Lavoro, Istat: +341mila nel I trimestre dipendenti a tempo indeterminato - QdS

Lavoro, Istat: +341mila nel I trimestre dipendenti a tempo indeterminato

redazione

Lavoro, Istat: +341mila nel I trimestre dipendenti a tempo indeterminato

venerdì 10 Giugno 2016

Tornano a scendere gli inattivi

ROMA – I lavoratori con contratti a tempo indeterminato sono aumentati di 341mila unità nel primo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2015 a fronte di una crescita complessiva di 242mila occupati. è quanto emerge dai dati Istat trimestrali sull’occupazione.
L’aumento dell’occupazione ha avuto un contributo decisivo dai contratti a tempo indeterminato, a fronte della sostanziale stabilità di quella a termine e del calo degli indipendenti, concentrato tra i collaboratori e gli autonomi senza dipendenti. L’incremento è maggiore per il lavoro a tempo parziale, soprattutto quello di tipo volontario, ma prosegue anche la risalita del tempo pieno. Inoltre, su base annua l’occupazione aumenta in particolare per gli uomini, nelle regioni settentrionali, per gli over 50, per i laureati e per gli stranieri.
Nel primo trimestre – rileva l’Istat – gran parte degli indicatori sul mercato del lavoro continuano a segnare un miglioramento.
L’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilità Nazionale) registra aumenti dello 0,5% su base congiunturale e del 2,1% in termini tendenziali. L’occupazione stimata dall’indagine sulle forze di lavoro è pari, al netto degli effetti stagionali, a 22 milioni 558 mila persone, in moderato aumento rispetto al trimestre precedente (+0,1%), dopo la crescita nel secondo (+0,4%) e nel terzo trimestre 2015 (+0,6%) e la lieve diminuzione nel quarto (-0,1%).
Il tasso di disoccupazione rimane stabile all’11,6% rispetto al trimestre precedente e quello di inattività diminuisce in misura lieve (-0,1 punti) attestandosi al 35,7%.
Nel primo trimestre 2016, inoltre, torna a diminuire la stima degli inattivi di 15-64 anni (-168 mila in un anno), soprattutto per il calo della componente maschile.
Scende anche il tasso di inattività, soprattutto tra gli uomini. La riduzione dell’inattività è concentrata tra quanti non hanno cercato lavoro nelle ultime quattro settimane ma sono immediatamente disponibili a lavorare (-217 mila nel raffronto tendenziale, soprattutto donne), mentre aumenta la componente più distante dal mercato del lavoro (+58 mila tra chi non cerca e non è disponibile) a sintesi di una crescita per le donne (+119 mila) e una diminuzione tra gli uomini.
Dai dati di flusso, nel corso di un anno diminuisce la permanenza nella disoccupazione a favore dell’aumento delle transizioni: verso l’occupazione soltanto per gli uomini, o l’inattività più distante dal mercato del lavoro soprattutto per le donne.

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