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Palermo – Ancora caos rifiuti. Scontro sulla discarica Bellolampo

Gaspare Ingargiola

Palermo – Ancora caos rifiuti. Scontro sulla discarica Bellolampo

venerdì 08 Luglio 2016

Secondo il sindaco del capoluogo, Orlando, il sovraccarico di lavoro è ingestibile per il centro di raccolta

PALERMO – Nel caos rifiuti in Sicilia, con il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque che minaccia di portare gli autocompattatori carichi di immondizia davanti Palazzo d’Orleans, sede del governo regionale, non poteva mancare la solita querelle tra il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e l’assessore regionale all’Energia Vania Contrafatto.
Il nodo del contendere è, ancora una volta, la discarica di Bellolampo, che dal 5 luglio, oltre ai rifiuti del capoluogo, accoglie anche quelli di Altavilla Milicia, Altofonte, Balestrate, Bolognetta, Borgetto, Campofiorito, Camporeale, Capaci, Cinisi, Contessa Entellina, Corleone, Giardinello, Isola delle Femmine, Lercara Friddi, Marineo, Marsala, Misilmeri, Monreale, Montelepre, Palazzo Adriano, Piana degli Albanesi, Prizzi, San Cipirello, San Giuseppe Jato, Santa Cristina Gela, Terrasini, Torretta, Vicari e, fino al 31 luglio, Marsala, mentre Bagheria, Carini e Partinico continueranno a conferire presso l’impianto di Lentini.
La scelta dei comuni si è basata su criteri di vicinanza e percentuali di raccolta differenziata e a condizione che i rifiuti vengano pretrattati dall’impianto di Tmb, che in questo modo sopporterà un surplus di 200 tonnellate al giorno. Un sovraccarico di lavoro che secondo Orlando e il presidente della Rap Rosario Dolce “non era in programma” e che è frutto “dell’ennesima emergenza causata dal caos generale che regna a livello regionale per responsabilità certamente non nostre”.
Secondo l’assessore Contrafatto, al contrario, la Rap era stata avvisata per tempo e si è fatta trovare impreparata. “Avremmo voluto far partire il conferimento a Bellolampo già dallo scorso primo luglio – ha detto – ma la decisione della Rap e del Comune di Palermo di chiudere i cancelli dell’impianto, nonostante l’ordinanza regionale, ci ha costretti a far slittare il provvedimento di qualche giorno”.
L’azienda di piazzetta Cairoli, infatti, per qualche giorno ha negato l’ingresso a Bellolampo ai camion provenienti dai comuni del palermitano e questo, secondo Contrafatto, “perché non aveva il personale e i mezzi necessari a far fronte anche ai rifiuti di altri comuni”, arrivando a chiedere “qualche giorno di tempo per organizzarsi a ricevere 200 tonnellate di rifiuti in più al giorno. Speriamo – ha aggiunto l’assessore regionale – che nelle prossime settimane la discarica sia disponibile ad accogliere anche gli altri comuni, consentendo agli enti locali di ammortizzare i costi di trasporto. Questo però dimostra l’infondatezza di certe accuse che volevano la Regione interessata a inviare i rifiuti presso impianti privati anziché presso quelli pubblici: la verità è che sapevamo bene delle difficoltà di Bellolampo, che speriamo possano essere superate in tempi brevissimi”.
Il sindaco Orlando, però, non ci sta, e in una nota ufficiale sposta l’obiettivo rispolverando un suo vecchio cavallo di battaglia: “Il sistema affaristico criminoso dei rifiuti in Sicilia”. “Secondo la fantasiosa ricostruzione della storia siciliana degli ultimi 15 anni- ha attaccato il primo cittadino – fatta dalla signora Vania Contrafatto, la responsabilità della perenne emergenza dei rifiuti in Sicilia sarebbe della neonata Rap e i governi regionali succedutisi dal 2001 a oggi sarebbero innocenti spettatori dei capricci dell’azienda del Comune di Palermo. È assolutamente evidente e ormai chiaro a tutti che l’assessore Contrafatto ha come unico obiettivo quello di portare sotto il controllo di pochi privati, la cui fallimentare e disastrosa gestione è ben nota da Trapani a Capo Passero, il sistema dei rifiuti in Sicilia, dove continua criminalmente a mancare un vero piano regionale per la realizzazione di impianti pubblici inseriti in una politica che abbia al centro la riduzione, il riuso e il riciclo. La Rap e il Comune di Palermo – ha proseguito – si opporranno a qualsiasi tentativo affaristico, da chiunque sponsorizzato, di mettere le mani sull’impianto di Bellolampo, che proprio grazie alla gestione della Rap è oggi un modello di come dovrebbe sempre essere il servizio pubblico. Il Comune e la Rap inoltre agiranno in ogni sede competente per il ristoro dei danni che l’azienda e la città potrebbero subire per irresponsabili scelte operate dal Governo regionale”.
Intanto i sindacati lanciano un avvertimento sui costi dell’operazione: “Per non cadere negli stessi errori del passato – hanno sottolineato Dionisio Giordano, segretario regionale Fit Cisl Ambiente, e Daniela De Luca, segretario Cisl Palermo Trapani -, quando i Comuni non pagavano incidendo abbondantemente sulle cause del fallimento dell’allora Amia, vigileremo come sindacato affinché i servizi resi da Rap nei confronti di terzi vengano incassati con certezza e regolarità dall’azienda. Lo sforzo richiesto all’azienda e ai lavoratori, con un ulteriore turno per consentire il conferimento agli altri comuni a seguito delle ordinanze regionali, non può rilevarsi anche un boomerang dal punto di vista finanziario. Ci auguriamo che questa volta non sia cosi e ci sia responsabilità da parte di tutti”.

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