Risorgimento Sicilia, l'Associazione dei siciliani per bene - QdS

Risorgimento Sicilia, l’Associazione dei siciliani per bene

Carlo Alberto Tregua

Risorgimento Sicilia, l’Associazione dei siciliani per bene

venerdì 12 Agosto 2016

I cittadini protagonisti, non sudditi

Se la Sicilia si trova in questa situazione disastrosa, fanalino di coda in quasi tutti  i parametri europei di benessere e di qualità della vita, va individuata la relativa responsabilità. Essa è di chi ha il primato della guida della Regione e dei Comuni. Se un Comune va bene è merito del sindaco, se un Comune va male è demerito del sindaco: limpido, cristallino.
Se la Sicilia va bene è merito di Presidente e Giunta regionale, se va male è colpa di Presidente e Giunta regionale: limpido, cristallino.
Il benessere o malessere della Sicilia si misurano attraverso due indici sintetici riconosciuti in tutto il mondo: l’indice del Prodotto interno lordo e l’indice relativo alla disoccupazione. La Sicilia progredisce se Pil e occupazione si incrementano; regredisce in caso contrario.
Ora, basta confrontare i due indici di questi ultimi otto anni con quelli delle regioni europee che stanno in cima alla classifica, per vedere come queste Classi politica e burocratica siano venute meno ai propri doveri e ai propri compiti ed abbiano relegato la nostra meravigliosa Isola agli ultimi posti della classifica.   

Per questo motivo, l’attuale Classe politica, ormai vecchia e ammuffita, deve andare a casa, per essere sostituita da una nuova classe politica che abbia nel merito, nella professionalità e nella capacità di amministrare con intelligenza ed onestà le istituzioni, i requisiti essenziali che non sono stati presenti nella vecchia Classe politica, almeno negli ultimi venti anni, caratterizzati da tre Presidenti della Regione che sono stati la causa del disastro attuale.
Ma non basta indicare nei vertici istituzionali la responsabilità di quanto accaduto. Occorre segnalare che la responsabilità maggiore è stata quella dei siciliani suddivisi ancora in due grandi categorie: una minoranza che ha collaborato con questa Classe politica, nutrendosi nel brodo del favore e del clientelismo e lucrando personalmente di ogni genere di beneficio; e la  maggioranza dei siciliani che non ha avuto la voglia o la forza di interessarsi al funzionamento delle istituzioni, pensando di non avere gli strumenti per incidere su di esse.
 

Ancor maggiore responsabilità è di quella parte dei siciliani che rappresenta la Classe dirigente, stimata in circa il 10 per cento della popolazione e cioè 500mila persone. Questa Classe dirigente, anch’essa si divide in due parti: quella che ha lucrato della contiguità con i cattivi gestori della Cosa pubblica; e l’altra parte, che è rimasta silente, senza far sentire la propria voce, diventando connivente di chi ha agito male.
In democrazia è indispensabile che i Cittadini per bene si facciano sentire quando le cose vanno male, non solo criticando aspramente le azioni nefande intraprese dal ceto politico, ma esprimendo le proprie critiche costruttive (cioè corredate di soluzioni), attraverso i social, nonché quotidiani, radio e televisioni regionali e locali.
Ma anche aprendo banchetti spontanei nelle piazze di tutti i Comuni con striscioni che evidenzino le incapacità amministrative di coloro che indegnamente occupano i posti di responsabilità, votati da una minoranza di cittadini: coloro che si aspettavano favori dagli eletti.  

Dallo scenario che precede, si evince il nostro convincimento, derivante dalla maggioranza silenziosa dei siciliani e dalle centinaia di fonti di informazioni che ogni giorno pervengono in redazione, che la misura è colma. Per cui, nei prossimi quindici mesi bisognerà che i siciliani per bene si organizzino per cacciare a pedate questa Classe politica e burocratica e sostituirla con quei siciliani che abbiano credenziali e referenze di prim’ordine, avendo dimostrato di essere capaci e integerrimi.
C’è già il Movimento Cinquestelle che può impersonare il nuovo. Purtroppo, gli attuali 14 consiglieri regionali, qualche sindaco e tanti consiglieri comunali non hanno ancora dato prova di capacità amministrativa e legislativa, data anche la loro inesperienza, ma sulla cui onestà nessuno può dire alcunché.
Occorre perciò una nuova organizzazione sociale che colmi questo vuoto e dia le gambe alla crescita della Sicilia: essa è Risorgimento Sicilia, l’associazione dei cittadini per bene.  Ne riparleremo.

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