Panama e Suez, Mediterraneo strategico - QdS

Panama e Suez, Mediterraneo strategico

Rosario Battiato

Panama e Suez, Mediterraneo strategico

martedì 28 Giugno 2016

L’appello di Massimo Deandreis, direttore Srm: “I porti italiani e del Mezzogiorno si attrezzino per competere”. L’apertura del nuovo canale centroamericano inciderà anche sul commercio nel Mare Nostrum

PALERMO – Ci sono due grandi novità nei traffici marittimi degli ultimi anni: il raddoppio del Canale di Suez, inaugurato nell’agosto dell’anno passato, e il nuovo Canale di Panama che nei giorni scorsi ha visto transitare la sua prima nave, la Cosco Shipping Panama, una porta container cinese. Ad approfondire le prospettive commerciali ed economiche ci ha pensato Studi e ricerche per il Mezzogiorno (Srm), Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, che sabato ha pubblicato il nuovo studio dal titolo “Gli effetti economici dell’allargamento del Canale di Panama sui traffici marittimi”. Le prospettive di crescita interessano direttamente anche l’area Mediterranea, ma serve una grande spinta per i porti e le infrastrutture del mezzogiorno.
Il nuovo Panama non sarà determinante soltanto per il trasporto americano, ma avrà un grande impatto sulle rotte e la portualità globale. Lo ha precisato Massimo Deandreis, direttore generale di Srm. “La nostra ricerca delinea uno scenario in cui il nuovo Panama pur rimanendo uno snodo di importanza globale va rafforzandosi soprattutto come un grande canale regionale americano che avrà l’effetto di rafforzare la portualità statunitense della costa atlantica. Questo inciderà anche sul Mediterraneo rafforzandone la centralità delle rotte che dall’Asia vanno verso la costa orientale degli Stati Uniti passano per il Canale di Suez, transito che rafforzerà il suo carattere alternativo e competitivo rispetto a Panama”.
Proprio sul Mediterraneo si prevede un impatto diretto atteso di grande rilevanza con un aumento medio annuo del 2,2% del volume di merci scambiate, ha spiegato Deandreis come “conseguenza del nuovo Panama”. L’appello dell’esperto è chiaro: “Tutto questo scenario rende ancora più urgente che i porti italiani e del Mezzogiorno si attrezzino per competere e proporsi come una piattaforma logistica europea nel cuore del Mediterraneo”.
Intanto sul fronte nazionale, in vista del documento governativo che dovrà stabilire definitivamente le opere infrastrutturali prioritarie, il ministro Delrio, a metà giugno, ha spiegato che si sta procedendo “sulla base di un principio semplice: l’utilità”. E anche sul Ponte dello Stretto ha spiegato che “in sé non ha senso, ha senso se inserito in un grande corridoio”. Proprio grandi infrastrutture del genere potrebbero permettere di intercettare nell’Isola una porzione di quei traffici che passano da Suez.
Su molte rotte internazionali, del resto, il principale competitor di Panama resta proprio Suez e l’ampliamento del primo mira “a non perdere quote di mercato”. Nel comunicato stampa del rapporto leggiamo, inoltre, che è “di recentissima approvazione (6 giugno 2016) un provvedimento della Suez Canal Authority che ha varato una linea tariffaria che prevede uno sconto fino al 65% su alcune rotte container provenienti dai porti americani dell’East Coast e diretti verso i porti del Sud e del Sud East Asiatico”. Una decisione che potrà potenziare ulteriormente i passaggi da Suez e quindi “aumentare la centralità del Mediterraneo e rafforzare la direttrice di traffico che proveniente dall’Atlantico, entrerà nel Mediterraneo e dopo Suez proseguirà verso l’Estremo Oriente”.
Anche la Cina non vuole restare fuori dai giochi ed è al lavoro per “aprire una ‘via della seta’ marittima di immediato interesse per propri traffici mediterranei e “in relazione a questa strategia c’è un rafforzamento delle rotte che dal Far East si dirigono verso il Mare Nostrum”.

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