Canone in bolletta bollo in accise - QdS

Canone in bolletta bollo in accise

Carlo Alberto Tregua

Canone in bolletta bollo in accise

sabato 11 Giugno 2016

Manovre contro l’enorme evasione

L’evasione in Italia è stimata in oltre 100 miliardi, di cui una parte preponderante riguarda l’Iva. È vero che dal 1° gennaio 2015 l’Iva dovuta dagli enti pubblici non può essere portata in compensazione con l’Iva sulle vendite, il che ha creato un buco finanziario nei conti delle imprese, ma è anche vero che molti piccoli e medi imprenditori non fanno i versamenti per l’Iva dovuta, con ciò appropriandosi di un’imposta che dovrebbe essere neutra.
Come si misura intuitivamente l’evasione: paragonando i consumi ai tributi riscossi. Per esempio in Sicilia i consumi sono all’incirca 60 miliardi e i tributi riscossi 40 miliardi: ergo, l’evasione è di 20 miliardi. Si tratta di un calcolo nasometrico, ma che ha un suo significato.
L’Agenzia delle Entrate e il suo ferreo direttore, Rossella Orlandi, nonché l’attuale comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, hanno diramato circolari tassative, invitando i propri funzionari e militari a sorvolare sulle micro e piccole evasioni e, soprattutto, eliminare i rilievi di carattere formale, in modo da concentrare le risorse investigative per andare a colpire il corpo dell’evasione, non le sue minuscole articolazioni. 

Vi sono due settori emblematici di evasione: il primo riguarda l’odiato canone Rai, che frutta al carrozzone pubblico circa un miliardo e mezzo, almeno sulla carta, perché di esso circa un terzo non viene riscosso. E allora il Governo ha approvato una norma con la quale ha ridotto il canone da 113 a 100 euro l’anno, da pagarsi in cinque rate inserite nelle bollette della luce da luglio a novembre.
Riteniamo il canone Rai inappropriato perché in quella società, controllata dal Mef, gli sperperi sono enormi, ove si pensi che tiene a libro paga oltre 11 mila dipendenti di cui 2000 giornalisti. E poi, però, compra all’esterno le produzioni, gli spettacoli, gli sceneggiati e simili come se al proprio interno non avesse risorse professionali per produrli direttamente.
Più volte sono emerse proposte per lasciare un solo canale pubblico alla Rai, senza pubblicità e interamente sorretto dal canone: con la conseguenza di vendere le altre tredici reti.
 

Cecità ha impedito che questa iniziativa vedesse la luce; il tutto continua come prima, fra sprechi, sperperi e una forma di gigantismo inutile alla qualità dei servizi.
Un altro settore ove vi è una grande evasione è quello automobilistico, che comprende l’evasione sulla tassa di proprietà delle auto e l’evasione dell’assicurazione obbligatoria.
Il Governo sta esaminando l’iniziativa di adottare un metodo analogo a quello del canone Rai: trasferire la tassa di proprietà espropriativa nelle accise del carburante. La soluzione avrebbe alcuni vantaggi: il primo si riferisce al principio di equità, secondo cui chi più circola più consuma carburante e quindi accise, e perciò maggiore tassa di proprietà.
Il secondo riguarderebbe l’eliminazione totale dell’evasione, che oggi viene stimata in oltre un gettito del previsto.
Non sappiamo se questa seconda norma vedrà la luce, ma sarebbe auspicabile che fosse approvata nella prossima legge di Stabilità 2017 anche per evitare il proseguimento dei due difetti prima indicati. 

Un altro settore di macroevasione è quello dei premi assicurativi, stimata in oltre un terzo del totale. Con la legge di Stabilità 2015 è stato stabilito che dal 1° ottobre scorso non sarebbe stata più obbligatoria l’esposizione del contrassegno sul parabrezza perché sarebbe entrato in vigore un sistema digitale di confronto fra le targhe iscritte nel registro auto e le relative polizze assicurative.
Va da sé che le auto che non circolano non hanno l’obbligo di assicurazione: quindi un controllo a tappeto non sarebbe legale. Però gli automobilisti contro cui vengono elevate contravvenzioni o quelle auto che vengono riprese con le telecamere dei Vigili urbani, dovrebbero essere soggette a tale controllo comparativo tra targa e polizza. Ma non sembra che tale controllo venga effettuato sistematicamente.
Perché ci interessa porre all’opinione pubblica l’evasione dei premi assicurativi? Perché se tutti li pagassero essi si abbasserebbero. Anche una questione di equità.

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