Frodi creditizie, oltre 2.000 casi in Sicilia - QdS

Frodi creditizie, oltre 2.000 casi in Sicilia

redazione

Frodi creditizie, oltre 2.000 casi in Sicilia

venerdì 08 Luglio 2016

Dati Crif: il maggior numero di illeciti a Palermo (597) e Catania (489). A Ragusa la crescita più consistente dal 2014 (+32,9%). Nel 2015 registrati in Italia 25.300 violazioni con una perdita economica superiore ai 172 milioni

ROMA – Le frodi creditizie perpetrate attraverso un furto di identità – con il successivo utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene – rappresentano un fenomeno criminale di dimensioni più che preoccupanti tanto che l’ultima edizione dell’Osservatorio realizzato da Crif stima che nell’intero anno 2015 i casi verificatisi nel nostro Paese siano stati 25.300 e abbiano determinato una perdita economica superiore ai 172 milioni di euro, con una crescita dell’importo medio frodato.
Per quanto riguarda nello specifico la Sicilia, nel corso del 2015 sono stati rilevati 2.025 casi con un importo medio pari a 5.798 Euro. Entrando nel dettaglio delle province, il maggior numero di frodi è stato registrato nella provincia di Palermo, con 597 casi e un importo medio frodato pari a 4.863 euro, seguita a ruota da Catania, con 489 casi. È stata invece la provincia di Ragusa ad aver fatto segnare la crescita più consistente rispetto al 2014, con un +32,9%. Per quanto riguarda l’importo medio frodato, la provincia di Agrigento ha fatto segnare il valore più elevato in regione, pari a 9.387 Euro.
“Oltre al fatto che le frodi rimangono un fenomeno che non conosce crisi, l’evidenza che emerge dall’analisi Crif relativa all’anno 2015 è senza dubbio la fantasia dei criminali che, all’innalzarsi dei sistemi di sicurezza, rispondono cercando sempre nuovi modi per raggiungere i loro obiettivi – commenta Beatrice Rubini, Direttore della linea MisterCredit di Crif – Molti dei nostri dati personali sono accessibili sul web e i criminali possono trovarli facilmente, grazie ad attacchi informatici e furti di dati dai social network, sono infatti notizie recenti i furti di password degli account Twitter e LinkedIn. Con l’avvicinarsi dell’estate inoltre, si intensificano le truffe legate alle vacanze, con molte persone che rispondono ad annunci apparentemente vantaggiosi, fornendo persino copie dei propri documenti senza pensare che possano finire in mani truffaldine. Esiste poi il fenomeno del furto di identità riguardante cambiali e assegni emessi a nome altrui, commessi falsificando la firma di assegni smarriti o rubati al titolare, oppure aprendo un conto corrente a suo nome per emettere assegni. In entrambi i casi l’assegno che non può essere incassato viene protestato, con conseguenze pesanti per la vittima.”

Il profilo delle vittime

La distribuzione delle frodi a livello nazionale evidenzia come la maggioranza delle vittime, il 64,1% del totale per la precisione, siano uomini, con le donne che registrano una leggera diminuzione rispetto al 2014 (-4,7%).
Osservando invece la distribuzione per classi di età, quella in cui si rileva il maggior numero di casi è risultata essere quella compresa tra i 41 e i 50 anni, con una quota del 27,9%; la fascia di età nella quale si rileva il maggior incremento percentuale delle frodi è però quella degli over 50 (+15,1% rispetto all’anno precedente).

L’importo delle frodi

L’Osservatorio CRIF mostra anche come nel 2015 il 32,8% dei casi di frodi abbia avuto un importo inferiore ai 1.500 Euro, in sensibile contrazione rispetto alla precedente rilevazione. Al contempo, i casi di frode con importo compreso tra 3.000 e 5.000 euro hanno visto un incremento pari a +32,0% rispetto al 2014.

I tempi di scoperta

A fronte di un fenomeno criminale che sembra non conoscere crisi, i tempi di scoperta si riducono, tanto che oltre la metà dei casi la frode viene scoperta entro 6 mesi. Rimane comunque un 16% dei casi in cui la scoperta avviene dopo più di 3 anni, con intuibili maggiori disagi per le vittime.
Secondo quanto rilevato dall’Osservatorio Crif, anche nel 2015 la forma tecnica dei prestiti finalizzati continua a fare la parte del leone, tanto che 74,3% dei casi di frode interessa questa tipologia di prodotto. Complessivamente si registra un aumento significativo per le frodi perpetrate sulle carte di credito (+51% rispetto al 2014). Complessivamente, nell’ambito dei prestiti finalizzati, il 38,5% dei casi di frode ha avuto per oggetto l’acquisto di elettrodomestici; una quota rilevante ha riguardato anche il comparto auto-moto (con il 13,8%), quello l’arredamento (8,1%) e l’elettronica-informatica-telefonia (6,8%). Rispetto ai volumi di credito erogato, invece, spicca l’incidenza delle frodi per travel/entertainment, consumi e spese professionali.
“Per contrastare con ancora più efficacia il fenomeno delle frodi creditizie, nel corso del 2016 il Ministero dell’Economia e delle Finanze prevede di includere ulteriori tipologie di documento nelle verifiche antifrode del sistema Scipafi – conclude Roberta Cadoni, Business Consultant del centro di competenza Crif Fraud Prevention & Compliance Solutions – Congiuntamente, Crif sta implementando una nuova soluzione che, tramite l’utilizzo di un device (è sufficiente la foto di un documento identificativo), permette agli istituti di attivare un set di controlli incrociati sia su banche dati pubbliche (Scipafi) sia proprietarie di Crif. L’obiettivo è rendere sempre più veloce il riscontro di eventuali anomalie e la rapida intercettazione dei tentativi di frode”.
 


I comportamenti più a rischio per i furti di identità
 
– Non denunciare tempestivamente lo smarrimento o il furto di un documento d’identità: un malintenzionato potrebbe utilizzarlo per chiedere un prestito, aprire un conto corrente o emettere assegni falsi.
– Fornire dati personali e di pagamento sul web senza aver prima verificato che il sito sia affidabile e che l’indirizzo inizi con “https”.
– Usare password deboli, con meno di otto caratteri e senza cifre e simboli, non cambiarle spesso e usare la stessa per tutti i servizi online.
– Utilizzare un computer con sistema operativo non aggiornato, non protetto da un antivirus e da un firewall espone al rischio che i dati personali contenuti in esso contenuti possano essere rubati tramite virus.
– Inviare le scansioni dei documenti di identità e il codice IBAN del conto corrente a soggetti che non riteniamo affidabili al 100%. Sempre più spesso queste informazioni vengono richieste dai truffatori a seguito di false offerte di lavoro o annunci apparentemente vantaggiosi su Internet.
– Gettare documenti che contengono informazioni personali (come ad esempio gli estratti conto bancari) senza prima distruggerli. Una delle modalità più utilizzate dai ladri d’identità per raccogliere informazioni personali è infatti rovistare tra i rifiuti (trashing).
– In caso di smarrimento dello smartphone, non bloccare immediatamente l’accesso ai dati e non cambiare le password degli account collegati.
– Condividere informazioni personali sui social media senza prestare attenzione a chi potrebbe leggerle e all’uso che potrebbe farne.

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