Smaltimento rifiuti: più costi, meno efficacia - QdS

Smaltimento rifiuti: più costi, meno efficacia

Rosario Battiato

Smaltimento rifiuti: più costi, meno efficacia

mercoledì 10 Agosto 2016

In Sicilia (senza impianti energetici) la spesa per famiglia è più elevata della media nazionale. Record per Veneto e Trentino. Nei modelli Piemonte e Lombardia si registrano costi inferiori e sistema perfettamente in equlibrio

PALERMO – Lo smaltimento dei rifiuti ai comuni italiani è costato 21,2 miliardi in appena 30 mesi. Sono questi i costi dei contratti di servizio pagati dagli amministratori locali di tutta Italia secondo la nota scientifica “L’economia dei rifiuti nei comuni italiani” realizzata e diffusa ieri dall’Istituto Demoskopika. I siciliani continuano a pagare costi più elevati della media nazionale, un dato collegato a un servizio che, complice l’insostenibilità del sistema di impiantistica, ha dimostrato tutte le sue falle e le enormi criticità.
La distribuzione geografica per regione, analizzando gli incassi medi per ogni nucleo familiare, piazza in cima alla classifica la Toscana con 992 euro pro-capite (gettito da 1,7 miliardi), seguita dalla Liguria con 966 euro pro capite (747 milioni di euro) e quindi dall’Umbria con 941 euro pro capite (361 milioni) che chiude il podio. A poche decine di euro di distanza troviamo la Puglia (939 euro pro capite, 1,4 miliardi) e la Campania (911 euro, 1,9 miliardi). Restando sempre nell’area posizionata al di sopra della soglia media italiana di 760 euro per nucleo familiare, troviamo l’Emilia Romagna con 881 euro (1,7 miliardi), l’Abruzzo a 855 euro pro capite (475 milioni), le Marche con 825 euro pro-capite (532 milioni di euro) e la Sardegna con 792 euro pro-capite (570 milioni di euro). Appena sopra la media nazionale si colloca anche la Sicilia con 777 euro pro capite (1,5 miliardi milioni di euro), che si piazza sopra Piemonte con 770 euro pro-capite (1,5 miliardi) e Basilicata con 763 euro (177 milioni di euro).
Nella fascia economica troviamo il Lazio con 738 euro pro capite, la Valle d’Aosta con 714 euro, la Lombardia con 628 euro e la Calabria con 590 euro. Meglio di tutti hanno fatto i comuni friulani che hanno incassato dalla tassa sui rifiuti circa 586 euro per ciascun nucleo familiare, il Molise con 575 euro pro capite, il Veneto con 531 euro e, infine, il Trentino Alto Adige con un prelievo di appena 111 euro.
Di fatto le Regioni con alcuni dei migliori sistemi di gestione spendono di meno dell’Isola. Ad esempio c’è il Piemonte, dove fino a qualche settimana fa la Sicilia avrebbe dovuto inviare i suoi rifiuti, ma anche la Lombardia e il Veneto, cioè tutte realtà con valori di differenziata superiori al 50% e impianti di valorizzazioni energetica del rifiuto.
La geografia italiana dei pagamenti più rilevanti in valore assoluto premia le amministrazioni lombarde con 2,7 miliardi di euro, le laziali con 2,6 e le campane con 2,4. Questi tre blocchi assieme definiscono circa il 40% delle spese in tutta Italia.
La città più cara d’Italia è Roma. Nella Capitale la spesa sostenuta per garantire il contratto di servizio per lo smaltimento dei rifiuti raggiunge un ammontare complessivo di ben 1,5 miliardi di euro, pari a 1.121 euro per nucleo familiare. Costi in crescita del 34,4% nel 2015 rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. A seguire troviamo Milano con una spesa pro-capite pari a 1.110 euro (805 milioni di euro), Genova con una spesa pro-capite pari a 1.104 euro (325 milioni di euro), Torino con una spesa pro-capite pari a 1.089 euro (478 milioni di euro). La prima delle siciliane è Messina al quinto posto nazionale con una spesa pro-capite pari a 1.088 euro (109 milioni di euro). Tra le più economiche, invece, c’è proprio Catania con 87 milioni di spesa complessiva e un dato pro capite pari a 638 euro.

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