Spese pazze all'Ars. Arriva la prima sentenza - QdS

Spese pazze all’Ars. Arriva la prima sentenza

Raffaella Pessina

Spese pazze all’Ars. Arriva la prima sentenza

martedì 12 Luglio 2016

L’ex capogruppo Pdl, Innocenzo Leontini, condannato a 2 anni di carcere. Rito ordinario: sette rinviati a giudizio e quattro prosciolti

PALERMO – Cominciano a fioccare le prime sentenze del processo alle spese pazze dei gruppi dell’Assemblea regionale siciliana. L’ex capogruppo del Pdl (partito che poi si è scisso in due con Nuovo Centrodestra e Forza Italia), Innocenzo Leontini, è stato condannato a 2 anni di carcere (aveva chiesto il rito abbreviato). Si tratta solo di una parte della sentenza emessa dal gup Riccardo Ricciardi al Tribunale di Palermo con il rito abbreviato per le cosiddette spese pazze dell’Assemblea regionale.
Sempre con il rito abbreviato il giudice ha assolto l’altro ex capogruppo Cateno De Luca. Nella parte invece riservata al rito ordinario il gup ha rinviato a giudizio sette imputati e ne ha prosciolti quattro perché il fatto non sussiste. Scagionati Francesco Musotto, Marianna Caronia, Nicola D’Agostino e Paolo Ruggirello. Vanno a giudizio invece Giulia Adamo, Giambattista Bufardeci, Nunzio Cappadona, Cataldo Fiorenza, Rudy Maira, Livio Marrocco e Salvo Pogliese.
L’inchiesta nacque da un maxi-rapporto della Guardia di finanza che a gennaio del 2014 aveva provocato l’iscrizione di 91 persone sul registro degli indagati. In fase di istruttoria, però, il campo delle contestazioni si è ridimensionato, con l’esclusione delle spese per il personale. Il criterio seguito dagli inquirenti per separare, nel mare magnum dell’indagine e delle pezze di appoggio fornite dalle Fiamme gialle, il penalmente rilevante dal politicamente inopportuno è stato rigido: e sotto accusa sono state messe non solo le spese fatte palesemente a fini personali ma anche quelle non rendicontate. A guidare le scelte dei pubblici ministeri sarebbero stati anche gli orientamenti dei tribunali di altre regioni che si erano espressi sulla materia.
Sulle spese pazze era intervenuta la Corte dei Conti che nei mesi scorso aveva condannato a risarcire 346 mila euro Antonello Cracolici, ex capogruppo del Pd all’Ars e attuale assessore all’Agricoltura. “Sono turbato per questo giudizio che arriva dopo la richiesta di archiviazione in sede penale e per le cui contestazioni il gruppo parlamentare del Pd ha fornito ogni minuziosa attestazione relativa alle spese sostenute, producendo il tutto in giudizio – aveva detto l’assessore Cracolici in una nota – Ribadisco di essere convinto di aver sempre gestito le risorse del gruppo Pd in maniera corretta al punto da lasciare, alla fine della scorsa legislatura, un avanzo nei conti del gruppo di circa 800 mila euro: cosa che non era mai accaduta in precedenza”. Ed aveva aggiunto: “Non mi si accusa di aver messo un solo euro in tasca né di non aver spiegato come è stato speso ogni singolo euro. Si è voluta addebitare la responsabilità al rappresentante del gruppo parlamentare non per spese sostenute nell’interesse personale ma per una ‘interpretazione postuma’ sulla coerenza delle spese sostenute dal Pd all’Ars rispetto alle finalità istituzionali dei gruppi parlamentari”. Per la cronaca l’assessore Cracolici è ricorso in appello.
Sul fronte contabile erano state depositate anche le sentenze di condanna per Francesco Musotto (circa 600 mila euro), ex capogruppo dell’Mpa, per il parlamentare dell’Mpa Cataldo Fiorenza (42 mila euro), per l’ex deputato Pdl Innocenzo Leontini (97 mila euro), per l’ex capogruppo dell’Udc e poi del Pid Rudy Maira (407 mila euro) e per l’ex capogruppo di Grande Sud Titti Bufardeci (65.020 euro).

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