La Autostrade siciliane vogliono la Spa - QdS

La Autostrade siciliane vogliono la Spa

Rosario Battiato

La Autostrade siciliane vogliono la Spa

martedì 19 Luglio 2016

Da più parti si avanza l’ipotesi di un gestore unico. Il presidente del Cas svela un piano, ma non sarà facile attuarlo. Diverse le criticità emerse nella gestione e sottolineate nel rapporto 2015 della Vigilanza

PALERMO – Le autostrade siciliane sembrerebbero andare nella direzione di un gestore unico della rete siciliana. Il piano di lavoro è stato svelato ieri dal presidente del Consorzio autostrade siciliane, Rosario Faraci, e prevede la costituzione di una Spa per tutti i tratti autostradali attualmente in capo all’Anas e quelli dati in concessione al Cas.
In cima alle priorità ci sarebbe l’urgenza di agire sul fronte della manutenzione. “Dopo tanti lustri le autostrade ricadenti in territorio regionale – ha spiegato Faraci – sarebbero gestite da una società di diritto privato in grado di intervenire, ogni qual volta si rendesse necessario, con immediatezza ed in maniera incisiva”. Necessità che sono anche di natura politica perché ritardi e cattiva gestione passano inevitabilmente dalla lente di ingrandimento di Sala d’Ercole. Faraci lo sa bene, infatti spiega che “sin da quando mi sono insediato a presidente del Cas ho subito compreso che, così com’è strutturato, il Consorzio ha difficoltà a sopperire alle reali esigenze logistico-tecniche della rete autostradale siciliana”. Un problema di ordine generale da cui discendono altre criticità più volte menzionate nelle numerose interrogazioni che in questi anni sono state poste all’attenzione dell’assessore di turno e del ministero delle Infrastrutture.
Una summa di queste criticità è stata riportata nella relazione annuale relativa alla Vigilanza sulle concessionarie autostradali redatto dalla Direzione generale del servizio. Il Cas, che per il 90% appartiene alla Regione siciliana, ha in concessione circa 300 chilometri tra A18 (116,6 km) e A20 (181,8 km). Nel capitolo sicurezza soltanto il 20% della rete è coperta da pavimentazione drenante (in Italia l’85% della rete gestita da Autostrade per l’Italia), mentre ritardi sono state rilevati sul fronte “della trasmissione dei dati relativi alla gestione economica e finanziaria, degli investimenti ed amministrativa in generale, come previsto dagli obblighi convenzionali e normativi”. Tra il 2013 e il 2014 la direzione generale per la Vigilanza ha effettuato 35 visite ispettive (17 visite di controllo e 18 ottemperanza), riscontrando complessivamente 203 “non conformità” (145 nel 2013 e 58 nel 2014). Il rapporto rileva che tra queste ci sono state 162 “non conformità non sanate” (138 nel 2013  e 24 nel 2014) e 41 “non conformità sanate” (7 nel 2013 e 34 nel 2014).
Per Faraci “bisogna utilizzare al meglio il potenziale di questa struttura e, inutile nascondercelo, l’unica vera soluzione ai tanti problemi che ci trasciniamo dietro, primo fra tutti quello della scarsa disponibilità economica dell’ente, è far sì che la gestione l’abbia un soggetto più snello senza tutti quei lacci che burocrazia di un Ente pubblico porta con sè”. Per liberare il Cas Faraci starebbe lavorando di concerto con il “presidente della Regione Crocetta e l’assessore regionale alle Infrastrutture Pistorio, interagendo con l’Anas che ha subito colto il piano”.
Non è la prima volta che si ipotizzano soluzioni del genere. Un paio di mesi fa era stato Vincenzo Garofalo, vicepresidente della commissione Trasporti alla Camera, ad avanzare la proposta di costituire una società mista tra Regione e Anas per avere un unico gestore delle autostrade siciliane. Un’ipotesi, secondo quanto riportato da Garofalo, che avrebbe incontrato il favore del ministro Delrio e dell’Anas.
 

 
Prime reazioni. Barbera (Filca Cisl): “Trasformare l’ente? È una boutade”
 
PALERMO – “Una boutade frutto forse delle alte temperature di questo periodo”. Così Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia, commenta il piano di lavoro presentato dal presidente del Cas, Rosario Faraci. “Trasformare questo ente in una Spa – aggiunge Barbera – e farlo diventare il gestore di tutte le strade dell’isola, ricorda, per efficacia e possibilità di realizzazione, la trovata del presidente della Regione, Crocetta, di convertire l’Ast in una compagnia aerea”. Il segretario generale degli edili della Cisl siciliana mette in evidenza gli insufficienti risultati gestionali del Cas: la Palermo-Messina “versa in condizioni pietose”, e nell’esecuzione dei lavori sul tratto autostradale Messina – Catania, si accumulano ritardi su ritardi, tanto che il tratto, dopo la frana di Capo d’Alì è rimasto a unica corsia. “Il Consorzio Autostradale Siciliano – rincara Barbera – non riesce a occuparsi in maniera appena sufficiente di due fondamentali arterie, come la Palermo-Messina e la Messina-Catania, entrambe a pagamento e pensa di gestire tutte le strade siciliane? Saranno dotati di mulo tutti gli abitanti dell’isola?”. Barbera sollecita l’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pistorio, a firmare l’accordo di programma quadro con l’Anas. “Invece di perdere tempo in progetti irrealizzabili – conclude Barbera- il governo regionale sblocchi l’intesa ferma da due anni nei cassetti”.

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