella pianta organica: basti pensare che ad un certo punto il Comune si era ritrovato con un solo dirigente tecnico autorizzato a firmare tutti i progetti, con conseguenti e inevitabili ritardi sui procedimenti burocratici.
Polizzi ha partecipato alla selezione ma alla fine è stata preferita Pitrolo. Per i giudici amministrativi però l’Amministrazione non ha motivato la scelta in maniera adeguata. Non finisce qui: i grattacapi per piazza Pretoria potrebbero allargarsi perché il Tar ha annullato anche la nota con la quale il sindaco ha indicato gli altri funzionari da mettere sotto contratto per dodici mesi. Ciò significa che anche loro potrebbero essere a rischio decadenza. Da Palazzo delle Aquile si sono limitati a specificare che “gli incarichi degli altri 13 dirigenti non sono a rischio”. Possibile l’appello al Cga.
Il punto però è un altro: dato che i contratti scadranno a settembre e che i concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato non sono ancora partiti, c’è il rischio che fra qualche mese tutto torni come prima e che un solo dirigente tecnico debba sobbarcarsi un’enorme mole di lavoro, bloccando nuovamente gli uffici. A sollevare il caso per primo, all’epoca, era stato il Movimento 5 stelle, che aveva presentato un’interrogazione parlamentare e un esposto in Procura.
“La legge – ha affermato il deputato alla Camera Riccardo Nuti – stabilisce precisi divieti al conferimento di incarichi dirigenziali negli enti locali, come l’Autorità nazionale anticorruzione ha ribadito con propria recente delibera: tra questi, vi è il divieto di conferimento rivolto a chi ricopre, o ha ricoperto nell’ultimo anno, cariche amministrative nelle società partecipate locali”. Per i pentastellati sarebbero illegittime le nomine a dirigente di Mario Li Castri, capo area tecnica di Infrastrutture ma attualmente anche amministratore unico della partecipata Energy Auditing e in passato nel consiglio di amministrazione di Amg Energia; di Antonino Rera, dirigente dell’ufficio economato ma in passato membro del consiglio di amministrazione di Amg Energia; e di Giuseppe Monteleone, dirigente del Suap ma in passato membro del consiglio di amministrazione di Amap.
Sempre secondo il M5s, sarebbero a rischio illegittimità anche due incarichi equiparati a quelli dirigenziali, conferiti dal sindaco all’interno del proprio staff di gabinetto, a soggetti che tutt’oggi ricoprono cariche amministrative di vertice in società partecipate: Diego Bellia, nel consiglio di amministrazione di Amat, e Fabio Giambrone, presidente della Gesap”. I grillini hanno inviato le carte all’Anac, depositato un’interrogazione ai ministri dell’Interno Angelino Alfano e della Pubblica Amministrazione Marianna Madia e inviato un esposto alla Procura di Palermo e una segnalazione al prefetto del capoluogo siciliano. “Recentemente – ha raccontato Nuti – il Tar pugliese si è espresso su un caso simile, stabilendo che sono nulle le selezioni per dirigenti ove il sindaco ha un forte potere decisionale discrezionale, in quanto contrarie all’articolo 97 della Costituzione, che prevede l’accesso tramite concorso pubblico nelle pubbliche amministrazioni, esattamente come nel caso del Comune di Palermo, dove Orlando ha personalmente scelto i candidati”.
“Se gli incarichi dati ai dirigenti dovessero essere dichiarati inconferibili – ha concluso il deputato – gli atti da loro firmati diverrebbero nulli e lo stesso sindaco Orlando rischierebbe, così come altri casi simili, anche tre mesi di sospensione dall’effettuare altre nomine. La sentenza del Tar è un segno che le accuse fatte dal M5s sono fondate e serie e che l’Amministrazione di Palermo non può permettersi di infischiarsene di qualsiasi regola”.
Anche per Filippo Occhipinti, capogruppo dei Comitati Civici in Consiglio comunale, c’è il rischio di “una paralisi dell’intero Comune. Speriamo si trovi una soluzione immediata per evitare l’ennesimo flop, la città ha mille emergenze, anche se già nel dicembre del 2014 avevamo denunciato le anomalie di questa procedura con cui Palermo è tornata nel Medio Evo con il sindaco che sceglie vassalli e valvassori. Il Tar conferma i dubbi che avevamo sui criteri di selezione, il concorso per titoli sarebbe stato più trasparente anziché far scegliere solo il primo cittadino”.

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