PALERMO – Domani si decide sul rigassificatore nella zona industriale di Siracusa, nell’area della Raffineria Isab Impianti Nord di Erg Raffinerie Mediterranee, all’interno della rada di Augusta,. E’ stata, infatti, convocata la conferenza di servizi in sede regionale che darà l’eventuale via libera alla costruzione dell’impianto che, a pieno regime, stoccherà 12 milardi di metri cubi di gas naturale all’anno.
Una decisione non scontata per vari motivi, primo tra tutti l’opportunità di costruire un simile impianto in una zona già devastata dall’inquinamento che, soprattutto nel ventennio 1959-1979, ha fatto scempio dell’ambiente, scatenando le cause che ancor oggi mietono morti e ammalati, senza che una seria opera di bonifica sia mai stata messa in atto. C’è chi sostiene che questa sia una “occasione di sviluppo”.
La Sicilia, in caso di sì al progetto, diventerà la prima regione in Italia ad avere due rigassificatori, dopo il via libera all’impianto di Porto Empedocle, pur godendo già di una sovrapproduzione energetica che mal si traduce in termini pratici. Ma a differenza dell’impianto che Enel realizzerà nell’agrigentino, quello di Erg-Shell sarebbe “strategicamente” ubicato nel centro del simbolo siciliano dell’illusione industriale, carica di false speranze di sviluppo. La famiglia Garrone (Erg) fa sapere: “è l’ultima occasione. Se non ci saranno novità, rivedremo la nostra posizione”.
Occorre ricordare, però, i tristi dati, tali da comprendere lo scenario in cui sta per essere dato il via libera a un impianto che del tutto pulito non sarà. L’ultima edizione del registro dei tumori di Siracusa, riguardante i casi di cancro nella provincia aretusea, presentata in occasione della XIII riunione scientifica annuale dell’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTum), tenutasi a Siracusa nei giorni 6-9 dello scorso maggio, ha evidenziato che i tumori hanno una maggiore incidenza nell’area del triangolo industriale siracusano rispetto al resto della Sicilia.
Augusta, che assieme a Priolo e Melilli fa parte del maggiore polo petrolchimico d’Italia, fa registrare un Tsi (Tasso Standardizzato Incidenza) di 609 nuovi casi annui per 100 mila non solo del registro del sud Italia, ma anche della media del pool Italia (552,8). Anche Priolo presenta un abitanti, ben al di sopra Tsi superiore a quello italiano con 565,3 casi l’anno, mentre Melilli è al di sotto del pool Italia con 387,1. Da ciò si evince che sia Augusta che Priolo sono più esposte rispetto a Melilli per caratteristiche idrogeologiche, orografiche ed occupazionali. I tumori che hanno una maggiore incidenza nel triangolo industriale, rispetto alla media italiana sono 5: tumori del fegato e della tiroide in entrambi i sessi, il tumore dell’utero, ed i tumori della pleura e della vescica tra i soli uomini.
Ad Augusta il Tsi per il tumore del fegato nelle donne è di 23,3, mentre quello della tiroide è di 30,4. Negli uomini, sempre ad Augusta, il Tsi dei tumori della pleura è di 12,0. Anche nella voce “totale tumori” il distretto di Augusta presenta dei valori superiori alla media nazionale. I dati forniti dall’Assessorato regionale alla Sanità indicano tra gli uomini aumenti per il tumore maligno della trachea, bronchi e polmoni (+24%), della pleura (+428%), per le malattie psichiatriche (+58%), per le malattie cerebrovascolari (+14%) e per le malattie respiratorie acute (+132%). Mentre per le donne vanno segnalati il mieloma multiplo (+120%), le malattie del sistema nervoso (+52%), le malattie respiratorie acute (+86%), le malattie dell’apparato digerente (+21%), la cirrosi epatica (+32%) e per gli avvelenamenti (+24%). Per quanto allarmanti i dati sono sottostimati in quanto riferiti alla mortalità e non all’incidenza, dato che non tutti i soggetti che si ammalano di tumore muoiono per esso.
Per quanto riguarda invece il numero di malformazioni neonatali, nell’ultimo triennio nella città di Augusta queste apparentemente sembrano diminuire, ma nella realtà non è così. Infatti, come da studi effettuati da Anselmo Madeddu, direttore del Registro Tumori di Siracusa, le interruzioni di gravidanza ad Augusta sono quadruplicate rispetto alla media nazionale e, 1/3 di queste, presentano malformazioni neurocerebrali. Responsabili delle malformazioni sono i metalli pesanti che entrano nella catena alimentare, in principal modo il mercurio, che reca danni al sistema nervoso centrale del feto. Recenti studi effettuati da Giacinto Franco, uno di primi medici a denunciare le malformazioni neonatali a causa dell’inquinamento industriale, sui capelli di donne in età fertile residenti nel triangolo industriale, hanno rilevato quantità elevate di mercurio, pari a 0.17/0.18 mg/100 mg, quando i limiti previsti dalla legge sono di 0,006 mg/100 mg.
