Strategia energetica per futuro sostenibile - QdS

Strategia energetica per futuro sostenibile

Rosario Battiato

Strategia energetica per futuro sostenibile

giovedì 16 Giugno 2016

Risparmi per l'ambiente e per le famiglie nella ricetta proposta in una comunicazione della Commissione europea. Gli incentivi hanno accelerato il processo di riqualificazione del patrimonio edilizio, Sicilia indietro

ALERMO – Sulla gestione dei consumi energetici si gioca una partita di primaria importanza. Ne ha parlato nei giorni scorsi Teresa Bellanova, viceministro allo Sviluppo economico, nel corso dell’audizione in Commissione Attività produttive alla Camera dedicata a riscaldamento e raffreddamento climatico, nonché a efficienza e risparmio energetico, temi al centro di una comunicazione della Commissione Ue all’ordine del giorno. La nota comunitaria ha sottolineato la necessità di una strategia energetica per il riscaldamento e il raffreddamento climatico e per ridurre fino allo zero il ricorso al carbone. Operazioni da compiere per limitare la dipendenza energetica e le importazioni di energia, consentendo al contempo un consistente risparmio economico per famiglie e imprese. L’Italia è sulla strada giusta, la Sicilia ancora un po’ meno.
Nell’Ue il riscaldamento e il raffreddamento sono responsabili di circa metà del consumo energetico con il 75% dei combustibili da fonte fossile. Nel 2014, ha spiegato Bellanova, il consumo di energia in Italia è stato pari a “113,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, con una diminuzione del 4,3% rispetto al 2013”. Una riduzione consistente derivata certamente dalla crisi imperante, ma anche dalla “messa in campo di politiche per la promozione dell’efficienza energetica”.
Nel corso degli anni Duemila sono state avviate numerose misure per agevolare il risparmio energetico. Un processo che in questi ultimi anni, anche in vista delle urgenti scadenze Ue, ha visto un’ulteriore accelerazione. La viceministro ha ricordato in particolare il Programma di riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione centrale che prevede interventi per 350 milioni tra il 2014-2020 e per il quale sono stati già presentati oltre 150 progetti per circa 113 milioni di euro. Un altro passaggio determinante ha riguardato la costituzione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica che mette a disposizione circa 75 milioni di euro all’anno per la ristrutturazione degli edifici della Pa, per l’edilizia residenziale popolare, per l’illuminazione pubblica e per la realizzazione di reti per il teleriscaldamento.
Non manca il capitolo dedicato alle agevolazioni esclusive per i privati con la proroga fino al 31 dicembre delle detrazioni fiscali al 65% degli interventi di riqualificazione energetica degli immobili che si aggiungono allo sviluppo del meccanismo dei certificati bianchi (7,4 milioni emessi nel 2014), al Conto termico, operativo dal 31 maggio 2016, e ad altri 350 milioni per “il finanziamento a tasso agevolato (0,25%) di interventi, anche fino a 2 mln di euro, di riqualificazione energetica delle scuole e delle sedi universitarie di proprietà pubblica”.
A fronte di questo patrimonio di incentivi la Sicilia è ancora un po’ indietro. Gli Ape (attestati di prestazione energetica) nel settore residenziale sono circa 182mila e di questi ben 125mila rientrano nella classe G e altri 25mila arrivano dalla classe F, cioè le due peggiori. Anche la produzione rinnovabile, pur continuando a crescere, non riesce a tenere il ritmo delle altre Regioni. Inoltre, si legge nell’ultimo Rapporto Energia della Regione che per uso residenziale “gli impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, si stimano inferiori allo 0,3% delle totali utenze della Regione”.

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