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Palermo – Parcheggi nell’area universitaria: polemica sugli stalli a pagamento

Gaspare Ingargiola

Palermo – Parcheggi nell’area universitaria: polemica sugli stalli a pagamento

giovedì 21 Luglio 2016

Lo scontro tra comitati studenteschi, Università e azienda concessionaria va avanti dal 2009. Gli studenti: necessario evitare spese eccessive per chi vive la cittadella ogni giorno

PALERMO – Continua il braccio di ferro (a tre) fra i comitati studenteschi, il rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari e l’azienda concessionaria sui nuovi varchi di ingresso alla cittadella di viale delle Scienze che consentono l’accesso solo agli automobilisti disposti a pagare il parcheggio. Per i comitati è un modo per vessare ulteriormente gli studenti che già pagano fior di tasse, mentre il rettore ricorda che la decisione è stata presa dall’amministrazione precedente, targata Roberto Lagalla.
Tutto è iniziato il 6 agosto 2009, quando, dopo che l’Amministrazione Lagalla aveva cercato tramite una manifestazione di interesse un’azienda privata cui affidare il servizio, il Cda approvava una prima bozza di convenzione. Già l’indomani, il 7 agosto, veniva stipulato il contratto, anche se ci vorranno ben sei anni e diverse riscritture per vedere la fine dell’iter burocratico con l’installazione di varchi, telecamere e distributori di tagliandi. A gestirli per nove anni sarà l’Associazione temporanea di imprese composta da Eltron, Medprom e Autoservizi Inzerillo. È il rettore Micari in persona, in una lettera al personale e agli studenti, a mettere nero su bianco che, a suo parere, “aver concesso gli spazi di Viale delle Scienze e aver affidato il servizio di parcheggio a pagamento a un’associazione temporanea di imprese esterna, senza alcun vantaggio per il nostro ateneo ad eccezione di un servizio di navetta all’interno del campus, sia stato un errore di valutazione da parte della precedente Amministrazione. Di fatto si sono dati in concessione spazi dell’Ateneo a ditte private esterne che ne conseguiranno un rilevante utile, senza – ha sottolineato  Micari – che la nostra Università ne ritragga un corrispettivo diretto o anche solo indiretto in termini di servizi per gli studenti”.
Alla base della scelta dell’Amministrazione Lagalla ci sarebbe stata la necessità di ripristinare l’ordine nella caotica circolazione interna alla Cittadella, nel 2009 ingolfata da una popolazione di oltre 60 mila studenti e un numero di docenti e dipendenti superiore a quello odierno. Una motivazione legittima ma che per gli studenti del Comitato No Uniparking, che hanno anche messo su un sito web, si poteva risolvere coinvolgendo maggiormente l’Amat, che all’epoca aveva anche partecipato alla manifestazione di interesse, e incentivando dunque il trasporto pubblico con sconti e agevolazioni.
“Ormai – ha ammesso il Comitato No Uniparking – restano solo due strade: l’annullamento della delibera per motivi legati alla giustizia amministrativa o la rescissione unilaterale della stessa con conseguenza di una penale milionaria per il nostro Ateneo. In questo momento, purtroppo, non ci sentiamo di definire perseguibile nessuna di queste due strade”. Ipotesi confermata dall’attuale inquilino di Palazzo Steri: “Fin dalle prime settimane del mio mandato ho chiesto al mio delegato per le questioni giuridiche dell’Ateneo, il professor Enrico Camilleri, di verificare se vi fossero possibilità di un disimpegno dal contratto. La verifica ha avuto purtroppo esito negativo, non essendo stata contrattualmente contemplata che una facoltà di exit da parte dell’Ateneo, esercitabile unicamente al termine dei primi cinque anni, peraltro con l’ulteriore iugulatoria previsione dell’obbligo di rifondere all’Ati non solo costi e investimenti sostenuti, ma anche il 10% del mancato utile riferito ai restanti quattro anni”.
“Quello che vogliamo – hanno chiesto gli studenti – è garantire che la vergogna del parcheggio a pagamento non comporti un esborso monetario eccessivo per chi vive ogni giorno la nostra cittadella. Ci concentriamo a tal proposito sulla proposta, sempre più reiterata da parte dell’Amministrazione, di limitare il numero di abbonamenti concessi agli studenti, ai docenti e al personale tecnico. Tale limitazione non è prevista nella convenzione e pertanto non costituisce una scelta obbligata da parte dell’Amministrazione che dovrebbe invece, a nostro parere, pretendere che sia rispettata la convenzione stessa, in cui si prevedono anzi chiaramente invece gli abbonamenti annui per ciascuna di queste tre categorie. Limitare gli abbonamenti – hanno aggiunto – vuol dire costringere studenti, docenti e personale tecnico a pagare centinaia di euro all’anno per potere accedere a Viale delle Scienze, moltiplicando esponenzialmente gli introiti per l’azienda”.
I problemi più gravi sarebbero “il servizio di navetta interna, in particolare la frequenza di passaggio e il numero di posti previsti, irrisori rispetto alla mole della popolazione universitaria; la navetta esterna poco efficiente, in quanto è previsto un tragitto unico con esclusione di alcuni plessi distaccati; non sono state prese in considerazione le possibili conseguenze per la viabilità cittadina e in particolare di via Ernesto Basile; la popolazione universitaria, costretta a parcheggiare fuori dalla cittadella causerebbe, ai residenti della zona, notevoli difficoltà a trovare parcheggio”.
Altro motivo di preoccupazione per gli studenti è la possibilità che, dopo i primi test di luglio, l’Ati avvii la fase sperimentale a settembre, “con il rischio di code di automobili fino a piazza Indipendenza”. Una possibilità categoricamente “esclusa” da Micari, perché bisogna “consentire il regolare e fluido accesso alla cittadella universitaria nel corso delle settimane dedicate all’effettuazione dei test di ingresso ai diversi corsi di studio”.
 

 
Le ragioni del rettore in una lettera agli studenti
 
PALERMO – A proposito degli abbonamenti, Micari ha replicato al Comitato No Uniparking che la commissione tecnica da lui istituita per affrontare la delicata questione “ha immediatamente rivolto la sua attenzione alla massimizzazione del numero di abbonamenti (annuali o mensili) messi a disposizione delle diverse categorie, in contrasto con la posizione dell’associazione concessionaria, evidentemente incline a massimizzare il proprio profitto legato all’emissione di biglietti per la sosta oraria. Altro snodo cruciale ha poi riguardato la determinazione delle condizioni volte ad assicurare la certezza della disponibilità dello stallo a tutti coloro i quali fossero in possesso di abbonamento o di biglietto per la sosta oraria. La trattativa si è arenata dinanzi alla contestuale e non negoziabile richiesta dei privati di prolungare la durata del contratto (oltre i nove anni già previsti, a far data dal momento di effettivo inizio dell’attività!). Tale richiesta, oltre che a mio avviso assolutamente inaccettabile dal punto di vista politico – ha attaccato Micari -, è tuttavia stata ritenuta non plausibile da un parere dell’Avvocatura dello Stato e per tale ragione del resto già respinta dal precedente Consiglio di amministrazione”.
In conclusione, per il rettore “è fin troppo evidente che il contratto, sia per la sua formulazione sia per il cospicuo lasso di tempo intercorso dalla sua stipula, evidenzia lacune che non ne consentono l’immediata applicazione e richiedono la codeterminazione negoziale di clausole e termini attuativi. Indeterminati sono allo stato il numero di abbonamenti mensili e annuali previsti, il numero complessivo degli stalli disponibili all’interno del perimetro del campus, le condizioni tecniche atte ad assicurare che ogni utente in ingresso abbia certezza della disponibilità di uno stallo libero al momento del ritiro del biglietto e ancora quelle a presidio dell’effettività dei diritti contrattuali acquistati dal sottoscrittore di un abbonamento. Non più attuali, peraltro, sono le griglie tariffarie relative agli abbonamenti, imponendosi per esse, con riferimento alla popolazione studentesca, la completa rideterminazione che rifletta criteri di progressività in funzione del reddito, oggi determinato in base al modello ISEE”.
Il rettore Micari ha inviato una diffida all’azienda e ha chiesto di riprendere i negoziati.

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