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Catania – Ombre sulla gestione dei solarium. Si dimettono Buda e Vecchio

Desiree Miranda

Catania – Ombre sulla gestione dei solarium. Si dimettono Buda e Vecchio

venerdì 19 Agosto 2016

Nel 2011 avrebbero costretto i titolari di un lido balneare ad affidare alcuni servizi alla propria ditta. I due erano dipendenti della società vincitrice dell’appalto per la fornitura del servizio

CATANIA – Si sono dimessi Alfio Vecchio e Orazio Buda, i dipendenti della ditta Napoleon che ha vinto la gara d’appalto in terza istanza, dopo che i primi due sono stati esclusi, per la gestione dei solarium e delle spiagge libere in città. La loro presenza ha scatenato molte polemiche in queste settimane e così, forse, il caso si chiude.
Il problema è che i due non sono semplici cittadini, che in qualità di dipendenti fanno il lavoro per cui sono pagati, ma per la Procura di Catania, nel 2011, in concorso tra loro avrebbero costretto gli imprenditori di un noto lido della playa ad affidare il servizio security e vigilanza della discoteca all’interno dello stabilimento balneare alla ditta di Alfio Vecchio, che secondo la ricostruzione degli investigatori sarebbe stato solo un prestanome di Orazio Buda, al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione antimafia.
Buda infatti, sarebbe gravemente indiziato dei reati di estorsione, trasferimento fraudolento di valori e associazione a delinquere di stampo mafioso, cugino del boss del clan Carateddi, Orazio Privitera, attualmente detenuto in regime di 41 bis. Con le dimissioni sia di Buda che di Vecchio, il paradosso per cui chi è accusato di estorsione per la gestione di un parcheggio ne gestisca uno pubblico sembra essere superato, ma molte sono state le polemiche in città, tanto che l’amministrazione, tramite comunicato, ha affermato: “Il sindaco Enzo Bianco ha chiesto all’assessore alla Polizia municipale Marco Consoli e a quello alla Legalità Rosario D’Agata di verificare con le Autorità preposte la fondatezza di alcune notizie di stampa riguardanti la situazione di taluni dipendenti dell’azienda che si è aggiudicata l’appalto. Nelle normali procedure, viene vagliata e verificata la posizione di proprietà, vertici amministrativi e dirigenti ma non dei lavoratori. Per di più alcuni dipendenti sarebbero stati assunti dopo l’espletamento di procedure e controlli e dopo l’assegnazione provvisoria dell’appalto. Per il resto, l’amministrazione non accetta lezioni da alcuno, soprattutto in un ambito in cui ha fatto luce su tante zone d’ombra”.
Risposta che non è per nulla piaciuta né ad AddioPizzo né a Catania Bene Comune, che chiedono spiegazioni all’amministrazione su tutta la linea. “Nelle spiagge libere catanesi la bandiera della legalità è rossa: il mare della c.d. antimafia è agitato”, scrivono in un comunicato da AddioPizzo.
L’associazione antimafia attacca la condotta amministrativa non solo in merito al bando per la gestione delle spiagge. “Riteniamo ancor più grave la ‘difesa’ del Comune che ‘da solo’ avrebbe ‘avviato tante battaglie per la legalità in tanti settori’ e che per questo ‘non accetta lezioni da alcuno, soprattutto in un ambito in cui ha fatto luce su tante zone d’ombra’ – continuano a scrivere e ironizzano -. Ci chiediamo, con sincera curiosità, quali siano le luci che questa amministrazione avrebbe acceso su tante zone d’ombra della nostra città”.
Il comportamento dell’amministrazione in merito a questa vicenda e non solo, ricordiamo le polemiche per l’inaugurazione della cosiddetta Via degli artisti con Mimmo Di Bella, proprietario della discoteca Empire, ritenuto dalla magistratura prestanome del boss Ieni del clan Pillera-Puntina, scatena anche Catania Bene Comune. Facendo riferimento anche al fatto che Buda avrebbe gestito in passato anche il chiosco comunale di villa Pacini, l’associazione cittadina lo definisce un “precedente inquietante che addensa le ombre sulle infiltrazioni mafiose nella macchina amministrativa comunale e rende ancora più urgente l’intervento della Magistratura e della Prefettura per valutare il livello di infiltrazione mafiosa e l’eventuale scioglimento per mafia del Comune”.

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