Consorzi di bonifica, scongiurati i tanto temuti danni economici - QdS

Consorzi di bonifica, scongiurati i tanto temuti danni economici

Michele Giuliano

Consorzi di bonifica, scongiurati i tanto temuti danni economici

martedì 02 Agosto 2016

Stanziati anche 3,7 mln € per contenere l’aumento dei canoni irrigui, dovuto al taglio dei trasferimenti. La Regione ha sbloccato l’ultima tranche di fondi, pari a 15 mln e 700 mila €

PALERMO – Scongiurati danni economici e passività per gli 11 Consorzi di bonifica della Sicilia che gestiscono l’erogazione idrica per l’agricoltura dei rispettivi territori. La Regione ha infatti sbloccato l’ultima tranche di fondi su cui sino all’ultimo c’è stata incertezza per via delle non facili condizioni finanziarie del bilancio di Palazzo d’Orleans.
Soldi che se non stanziati rischiavano di lasciare dei buchi nei bilanci dei consorzi stessi che fortunatamente non ci saranno: “Sono stati sbloccati 15 milioni e 700 mila euro per i Consorzi di bonifica – comunica Vincenzo Vinciullo, presidente della commissione Bilancio e programmazione all’Ars -. Con lo sblocco della somma tutto lo stanziamento pari a 32 milioni di euro risulta ormai impegnato in modo da poter pagare soprattutto gli stipendi dei lavoratori che da oltre 7 mesi attendono di essere pagati”.
Le belle notizie però non si fermano soltanto qui: infatti sono stati stanziati altri 3,7 milioni per contenere gli aumenti delle tariffe dei canoni irrigui e per consentire la prosecuzione dell’irrigazione nei Consorzi di bonifica. Soldi che arrivano come manna dal cielo per gli agricoltori i quali hanno seriamente rischiato di vedersi arrivare tra capo e collo delle super bollette per la prenotazione dell’acqua per completare la stagione irrigua. In alcune province c’erano stati anche aumenti record del 300 per cento. L’aumento era stato predisposto da diversi Consorzi, frutto della conseguenza di una legge che proprio l’Ars aveva approvato nel 2015, con la quale si prevede il taglio dei trasferimenti dalla Regione del 10 per cento l’anno fino al 2020, quando questi organismi di gestione dell’acqua per l’agricoltura avrebbero dovuto camminare con le proprie gambe. Questo ha determinato un aumento dei canoni irrigui diretti ed indiretti.
C’è da dire che in proposito nelle settimane scorse in qualche modo l’aula di Palazzo d’Orleans ci aveva messo una pezza inserendo nell’articolo 32 della finanziaria il blocco dei canoni irrigui al 2015. Complessivamente però restano i problemi di questo apparato oggettivamente sgangherato. I Consorzi di bonifica infatti sono 11 con un personale mal distribuito che per di più deve fare i conti con condotte obsolete e scarsamente  oggetto di manutenzione negli anni, con la conseguenza che, da una stima fatta dallo stesso assessorato regionale all’Agricoltura, circa il 40 per cento dei terreni agricoli in media nelle province siciliane non viene raggiunto dall’acqua degli invasi.
In tal senso Agrinsieme Sicilia, coordinamento tra Confagricoltura, Cia e Alleanza delle cooperative, ha avuto un recente incontro con i componenti della II Commissione dell’Ars presieduta da Vincenzo Vinciullo, a cui ha partecipato l’assessore Alessandro Baccei. Il tema in discussione è stato  quello dei Consorzi di bonifica alla luce delle recenti disposizioni normative che ne hanno ridotto le assegnazioni finanziarie per il loro funzionamento. “Occorre puntare sulla riforma di questi Enti – hanno sottolineato i rappresentanti delle organizzazioni agricole – ma in attesa di ciò è necessario salvare le produzioni siciliane di pregio in atto”.
Un no secco è stato dato all’ipotesi di chiedere degli aumenti retroattivi dei canoni, considerata fuori da ogni logica economica e imprenditoriale: “Gli imprenditori – hanno aggiunto i rappresentanti di categoria – devono essere messi nelle condizioni di sapere quanto incidono le singole voci di costo per potere stabilire, in anticipo, la convenienza o meno dell’investimento colturale da effettuare”.

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