Corte dei conti, pioggia di assunzioni in Sicilia - QdS

Corte dei conti, pioggia di assunzioni in Sicilia

Raffaella Pessina

Corte dei conti, pioggia di assunzioni in Sicilia

giovedì 18 Agosto 2016

“Esubero di dipendenti causato da cattivo uso del settore pubblico”. Spesa per il personale delle partecipate: 190 mln nel 2015

PALERMO – “Complessivamente, nell’ultimo quinquennio i costi del personale, al netto delle società in liquidazione e di quelli per rapporti di collaborazione o atipici, superano la cifra di 1,3 miliardi di euro”.  La Corte dei Conti nel suo giudizio di parificazione del rendiconto del bilancio 2015 della Regione siciliana ha evidenziato come “in occasione dei precedenti giudizi di parificazione siano state messe in luce le cause strutturali che negli anni hanno innalzato il livello della spesa per il personale”.
Nella relazione si spiega che sono stati evidenziati i fattori di rigidità e di resistenza che hanno impedito il processo di razionalizzazione della spesa.
L’esubero di personale è stato causato da un cattivo uso del settore pubblico per “arginare – attraverso politiche assunzionali di portata superiore alle effettive esigenze – il disagio sociale derivante dal basso grado di occupazione e dalla debolezza del tessuto produttivo”. Non solo, ma queste eccessive assunzioni hanno determinato la necessità di allargare il settore pubblico attraverso enti ed organismi esterni.
Inoltre viene sottolineato come a maggiore danno di questa situazione siano proliferate “le posizioni dirigenziali, la creazione di uno statuto giuridico ed economico di favore, le ingiustificate disarmonie rispetto agli altri comparti del pubblico impiego”. Si è reso necessario quindi apportare degli aggiustamenti contraendo la spesa per il personale che nel 2015 si è ridotta del 2,1%, mentre nel quinquennio 2011 – 2015 la spesa per retribuzioni e pensioni è complessivamente diminuita del 12,3 % (212 milioni di euro).
Il personale di ruolo in servizio alla regione nel 2015 si è attestato a 16.341 dipendenti. Accanto al personale di ruolo occorre considerare un contingente di 2.666 unità che l’amministrazione indica come “ad altro titolo utilizzato” (217 unità) o “cui è stato esternalizzato un servizio” (2.449 unità), ma che gravano sul bilancio regionale. Poi vi sono gli stagionali del Corpo forestale della Regione e del Dipartimento dello sviluppo rurale (ex Azienda regionale foreste demaniali). Il pagamento di queste unità non ricade in capitoli di spesa per il personale ma viene diluito in numerosi capitoli del bilancio regionale, assorbendo anche risorse extraregionali, per una cifra complessiva che si attesta a circa 250 milioni di euro.
La Corte sottolinea nella sua relazione che se questi stagionali venissero passati come personale di ruolo, “incrementerebbero il volume delle spese del personale regionale di oltre il 27%”. Anche i costi del personale delle società partecipate determinano un impatto considerevole sul bilancio regionale. “Dagli ultimi dati forniti dalla Ragioneria generale, incompleti ed in attesa dell’approvazione dei bilanci sociali, i costi del personale delle società partecipate ammonterebbero nel 2015 a quasi 190 milioni di euro, al netto dei dati di società come Riscossione Sicilia S.p.a. (pari a 39,3 milioni nel 2014) ed A.s.t. S.p.a. (38,7 milioni nel 2014) nonché delle società in liquidazione.
Negativo il giudizio della Corte sugli interventi della Regione in merito al personale in servizio. “Negli ultimi tempi il legislatore regionale è intervenuto per rimuovere alcune disarmonie di disciplina, reiteratamente segnalati da queste Sezioni riunite. Tuttavia, l’obiettivo di rendere omogeneo il regime del personale regionale a quello degli altri comparti è stato disatteso”. Le recenti ipotesi di contratto collettivo regionale quadro sono state oggetto di censura da parte delle Sezioni riunite che ha dapprima reso certificazione non positiva (del. n. 2/2016 Ssrr/Ccr) e quindi formulato una serie di rilievi (del. n. 4/2016/Sssrr/Ccr), rimettendo al Governo regionale le necessarie decisioni per adeguarsi all’obiettivo già previsto nella legge di stabilità dello scorso anno.
Il quadro delineato dal legislatore non è ancora definito e gli effetti non saranno valutabili prima del 2017.

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