Renzi agli eletti: "Max due mandati" - QdS

Renzi agli eletti: “Max due mandati”

Carlo Alberto Tregua

Renzi agli eletti: “Max due mandati”

giovedì 09 Giugno 2016

Parlamentari e consiglieri regionali

La prima tornata elettorale per le elezioni dei 1.342 sindaci e altrettanti consigli comunali ha comunicato un dato impressionante: 77.000 candidati alla seggiola di consigliere che dà diritto ad indennità, gettoni ed altre gratifiche, cioè un vero e proprio posto di lavoro assicurato per cinque anni; e poi, si confida in un rinnovo.
Si tratta dei professionisti della politica i quali, della stessa, hanno fatto un mestiere sporcandone la nobiltà, gente che non ha mai fatto altro nella propria vita professionale ma che ha sempre vissuto come parassita.
La classe politica di quest’ultimo trentennio è esattamente l’opposto di quella del precedente quarantennio della Repubblica quando, deputati e senatori viaggiavano in treno, a spese proprie, e alloggiavano presso amici perché le indennità parlamentari erano molto basse.
Al ricevimento nei giardini del Quirinale dell’1 giugno, ho visto tante cariatidi politiche che ancora rivestono ruoli istituzionali dopo trent’anni. Pensavo ad una Pivetti, ad un Bertinotti, a Fini, che ancora sono foraggiati da noi, viaggiano a nostre spese ed hanno la scorta!

In questo primo turno di elezioni comunali va registrata la disaffezione del 38% degli aventi diritto al voto, che non sono andati alle urne. Ma non è questo che conta: conta che dal 62% dei votanti, è pervenuta una sorta di disgusto per gli apparati di centro, di destra e di sinistra, ed un’indicazione precisa verso un unico movimento fresco fatto di giovani, anche impreparati ed incompetenti, ma che hanno portato una ventata di novità nelle istituzioni.
Nei pochi minuti in cui ho scambiato poche frasi con Matteo Renzi,  nei giardini del Quirinale, ho avvertito una sua preoccupazione per questa disaffezione. Poi, però, mi sono ricordato che egli ha messo in campo, annunziandola, l’intenzione di un’iniziativa salutare: fare approvare dalla sua maggioranza una legge con la quale i parlamentari, i consiglieri regionali e comunali, non possano prolungare la loro attività oltre due mandati, così come avviene per l’incarico di sindaco e, come accade a livello internazionale, per il Presidente degli Stati Uniti.
Questa legge, se approvata, darebbe un taglio netto al professionismo della politica e consentirebbe un rinnovamento normale ogni due mandati, cioè ogni dieci anni.
 

A Benevento è arrivato primo per il ballottaggio un giovane politico di settant’anni: Clemente Mastella. A Roma, si direbbe ‘A rieccolo. Imperturbabile, tignoso come sempre, ha dichiarato di avere raccolto l’affetto dei suoi concittadini, che sarebbero quelli di Maddaloni. Ma l’affetto, evidentemente, è contagioso e si è esteso anche nella città di Benevento.
Chi vincerà la disfida di Milano, Sala o Parisi? Probabilmente il primo, ma noi auguriamo per quella città che sia il secondo perché conosce come le sue tasche l’amministrazione comunale, avendo fatto il City manager, ha notevole esperienza organizzativa ed amministrativa per la sua professione e molta più capacità rispetto al suo antagonista di creare lavoro e occupazione.
Le nostre indicazioni non sono formulate dall’appartenenza dei candidati, perché ormai centro, destra e sinistra, sono dei luoghi comuni, dei  modi di dire privi di alcun significato.

I partiti non hanno avuto la faccia  di presentarsi nelle città con i propri simboli, ma si sono nascosti e camuffati dietro liste civiche. Infatti, Fi ha presentato il suo simbolo solo nel 6% delle liste e il Pd in meno del 15%. Insomma, quasi tutti si vergognano di mettere la faccia per evitare gli sputi dei cittadini, vessati e torchiati da inique tasse ed imposte cui corrispondono servizi pessimi. Ma in compenso, un’estesa corruzione, privilegi di burocrati e politici da quattro soldi, sono presenti in maniera ormai insopportabile.
Ecco perché salutiamo con favore l’emergere della nuova classe dirigente pentastellata, anche se la siciliana non ha lo stesso livello di qualità di quella nazionale, perché si nasconde, perché non viene sui giornali, perché non spiega ai siciliani qual è il suo progetto politico per le elezioni 2017.
Aspettiamo ancora Giancarlo Cancelleri che ci venga a dire della sua misteriosa attività all’Ars, di cui nessuno sa niente e quali siano le azioni del suo gruppo in seno a quella istituzione per tagliare privilegi di un’Assemblea regionale che continua a costare, udite udite, 155 milioni, mentre il Consiglio regionale della Lombardia costa la metà.
Però non disperiamo: Cancelleri non sia timido; faccia come i suoi colleghi romani; porti all’opinione pubblica siciliana il suo progetto.

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