Pa, gigantesco fallimento nella gestione di risorse - QdS

Pa, gigantesco fallimento nella gestione di risorse

redazione

Pa, gigantesco fallimento nella gestione di risorse

venerdì 27 Maggio 2016

Così il ministro dell’Economia Padoan, intervenuto al Forum Pa 2016

ROMA – Ieri mattina un gruppo di attivisti della “Rete DecideRoma” e dell’Usb ha fatto irruzione nella sala dove si stava svolgendo un dibattito sulla cosiddetta valorizzazione degli asset pubblici all’interno del Forum sulla Pubblica amministrazione 2016, per ribadire il “no” al rilancio dei processi di privatizzazione.
La protesta, alla presenza del ministro dell’Economia Padoan, hanno spiegato gli attivisti, ha voluto “denunciare con forza i reali obiettivi della Riforma della Pubblica amministrazione, conosciuta come legge Madia, la quale attraverso il combinato disposto di due decreti attuativi, quello sulle società partecipate e quello sui servizi pubblici locali, intende imporre la privatizzazione di tutti i servizi a rete, dall’acqua all’energia, dai rifiuti al trasporto pubblico locale, espropriando gli enti locali e le comunità territoriali di ogni facoltà nel determinare l’articolazione territoriale dei servizi e le politiche tariffarie”.
Gli attivisti hanno esposto uno striscione con su scritto “Per ripartire dai territori, garantire i servizi pubblici e i diritti”.
Nonostante gli attimi di tensione, Padoan è riuscito comunque a portare a termine il suo discorso: “La Pubblica amministrazione può essere elemento di stimolo alla innovazione, pensiamo come esempio alla fatturazione elettronica. La Pa può diventare fattore di crescita grazie all’economia digitale”. Il ministro ha inoltre ricordato come a livello internazionale da una parte la “Pa adotti delle Best practice, che vanno generalizzate, ma c’è anche un gigantesco fallimento nella gestione delle risorse. La riforma della Pa è fondamentale nell’agenda di governo”. “Quello che abbiamo ottenuto a livello internazionale è dipeso dai risultati che abbiamo prodotto – ha continuato Padoan in riferimento all’esito positivo del negoziato con la Commissione Ue in termini di finanza pubblica e rispetto delle regole Ue. “Dobbiamo essere i primi della classe anche nella Pubblica amministrazione”.
Sharing economy e Pa è stato infatti il tema centrale dell’incontro: “Dobbiamo dare alle pubbliche amministrazioni la possibilità di usare gli strumenti dell`economia collaborativa per creare servizi al cittadino, sfruttando la condivisione di beni e servizi che la Pa ha già in essere e che può condividere con altri comuni o cittadini”. Così Ivan Catalano (M5s), tra i firmatari della proposta di legge sulla sharing economy, intervenuto al Tavolo di lavoro sulla Pa collaborativa a ForumPa 2016. L’incontro è stato il primo momento discussione sull’articolo della legge riguardante l’applicazione dell’economia collaborativa nella pubblica amministrazione: esperti, tecnici, amministratori e operatori della sharing economy si sono confrontati al Forum per dare indicazioni utili al legislatore.
A raccogliere i contributi, insieme a Catalano, Veronica Tentori (Pd), prima firmataria della proposta di legge, aperta alla consultazione pubblica fino al prossimo 30 maggio. “Sulla Pubblica amministrazione abbiamo lasciato la norma aperta proprio per avere lo spazio di ascoltare gli enti locali e trovare con loro lo strumento adatto, snello, flessibile e veloce che potesse non creare intoppi burocratici e rendere i comuni il più liberi possibile di condividere beni e servizi, a beneficio dei cittadini ma anche dei pubblici dipendenti”.
 
Molti gli spunti emersi: dalla richiestissima formazione, collegata alle opportunità esponenziali offerte dalla piattaforme peer-to- peer alla necessità di rivedere i processi di recruitment all’interno della PA, fino all`urgenza di individuare strumenti normativi più semplici delle Convenzioni in collegamento con l`immediatezza dello strumento “piattaforma”. Le parole chiave sono: semplificazione, standard tecnologici e normativi per la condivisione , attenzione e valorizzazione delle risorse umane che lavorano con approccio sharing; sviluppo di strumenti tecnologici, attenzione alle aree interne e ai piccoli comuni.

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