Regione siciliana, scarso il sistema dei controlli interni - QdS

Regione siciliana, scarso il sistema dei controlli interni

Raffaella Pessina

Regione siciliana, scarso il sistema dei controlli interni

venerdì 19 Agosto 2016

Corte dei Conti: carenze e leggi inapplicate nel settore amministrativo. Inadeguati gli accertamenti sulle partecipate regionali

PALERMO – Una delle situazioni più critiche della Regione siciliana è rappresentata da uno scarso sistema dei controlli interni, sul quale ha posto l’accento recentemente la Corte dei Conti, che ha messo in evidenza tutte le carenze e le leggi rimaste inapplicate in questo settore. è rimasto inattuato il documento sulla riorganizzazione dell’amministrazione (l.r. 7/5/2015 n. 9 art. 49 ) che prevede che la Regione debba provvedere alla rimodulazione degli assetti dell’apparato amministrativo, per ridurre le strutture intermedie, nonché alla rideterminazione dei contingenti di personale da assegnare a ciascun dipartimento sulla base degli effettivi fabbisogni.
Nel 2015, però l’Amministrazione si è articolata in 75 aree e 400 servizi e dal 16 giugno 2016 è sceso a 72 aree e 343 servizi. Il programma non ha tenuto in considerazione una riforma non solo quantitativa ma anche qualitativa, “così da imprimere all’amministrazione – è scritto nella relazione della Corte dei Conti – quell’efficienza e quella tempestività, che, invece, sono indispensabili per un corretto funzionamento”.
In ordine al sistema dei controlli, la Corte osserva che, malgrado una maggiore solerzia del Se.Pi.Co.S. (Servizio di Pianificazione e Controllo strategico) che si occupa di valutare le performance dei dipendenti) e un perfezionamento dell’applicativo Ge.Ko. (relativo al controllo di gestione), non sono stati compiuti significativi progressi. Non è stato ancora costituito l’Oiv (organismo indipendente di valutazione), inoltre la direttiva presidenziale sugli “Indirizzi per la programmazione strategica e per la formulazione delle direttive generali degli assessori per l’attività e la gestione per l’anno 2015”, è stata emanata dal Presidente il 25 maggio 2015, quasi a metà anno, e si continuano ad utilizzare per il 2015 gli stessi criteri di valutazione delle prestazioni previsti negli anni 2007– 2008, elementi che vengono giudicati dalla Corte dei Conti una grave disfunzione per il buon andamento dell’amministrazione.
In particolare, in merito alla performance operativa, la rilevazione si è fondata essenzialmente sui dati forniti direttamente dal dirigente valutato. Inoltre, il controllo di gestione, basato sull’applicativo GeKo è privo di effettività “perché non ancorato alla contabilità analitica per centri di costo, che ne è l’indispensabile supporto” e resta “un controllo soltanto apparente, che non permette di vagliare in modo concreto l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’apparato amministrativo”. Giudicano inoltre inadeguato il controllo sulle partecipate regionali, necessario per effetto dell’armonizzazione contabile, che prevede il consolidamento dei conti regionali anche con i risultati delle società partecipate. Soltanto di recente (2 maggio 2016) sono state approvate le “disposizioni in materia di riordino e liquidazione degli enti pubblici regionali”, mentre per tutto il 2015 si è proceduto con “l’abnorme proliferazione di tali enti, che costituiscono una categoria alquanto eterogenea”.
Dagli accertamenti della Corte è anche emerso che una parte rilevante degli enti sfugge ai controlli sulla verifica dei vincoli di spesa fissati dalle diverse disposizioni di legge. Le Sezioni riunite hanno richiamato fermamente l’attenzione dei competenti organi regionali per un concreto rafforzamento delle attività di verifica sulla trasparenza e sulla prevenzione della corruzione specialmente nei confronti delle società partecipate nonché degli organismi ed enti vigilati o controllati dalla Regione e insiste sulla attivazione dell’Oiv, le cui verifiche contribuirebbero a fare risaltare le criticità complessive dell’apparato amministrativo anche sotto il profilo dell’anticorruzione, le cui attività si dovrebbero integrare con quelle della prevenzione e della corruzione, considerato che la trasparenza rientra fra i parametri di valutazione della performance.

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