Come le abitazioni borboniche riuscivano a superare i terremoti - QdS

Come le abitazioni borboniche riuscivano a superare i terremoti

Bartolomeo Buscema

Come le abitazioni borboniche riuscivano a superare i terremoti

mercoledì 31 Agosto 2016

Dopo un terremoto in Calabria del 1783 , Ferdinando IV emanò un codice per le costruzioni. Un semplice telaio di legno potrebbe salvaguardare molte attuali abitazioni

CATANIA – Quando si parla di norme antisismiche, si fa risalire al Regio decreto del 1906 il primo atto legislativo per la protezione delle costruzioni dai terremoti. Non tutti sanno però, che le prime regole costruttive a prova di terremoto furono emanate da Ferdinando IV di Borbone, due anni dopo il catastrofico terremoto che nel 1783 distrusse gran parte della Calabria meridionale, con circa 30 mila vittime. In quell’occasione fu quindi redatto una sorte di codice per la costruzione degli edifici, che sintetizzava e migliorava alcune tecniche costruttive già adottate in Portogallo dopo lo spaventoso terremoto di Lisbona del 1755.
In sintesi, si raccomandava l’utilizzo di un opportuno telaio di legno inserito all’interno di una generica parete in muratura. Un accorgimento la cui efficacia fu, successivamente, provata durante i due successivi terremoti che colpirono la Calabria. Il primo terremoto fu quello del 1905, con magnitudo 7,1 della scala Richter, che colpì il tratto di costa fra Vibo Marina e Tropea e anche il litorale di Scalea. Ci furono, allora, 557 vittime, 3 mila feriti e circa 300 mila sfollati. Il secondo tragico sisma avvenne il 28 dicembre 1908 che, come noto, interessò anche Messina.
Durante i due eventi sismici, i danni che subirono le case costruite secondo il codice borbonico furono molto contenuti. A dimostrazione di ciò il palazzo di residenza del Vescovo di Mileto, ricostruito dopo il terremoto del 1783 con murature portanti in legno e pietra. L’edificio, ora completamente abbandonato e in evidente stato di degrado, mostra, dopo oltre 200 anni, ancora la sua struttura  muraria senza cedimenti. Un sorprendente risultato di una tecnica costruttiva che, alcuni anni fa, ha avuto un positivo riscontro scientifico: una riproduzione quasi identica di una parete dell’edificio stesso, in scala 1:1, costituita da muratura rinforzata da un’intelaiatura lignea, la quale fu sottoposta a una serie di test nel laboratorio di prove meccaniche dell’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr- Ivalsa) di San Michele all’Adige (Trento).
L’esito dei test fu chiaro: la tecnica costruttiva borbonica è efficace contro i terremoti e potrebbe essere favorevolmente applicata a edifici moderni perché garantisce le condizioni di stabilità confrontabili con quelle richieste dalle attuali norme vigenti.
Le prove meccaniche in laboratorio hanno messo in luce un eccellente comportamento antisismico della parete in muratura e legno che si è dimostrata duttile, cioè in grado di subire elevate deformazioni plastiche prima di giungere alla rottura e di dissipare efficacemente l’energia associata all’evento sismico.
In particolare c’è stata qualche piccola espulsione di muratura, mentre i telai di legno sono rimasti per lo più integri, garantendo così la staticità dell’edificio.

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