Osteoporosi, le ossa fanno crack per 19.000 siciliani ogni anno - QdS

Osteoporosi, le ossa fanno crack per 19.000 siciliani ogni anno

redazione

Osteoporosi, le ossa fanno crack per 19.000 siciliani ogni anno

sabato 02 Luglio 2016

A Palermo il congresso del Gruppo italiano di studio in ortopedia dell’osteoporosi severa (Gisoos). Numeri diffusi da “Stop alle fratture”, iniziativa che coinvolge diverse società scientifiche

PALERMO  – Un’emergenza sanitaria, è così che l’OMS definisce l’osteoporosi, per il numero di persone che colpisce oggi e che, a causa del progressivo invecchiamento della popolazione, colpirà nei prossimi anni. Basti pensare che, in Italia, ne sono affette 3 milioni e mezzo di donne e circa 1 milione di uomini, con 250.000 fratture all’anno dovute alla patologia, di cui 80.000 dell’anca e 70.000 del femore.
In Sicilia, se ne verificano oltre 19.000 all’anno, di cui i due terzi nelle sole Palermo e Catania. Questo numero, però rimane sottostimato, in quanto include soprattutto le fratture di femore, mentre le fratture vertebrali e del polso non sempre vengono registrate.
Dati allarmanti secondo gli esperti di “Stop alle Fratture”, anche in Sicilia, favorito anche da una scarsa aderenza alla terapia, che porta ad un aumento del rischio di rifrattura. Questo è anche uno degli argomenti del IV Congresso del Gruppo italiano di studio in ortopedia dell’osteoporosi severa (Gisoos) “Osteoporosi severa. Nuove acquisizioni per l’appropriatezza diagnostico terapeutica”, in corso fino a oggi a Palermo.
L’osteoporosi è una patologia cronica degenerativa che causa un progressivo e cronico indebolimento delle ossa e che, nella sua forma più grave, chiamata fragilità ossea, può portare fino alla frattura, anche in assenza di traumi che la giustifichino. Spesso, la patologia rimane silente fino a questo evento traumatico che necessita di un intervento chirurgico. In seguito a questo, per evitare che si verifichi un’ulteriore frattura, è però fondamentale che la paziente venga inserita in un Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) corretto.
“L’aderenza alla terapia – spiega Michele D’Arienzo, direttore della Clinica ortopedica dell’Università di Palermo e co-presidente del IV Congresso Gisoos – è un fattore determinante per garantire che il farmaco prescritto abbia effetto. è dimostrato, infatti, che la sospensione prima del tempo, piuttosto che la mancata assunzione del farmaco, mina la sua efficacia. Purtroppo, oggi, ad un anno, solo il 50% dei pazienti aderisce alle cure prescritte per l’osteoporosi e la fragilità ossea, quindi è necessario assicurarsi che il paziente aderisca allo schema terapeutico prescritto dal proprio medico per rafforzare le ossa, nei dosaggi e per il tempo stabilito, pena il suo mancato effetto e quindi, un aumentato rischio di una nuova frattura”. Uno dei motivi determinanti che portano alla mancata aderenza alla terapia è l’età e, pertanto, oltre a lei, anche chi se ne prende cura deve essere chiaramente informato sulle sue necessità.
“La paziente dimessa dopo intervento per frattura da fragilità ha mediamente oltre 65 anni. – dichiara Giuseppe Sessa, professore ordinario di ortopedia e Direttore della Clinica ortopedica dell’Università degli Studi di Catania, oltre che vice presidente della SIOT, una tra le sei Società scientifiche a firmare la Campagna “Stop alle Fratture – Troppo spesso, quindi, è in una condizione di debolezza e difficoltà, in cui oltre alle conseguenze del trauma deve assumere sia la cura prescritta, sia altre terapie. La conseguenza può essere che si confonda oppure che dimentichi quali farmaci prendere. è fondamentale, quindi, che oltre a lei, anche chi l’assiste nella quotidianità, che siano familiari o badanti, sia molto informato e attento sia alle terapie, sia alle visite di controllo periodiche”.
L’importanza dell’aderenza alla terapia viene dimostrata dall’impegno di tutte le società scientifiche che si occupano della salute dell’osso. Tra queste, proprio “Gisoos” e “Siommms”. Ques’’ultima ha fondato la Commissione intersocietaria dell’Osteoporosi, che riunisce sette società scientifiche italiane con l’obiettivo di superare le numerose criticità presenti a livello nazionale nella gestione dell’Osteoporosi.
 


La campagna “Stop alle fratture”
 
“Stop alle fratture” è un’iniziativa educazionale, realizzata con il supporto non condizionante di Eli Lilly Italia, rivolta alle donne sopra i 50 anni di età per informarle sulle possibili conseguenze dovute alla fragilità scheletrica. L’iniziativa vede il coinvolgimento di prestigiose società scientifiche come la Siommms (Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro), la Siot (Società italiana di ortopedia e traumatologia), la Sir (Società italiana di reumatologia), l’Ortomed (Società italiana di ortopedia e medicina) e il Gisoos (Gruppo italiano di studio in ortopedia dell’osteoporosi severa) e, da quest’anno, anche il Gismo (Gruppo italiano di studio malattie netabolismo osseo).

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