Istat, povertà assoluta: è record dal 2005 - QdS

Istat, povertà assoluta: è record dal 2005

redazione

Istat, povertà assoluta: è record dal 2005

venerdì 15 Luglio 2016

Report 2015: maggiormente colpiti i nuclei familiari più numerosi, in particolare quelli con quattro componenti o più. Al Sud le situazioni più gravi riguardano le famiglie residenti in Calabria (28,2%) e Sicilia (25,3%)

ROMA – Aumenta l’esercito degli italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta. Secondo il report dell’Istat nel 2015 si stima che 4 milioni e 598mila individui siano in condizioni di povertà assoluta ed è il numero più alto dal 2005. La povertà colpisce soprattutto le famiglie numerose.
Quasi un terzo dei nuclei familiari con 5 o più componenti rientra nella condizione di povertà relativa. E la povertà continua a crescere in modo rilevante tra i giovani mentre resta stabile tra gli anziani.
Le famiglie residenti in condizione di povertà assoluta invece sono 1 milione e 582 mila. “L’incidenza della povertà assoluta – si legge nel rapporto – si mantiene sostanzialmente stabile sui livelli stimati negli ultimi tre anni per le famiglie, con variazioni annuali statisticamente non significative (6,1% delle famiglie residenti nel 2015, 5,7% nel 2014, 6,3% nel 2013)”.
Cresce, invece, se misurata in termini di persone (7,6% della popolazione residente nel 2015, 6,8% nel 2014 e 7,3% nel 2013).
Questo andamento nel corso dell’ultimo anno si deve principalmente all’aumento della condizione di povertà assoluta tra le famiglie con 4 componenti (da 6,7 del 2014 a 9,5%), soprattutto coppie con 2 figli (da 5,9 a 8,6%) e tra le famiglie di soli stranieri (da 23,4 a 28,3%), in media più numerose.
Situazione analoga anche per quanto riguarda la povertà relativa che risulta stabile in termini di famiglie (2 milioni 678 mila, pari al 10,4% delle famiglie residenti dal 10,3% del 2014) mentre aumenta in termini di persone (8 milioni 307 mila, pari al 13,7% delle persone residenti dal 12,9% del 2014).
Analogamente a quanto accaduto per la povertà assoluta, nel 2015 la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie numerose, in particolare tra quelle con 4 componenti (da 14,9 del 2014 a 16,6%,) o 5 e più (da 28,0 a 31,1%).
Altro fenomeno che emerge dal rapporto è la crescita della povertà nelle fasce dei più giovani. Tra le persone coinvolte 2 milioni 277 mila sono donne (7,3% l’incidenza), 1 milione 131 mila sono minori (10,9%), 1 milione 13 mila hanno un’età compresa tra 18 e 34 anni (9,9%) e 538 mila sono anziani (4,1%). Un minore su dieci, quindi, nel 2015 si trova in povertà assoluta (3,9% nel 2005).
Negli ultimi dieci anni l’incidenza del fenomeno è rimasta stabile tra gli anziani (4,5% nel 2005) mentre ha continuato a crescere nella popolazione tra i 18 e i 34 anni di età (9,9%, più che triplicata rispetto al 3,1% del 2005) e in quella tra i 35 e i 64 anni (7,2% dal 2,7% nel 2005).
A livello territoriale è il Mezzogiorno a registrare i valori più elevati di povertà assoluta (9,1% di famiglie, 10,0% di persone) e il Centro quelli più bassi (4,2% di famiglie, 5,6% di persone). Deciso ampliamento della povertà nelle regioni del Nord, dal 4,2% al 5%.
La povertà assoluta risulta contenuta tra le famiglie di soli italiani (4,4%) mentre si attesta su valori molto più elevati tra quelle con componenti stranieri: 14,1% per le miste, 28,3% per le famiglie di soli stranieri; in quest’ultimo caso si passa dal 23,4% del 2014 al 28,3% del 2015, con margini più accentuati nel Nord (dal 24% al 32,1%).
L’intensità della povertà l’anno scorso è risultata pari al 23,1% e corrisponde a una spesa media equivalente delle famiglie povere pari a 808,36 euro mensili; nel 2014 era di 811,31 euro mensili (22,1%).
Nel Mezzogiorno, alla più ampia diffusione della povertà si associa la maggiore gravità del fenomeno; la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è pari a 785,75 euro, contro 804,23 euro rilevati nel 2014, l’intensità è salita da 22,8 a 25,2%.
Nel Nord e nel Centro, dove la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere è più elevata (841,64 e 853,11 euro rispettivamente), l’intensità è in leggero calo, da 21,5% a 19,9% e da 19,8% a 18,8%.
Nel dettaglio territoriale, Lombardia (4,6%), Emilia Romagna (4,8), Veneto (4,9%) e Toscana (5,0%) presentano i valori più bassi dell’incidenza di povertà relativa. Ad eccezione dell’Abruzzo (11,2%), che mostra un valore dell’incidenza non statisticamente diverso dalla media nazionale, in tutte le regioni del Mezzogiorno la povertà è più diffusa rispetto al resto del Paese; le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Calabria (28,2%) e Sicilia (25,3%).

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