Privatizzazione acqua, un imbroglio mediatico - QdS

Privatizzazione acqua, un imbroglio mediatico

Carlo Alberto Tregua

Privatizzazione acqua, un imbroglio mediatico

sabato 28 Novembre 2009

Legge anti-infrazioni Ue
 

È stata pubblicata sulla Guri n. 274/09, supplemento ordinario, la legge approvata in via definitiva dalla Camera che si è preoccupata di recepire la direttiva europea n. 166/09 con forte ritardo, per evitare che l’Ue aprisse procedure di infrazione nei confronti dell’Italia. Stampa, giornali e televisioni, poco informati, hanno centrato la comunicazione sulla supposta e pretesa privatizzazione dell’acqua.
È veramente incomprensibile pensare che vi siano giornalisti che scrivono senza documentarsi. Con ciò commettendo errori che inducono la pubblica opinione a essere male informata. Vediamo di che si tratta.
La legge appena approvata è composta da 34 articoli che spaziano da veicoli fuori uso (1) a sicurezza ferroviaria (2), ad appalti (3) a guardia costiera (3 bis), autostrade (3 ter), lampadine da elettrodomestici (3 quater), Expo Milano (3 quinquies) e via enumerando. Solo un articolo e precisamente il 15, si occupa di una blanda regolarizzazione delle partecipate pubbliche. 

Linda Lanzillotta, ministro per le Regioni, del governo Prodi, aveva tentato con un disegno di legge, di liberalizzare il mercato dei servizi locali. Ma rifondaroli e compagni della sinistra fecero accantonare il ddl. Il centrodestra è riuscito a fare passare questa piccola liberalizzazione, ma essa rimane subordinata al sistema pubblico che dovrebbe avere il compito di indirizzo e controllo ma non quello della gestione, per evitare di cadere nelle tentazioni di chi mette le mani nella marmellata.
Sono esclusi dalla privatizzazione i servizi di distribuzione di gas naturale, di energia elettrica, gestione di farmacie comunali e trasporto ferroviario regionale. Inoltre, la legge consente la partecipazione degli enti pubblici nelle società con soci privati, i quali debbono essere selezionati con gare di evidenza pubblica ed avere una partecipazione di almeno il 40 per cento.
Tutte le gestioni in house esistenti al 22 agosto 2008 cessano il 31 dicembre 2011. La normativa dettaglia altre fattispecie che possono essere lette su Internet. Dunque in nessuna parte della legge si parla di servizi riguardanti la distribuzione dell’acqua e quest’ultima parola non è mai menzionata.

 
Non solo è stata diffusa falsità da un’informazione sbagliata, quando si è riferita agli acquedotti, ma l’errore volutamente indotto alla pubblica opinione riguarda il concetto di privatizzazione dell’acqua che, essendo un bene naturale, non può mai essere oggetto di attività produttive.
Tuttavia per addurre, trasportare e consegnare l’acqua agli utenti occorrono impianti e manutenzione, con consumo di energia e con spese generali proprie di un’impresa di servizi. Sono proprio queste spese che coloro che usano l’acqua (pubblici e privati) devono pagare e non l’acqua in quanto tale.
Non si capisce dove sia lo scandalo di fronte ad una situazione pacifica sulla quale nessuna persona di buon senso dovrebbe muovere obiezione alcuna. Ripetiamo che un solo articolo sui 34 si è occupato della liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Scrivere informazioni sbagliate è un pessimo servizio e di tanto dovrebbero scusarsi coloro che l’hanno fatto.

Continuando l’esame della legge, vogliamo sottolineare la Robinson list (20 bis) la quale prevede l’istituzione di un registro in cui si potrà chiedere di inserire il proprio numero di telefono per manifestare la volontà di opporsi alle telefonate pubblicitarie e, ancora, la norma che estende la validità del passaporto a dieci anni (20 ter), per ottenere la quale è obbligatorio farsi rilevare le impronte digitali.
Vi è poi un articolo che tutela il Made in Italy che può essere apposto sull’oggetto per il quale il disegno, la progettazione, la lavorazione e il confezionamento sono compiuti esclusivamente sul territorio italiano (16). Vi è una norma concernente il recepimento di direttive comunitarie relative a etichettatura, presentazione e pubblicità di prodotti alimentari (6), un’altra che riguarda il numero di emergenza unico europeo (8) che diventa il 112 da qualunque parte si chiami. Ecco di che tratta la legge anti-infrazioni, altro che privatizzazione dell’acqua.

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