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Catania – I vertici della Sac mandano messaggi di pace a Crocetta

Melania Tanteri

Catania – I vertici della Sac mandano messaggi di pace a Crocetta

martedì 07 Giugno 2016

Bonura e Mancini: Borsa o no c’è l’esigenza di capitalizzare la società di gestione aeroportuale. “Legittime le scelte fatte dai commissari, ma servono misure alternative”

CATANIA – Un confronto urgente per comprendere quali scenari si aprano per l’aeroporto etneo e per la sua gestione. Questo lo scopo della conferenza stampa indetta ieri mattina dalla Sac, la società che gestisce lo scalo Fontanarossa, dopo la decisione dell’assemblea di sospendere la quotazione in Borsa precedentemente deliberata.
A parlare ai giornalisti sia il presidente Sac, Salvatore Bonura, che l’amministratore delegato Gaetano Mancini. “L’appello è al senso di responsabilità da parte di tutti – ha affermato Bonura – dal momento che l’aeroporto è un’infrastruttura che appartiene al territorio e garantisce la connettività al resto del Paese e con il mondo. Per questo, l’interesse di tutti deve essere quello di difendere l’infrastruttura e, nel contempo, assicurarne lo sviluppo”.
Da questo punto di vista, lo stop alla quotazione a Piazza Affari avrebbe creato un problema. “Se non si individuano subito soluzioni alternative – ha proseguito il presidente Sac – si rischia di compromettere gli impegni che abbiamo assunto nel momento in cui abbiamo sottoscritto la convenzione con l’Enac”.
Nello specifico, occorrerà approfondire la questione della provvista finanziaria della società di gestione, impegnata a dare concretezza a quel piano degli investimenti (approvato dall’Enac e correlato alla concessione quarantennale) finalizzato a potenziare i servizi dello scalo, per rispondere alla domanda di mobilità di un’intera comunità e garantire lo sviluppo economico del territorio.
“Le scelte fatte, in piena legittimità, dai commissari nominati dal presidente della Regione – ha proseguito Mancini – richiedono l’individuazione di misure alternative da definire con urgenza, pena il rischio di compromettere seriamente la società. Nessuno può responsabilmente tirarsi indietro di fronte ai destini della più grande infrastruttura dell’isola, al servizio di 3,5 milioni di siciliani e di 7,3 milioni di passeggeri che vi transitano ogni anno”.
Qualsiasi decisione diversa dalla quotazione, dunque, va bene al management Sac che chiede però tempi certi e soluzioni chiare. “La questione fondamentale – hanno proseguito Bonura e Mancini – non è la scelta tra Borsa oppure operatori specializzati, ma l’esigenza di capitalizzazione”.
La capitalizzazione, qualunque sia la procedura per ottenerla, deve essere effettuata in tempi compatibili. Avendo oggi a disposizione solo 60 milioni di euro a fronte dei 165 necessari, si rischia di arrivare con la società in asfissia finanziaria al momento della vendita. E la legge del mercato è spietata: se si vende nel momento del bisogno, il valore del bene si abbassa. “In quel caso sì che si svenderebbe Sac”, hanno aggiunto Bonura e Mancini, che hanno concluso: “Siccome siamo certi della buona fede di tutti, riteniamo sia necessario aprire con urgenza un tavolo di confronto, che permetta di trovare decisioni che diano certezze sul futuro della società e dei lavoratori”.
Nel corso della conferenza stampa, è stata fatta una vera e propria radiografia della Sac, illustrando i dati (riferiti a valore della produzione, produttività, redditività, traffico, situazione finanziaria) sui mutamenti intercorsi dal 2008 a oggi, che dimostrano come non sia affatto vero che una società pubblica debba necessariamente essere in perdita. Il che, comunque, non significa che non sia necessario un percorso di privatizzazione.

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