Riscossione Sicilia, storia di un fallimento - QdS

Riscossione Sicilia, storia di un fallimento

Raffaella Pessina

Riscossione Sicilia, storia di un fallimento

mercoledì 17 Agosto 2016

Corte dei Conti: perdite del bilancio, dai 40 milioni del 2010 ai 9,2 del 2015. Lentini (Comm. antimafia): “Rimuovere subito Fiumefreddo”

PALERMO – “L’avvocato Antonio Fiumefreddo deve essere rimosso immediatamente da presidente di Riscossione Sicilia S.p.A. perché in conflitto di interessi e rinviato a giudizio per gravi reati penali”. E’ quanto ha chiesto Totò Lentini, componente della Commissione regionale antimafia, attraverso una mozione di censura presentata al presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e che impegna il Presidente della Regione Crocetta alla immediata rimozione di Antonio Fiumefreddo.
Secondo Lentini, “l’avvocato Fiumefreddo esercita la propria funzione in una condizione di palese e continuo conflitto di interessi tra il ruolo di presidente della società regionale di riscossione e quello di leader di un nuovo movimento politico. A ciò si aggiunge la richiesta una imputazione coatta da parte del Gip di Catania, Maria Paola Cosentino che per ben due volte ha rigettato una richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura per i reati di truffa e patrocinio infedele rinviando lo stesso a giudizio. I reati contestati, se comprovati, inciderebbero sulla deontologia professionale dello stesso e sulla trasparenza e legalità nella conduzione del delicato organismo. Da ultimo, ma non meno grave, l’omesso riscontro all’attività ispettiva da parte dei componenti del Parlamento siciliano effettuata per verificare la regolaritàdelle attività svolte come presidente della SpA. alla quale la società di riscossione – nonostante il potere ispettivo riconosciuto ai deputati regionali nell’esercizio delle loro funzioni – si sarebbe sottratta”.
“Il negato accesso agli atti, in spregio alla normativa vigente, è una chiara manifestazione di arroganza del potere e di delirio di onnipotenza – conclude Lentini -. Il permanere di Fiumefreddo alla guida di Riscossione Sicilia S.p.A. non da garanzie di corretto andamento, è un oltraggio alla Sicilia e ai siciliani ed una palese violazione delle norme di buona amministrazione, legalità e trasparenza degli enti sottoposti a controllo e vigilanza da parte della Regione. Temi, questi, sono ben cari al Presidente della Regione Crocetta al quale chiedo un intervento risolutorio forte che liberi i siciliani dal sospetto di una mala gestio”.
Negli ultimi mesi non c’è stata pace per Fiumefreddo, al quale sono in molti a chiedere conto e ragione anche sulle criticità legate alla gestione della partecipata ed evidenziate dalla Corte dei Conti nella relazione sul rendiconto generale della Regione siciliana per l’esercizio finanziario del 2015. “L’andamento della Riscossione in Sicilia – si legge – ha continuato a risentire, nel corso del 2015, del contesto socio-economico sfavorevole, caratterizzato da un persistente alto tasso di disoccupazione e dalla lenta ripresa dei fattori produttivi: ciò in controtendenza con il dato nazionale che, invece, ha registrato un incremento dell’11,2 per cento sulla riscossione da ruoli. L’attività esecutiva è stata fortemente condizionata e rallentata da tutte le misure legislative introdotte per mitigare l’incisività del prelievo fiscale nei confronti delle fasce economiche più deboli, attraverso la concessione di dilazioni e rateizzazioni del carico tributario che, se da una parte hanno cercato di ricostruire rapporti collaborativi con i contribuenti, al fine di limitarne la conflittualità, dall’altra hanno inciso inevitabilmente sui tempi della riscossione, destinati a protrarsi per anni anche per carichi fiscali modesti”.
Per la Corte dei Conti nel 2015 la società partecipata non ha raggiunto l’obiettivo previsto dalla convenzione, cioè l’incremento del 5% rispetto a quanto incassato nel 2014. La riscossione coattiva è stata giudicata poco incisiva, e richiede una nuova strategia per il miglioramento della performance della società “tanto sotto il profilo dell’adozione di sinergie operative con enti o strutture operanti nel perimetro dell’azione societaria (Equitalia, Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza ed enti locali interessati) quanto sotto il profilo di una radicale riorganizzazione aziendale, volta al raggiungimento dell’equilibrio economico-patrimoniale secondo logiche di efficienza”.

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