Servono siciliani con credenziali e referenze - QdS

Servono siciliani con credenziali e referenze

Carlo Alberto Tregua

Servono siciliani con credenziali e referenze

venerdì 05 Agosto 2016

Nuovi requisiti per la Classe politica

Il ceto politico ha dato il buon esempio stabilendo che l’Assemblea regionale resti chiusa dal 10 agosto al 6 settembre per 28 giorni. I poveri deputati regionali hanno lavorato moltissimo durante i trascorsi undici mesi e hanno bisogno di temprare le forze per la ripresa, che sarà estremamente difficile.
Ma intanto, percepiscono regolarmente stipendi, indennità, rimborsi spese e quant’altro, mentre la loro previdenza continua ad accumularsi per consentire loro di ottenere un ricco assegno quando malauguratamente dovessero finire la loro carriera di legislatori. Salvo trovare altra collocazione nella miriade di Consigli di amministrazione o di altri organi pubblici ove vanno i trombati e simili, a condizione che siano nullità.
Ed è proprio nullità la parola adatta per i senzamestiere, perché non servono a nessuno e non servono nessuno, salvo che se stessi, i propri amici e i propri familiari.

Non c’è che dire, i privilegiati generano privilegiati e chi non lo è cerca di diventarlo. Esattamente il contrario di uno scenario democratico improntato su merito e responsabilità, in cui a tutti è data la stessa posizione di partenza, mentre poi ognuno avanza in base a quello che sa fare e a come lo fa.
Questo ceto politico ne ha generato uno burocratico scadente, in cui però vi sono valorosi dirigenti e dipendenti molto buoni, che non riescono, però, a far marciare sui binari dell’ordinaria amministrazione la Pa.
Da settembre 2016 a ottobre 2017 vi sono circa 14 mesi per le elezioni. In questo lasso di tempo è necessario che si prepari una nuova generazione di politici, capaci di ribaltare la situazione della Regione, trasformandola da uno stipendificio a un Ente propulsore dell’economia, per l’aumento di Pil e occupazione.
Ci vogliono, perciò, siciliani di valore, non importa se giovani o vecchi, se uomini o donne, che abbiano credenziali e referenze, in condizione di mettere sul piatto della scelta dei cittadini la loro storia (se di una certa età) o la loro potenzialità (se ancora relativamente giovani).
Non è più possibile che la scelta dei siciliani si orienti su persone inutili agli altri e a se stessi, totalmente incapaci di fare un lavoro delicato e complesso come quello di amministrare la Regione siciliana, un Ente con un bilancio da 16 miliardi, oltre i fondi Ue e quelli statali.
 

La credenziale è un documento con cui una persona viene accreditata presso i terzi. Nel caso di elezioni politiche, presso l’elettorato. In verità, è un documento utilizzato nella diplomazia, ma esso può essere usato in qualunque campo e qui in quello politico.
Il termine referenza si riferisce alle informazioni circa le qualità morali e le capacità professionali di una persona. Questo documento viene usato da tutti i dirigenti privati, fra cui i direttori d’albergo. A forza di accumulare referenze, un professionista viene qualificato e si mette nelle condizioni di avere credito professionale.
Credenziali e referenze non esistono nella Pubblica amministrazione (né nella politica), ove si dovrebbe entrare per concorso (art. 97 della Costituzione), per la verità poco usato in questi ultimi decenni. Ma il concorso è una prova iniziale, non può valere per tutta la vita. I dirigenti pubblici dovrebbero essere soggetti a prove professionali ogni triennio per valutarne la crescita, nonché il mantenimento delle iniziali capacità verificate dal concorso.
 
Nel settore privato i dirigenti sono sottoposti a continui esami, costituiti dal raffronto fra risultati e obiettivi. Non si capisce perché nella Pubblica amministrazione non debbano essere utilizzati questi metodi meritocratici che consentano di aumentare la produttività del lavoro, migliorare l’efficienza dei servizi, diminuire la spesa e ottenere il miglior rapporto fra costi e benefici.
Ovvero si capisce: merito e responsabilità sono contrari a raccomandazioni, favori e clientele. Finché prevarranno questi ultimi modi, sarà impedito con ogni sforzo l’introduzione dei valori richiamati, che producono, ripetiamo, produttività ed efficienza.
La spesa pubblica si può diminuire di qualche decina di miliardo, ma il compito improbo del Governo è maggiore, laddove voglia far ritornare a uno standard di normale efficienza il funzionamento di tutto l’apparato pubblico. Per raggiungere questo obiettivo è necessario tagliare favori e privilegi. Per far questo ci vogliono bravi siciliani che possiedano credenziali e referenze e non abbiano padroni.

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