Miele d'agrumi, anno nero per l'apicoltura - QdS

Miele d’agrumi, anno nero per l’apicoltura

redazione

Miele d’agrumi, anno nero per l’apicoltura

giovedì 08 Settembre 2016

Una delle peggiori annate da 35 anni con crolli fino al 70 per cento

ROMA – Per l’apicoltura nazionale il 2016 è una delle peggiori annate degli ultimi 35 anni, con un crollo della produzione made in Italy del 70%. Per la raccolta decimata dai cambiamenti climatici e dai pesticidi, con punte di zero produzione per quello d’acacia in Piemonte e Triveneto e per quello di agrumi in Sicilia, sugli scaffali della grande distribuzione non ci sarà quest’anno sufficiente produzione italiana, molto rinomata, e quello presente avrà listini rincarati in media del 20%.
è il grido d’allarme lanciato dal presidente dell’Osservatorio Nazionale Miele, Giancarlo Naldi, e dal presidente Conapi (Consorzio nazionale Apicoltori) Diego Pagani, in un incontro alla presenza del vice ministro alle Politiche agricole Andrea Olivero. Su 1,5 milioni di alveari, da Nord a Sud, colpite in particolare le due grandi produzioni, acacia e agrumi, dell’apicoltura professionale, le 20mila Partite Iva che fanno il mercato, a cui si aggiungono 23 mila produttori per autoconsumo.
Il livello tecnico dell’apicoltura italiana, è stato sottolineato nell’incontro, è considerato n. 1 al mondo, e la qualità del miele made in Italy rinomata anche per il sistema di tracciabilità di filiera. Ma negli ultimi quattro anni la produzione nazionale non è sufficiente per il fabbisogno di mercato. “In annate difficili come quella in corso – ha osservato il vice ministro Olivero – sono più frequenti i casi di frode e le miscelazioni. Nei primi sei mesi dell’anno Icqrf (l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) ha già effettuato oltre 300 controlli, e la tendenza è la crescita dei monitoraggi ma anche l’affinamento della lotta agli illeciti. Mi assumo l’impegno – ha detto – di potenziare i controlli contro eventuali sostituzioni dei prodotti; non è soltanto difesa dell’italianità ma un impegno per la valorizzazione della qualità del miele nazionale. Faremo inoltre campagne di informazione nelle scuole e tra i cittadini-consumatori”.
Sul fronte produttivo, ha annunciato Olivero, “daremo la possibilità ai piccoli allevatori di aggregarsi in maniera più semplice. Dopo annate a zero produzione, come avvenuto in Sicilia, c’è un rischio-abbandono degli apicoltori non vedono il giusto reddito.
Per garantire la sostenibilità economica è dunque necessario un programma strategico. E le Regioni, pur avendo in materia competenza autonoma, hanno accolto a riguardo volentieri la prospettiva di un coordinamento – L’idea è non continuare a subire, ma gestire. Entro l’anno – ha annunciato il vice ministro – rifinanzieremo il progetto di monitoraggio ambientale ‘Beenet’, molto atteso dagli operatori. L’obiettivo – ha concluso – è tutelare e valorizzare un comparto che sa essere presidio di territorio e creare economia in aree rurali e interne del Paese”.

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