Porti e sviluppo turistico fermi al palo - QdS

Porti e sviluppo turistico fermi al palo

Michele Giuliano

Porti e sviluppo turistico fermi al palo

venerdì 08 Luglio 2016

Le storie di Tremestieri, Gela, Castellammare del Golfo e Balestrate: occasioni mancate di rilancio per l’economia. Un po’ in tutta la Sicilia molte infrastrutture sono bloccate o inutilizzabili a causa della burocrazia

PALERMO – Progetti nuovi o vecchi, opere da rifare in toto o semplicemente da aprire o ristrutturare. I porti siciliani restano sempre e comunque più croce che delizia del turismo siciliano, relegati sempre ai margini e spesso dimenticati. O peggio ancora impigliati nelle maglie della burocrazia.
Un pò in tutte le province siciliane sono in atto delle vertenze addirittura decennali, in alcuni casi anche ventennali, di porticcioli turistici rimasti solo sulla carta, oppure mai decollati. Partiamo dalla provincia di Messina, ed esattamente da Tremestieri dove ancora si attende il via libera a realizzare il nuovo porto. Qui c’è il concreto rischio che si perdano addirittura i fondi: “Questo scenario si materializzerebbe – afferma l’assessore di Messina Sergio De Cola – qualora le opere non dovessero essere avviate in tempi brevissimi”.
Proprio di recente il presidente della Regione Rosario Crocetta è stato in visita a Messina ed ha esternato grande disponibilità per giungere rapidamente ad una soluzione dei problemi esistenti al fine di avviare i lavori del nuovo porto di Tremestieri. “Si devono realizzare con immediatezza le infrastrutture di trasporto e logistiche – evidenzia la Filt Cgil – per evitare che le direttrici dei traffici nazionali ed internazionali escludano la nostra città, fatto che determinerebbe un ulteriore impoverimento economico ed occupazionale”.
Ci spostiamo in provincia di Gela e le cose vanno anche peggio. Qui di base c’è un problema di insabbiamento dei fondali del porto, cosa che rende la struttura non utilizzabile nelle sue piene potenzialità. La causa principale sembrerebbe un errore strutturale: i due bracci, quello di ponente e quello di levante, non sono uguali nelle dimensioni e ciò fa sì che siano necessari interventi di dragaggio, da parte della protezione civile, a intervalli quasi regolari di tempo. L’ultimo, costato 213 mila euro, era stato attuato nel giugno 2013. Resta al palo il progetto da 49 milioni di euro per rinnovare in toto il porto gelese.
Spostandoci in Sicilia occidentale, le  cose non vanno meglio a cavallo tra il trapanese e il palermitano. Nel primo caso parliamo di Castellammare del Golfo dove, a distanza di ben 6 anni non sono ripresi i lavori dopo la famosa operazione antimafia della Finanza che ha scoperto il presunto utilizzo di cemento depotenziato. Messa in sicurezza del porto che quindi è rimasta arenata nonostante dal 2013 ci sia stato il dissequestro del cantiere. In particolare le brutte notizie arrivano per il I lotto di lavori dove sono in ballo interventi per 10 milioni di euro. Oramai è deciso che l’iniziale ditta che aveva avuto l’appalto non sottoscriverà il nuovo contratto. Ciò significa che si dovrà rifare tutto da capo e quindi ci vorranno anni prima di vedere ripartire le ruspe: “Fatti e vicende recenti – sostiene il sindaco Nicola Coppola – dimostrano che la ripresa dei lavori era praticamente gravata da situazioni, amministrative e non, che non la rendevano possibile nonostante le nostre continue pressioni a causa dei danni a quanto già realizzato”.
A Balestrate dal 2010 il porticciolo turistico è completato ma non è mai entrato in funzione per una serie di pastoie burocratiche. Qualche mese fa sembrava tutto superato con la sottoscrizione del contratto di affidamento tra la Regione e la società aggiudicataria ed invece si sono verificati nuovi intoppi. Il porto si aprirà ma degli originari 600 posti barca almeno per questa estate si partirà con appena 89: “Sembra incredibile a dirsi – afferma l’ingegnere Renato Marconi, amministratore unico della Marina di Balestrate srl, società di gestione del porto – ma purtroppo dalla Regione ogni giorno se ne inventano una. Il nostro progetto esecutivo è pronto da sei mesi ma doveva fare il giro di diversi assessorati. Alcuni di questi ci hanno chiesto nuove autorizzazioni che comportano ulteriori perdite di tempo”.

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