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Inizia l’anno scolastico, genitori in ansia

redazione

Inizia l’anno scolastico, genitori in ansia

sabato 10 Settembre 2016

Sono circa 8 milioni gli studenti fra lunedì 5 e giovedì 15 settembre torneranno nelle aule. Sempre più spesso le ansie dei famigliari si riversano nei confronti dei figli

ROMA – Sono circa 8 milioni gli studenti che fra lunedì 5 e giovedì 15 settembre torneranno a sedere sui banchi di scuola. E se le vacanze e i giorni di relax sono ormai agli sgoccioli, nuove preoccupazioni iniziano ad affollare la mente di genitori e ragazzi: come mi troverò nella nuova scuola? Andrò d’accordo con gli insegnanti e con i compagni? E come la mettiamo con i compiti delle vacanze, che non sono riuscito a finire?
Mentre dal canto dei genitori i dubbi e le preoccupazioni vertono più sul piano del rendimento e sul rapporto con i docenti.
“Spesso l’apprensione dei genitori e dei figli è motivata da una proiezione dovuta a esperienze passate, più o meno negative, che portano a essere prevenuti e, letteralmente, a pre-occuparsi, ovvero a occuparsi prima di problemi che ancora non si sono verificati”, spiega Alessandro Rocco, co-fondatore di “W la dislessia”, progetto nato nel 2010 con l’obiettivo di creare un metodo per aiutare ragazzi e bambini con difficoltà di apprendimento.
Proprio per dare una mano ai genitori ‘in preda al panico’, Rocco stila l’elenco dei comportamenti da evitare, con l’obiettivo di aiutare i genitori dei ragazzi che si apprestano a tornare a scuola, “Perché la vera sfida è dei figli, non di mamma e papà”.
1. La prima preoccupazione riguarda quasi sempre i tanto odiati compiti delle vacanze, perché non sono stati quasi mai terminati, o non sono stati fatti alla perfezione. “I compiti estivi hanno una finalità diversa rispetto all’idea che ne hanno i genitori. L’obiettivo non è finirli, bensì ripassare le cose fatte durante l’anno precedente e far sedimentare le nozioni dell’anno precedente. Gli insegnanti poi sono ben coscienti del fatto che i ragazzi durante l’estate dedichino poco tempo ai compiti, ciononostante nessuno studente verrà bocciato al termine dell’anno scolastico successivo perché non li ha terminati. Ha quindi poco senso farsi venire l’ansia e mettere sottopressione i figli ”, osserva Rocco.
2. Altra preoccupazione che spesso, e ingiustificatamente, affligge i genitori è quella del cambio di grado scolastico. Il passaggio dalle elementari alle medie inferiori, o ancora peggio dalle medie inferiori a quelle superiori è motivo d’ansia. “Quando un genitore manifesta questa paura, gli ricordo quando il bimbo ha smesso di gattonare e ha iniziato a camminare. Quello era un momento certamente più pericoloso del passaggio scolastico da un grado all’altro, eppure nessun genitore lo vive con allarme. Il consiglio è quello di interpretare il cambiamento come un momento di crescita, ricordando anche che il bambino non è solo, ma in una classe con altri 15 o 20 coetanei alle prese con la stessa situazione”.
3. All’inizio dell’anno scolastico il picco di ‘sfiducia’ nei confronti dell’indipendenza e della capacità dei figli di autogestirsi tocca le massime vette. Lo zaino? Lo prepara mamma perché teme che il pargolo dimentichi troppe cose. L’orario delle lezioni del giorno successivo?
Meglio controllare la sera prima, così come la scelta dell’abbigliamento. Poche cose sfuggono all’occhio vigile del genitore, che così facendo però rischia di minare seriamente l’autonomia e l’autostima dei ragazzi. “Spesso i genitori si sostituiscono ai figli senza prima averli messi alla prova.
La cosa migliore da fare è quella di sedersi attorno a un tavolo con i ragazzi e decidere prima e tutti insieme cosa fare: quali nuovi orari rispettare, come prepararsi lo zaino da soli, perché è meglio decidere cosa mettersi la sera prima ecc. E poi, eventualmente, lasciarli sbagliare e dargli modo di capire e riparare. Sarà il figlio a chiedere aiuto qualora fosse realmente necessario”.
4. Un grande classico, e comportamento da evitare, è l’ansia da prestazione per i voti. “Scontato sottolineare che più ansia si trasmette ai figli, peggiori saranno i risultati, con l’aggravante che il ragazzo sarà portato a mentire sui voti – spiega Rocco – Un genitore dovrebbe capire la differenza fra ciò che il figlio sa, ciò che sa fare e ciò che gli piace. Il consiglio è quello di incoraggiarli particolarmente su ciò che gli riesce meglio, a patto di non tralasciare le altre materie”.
5. Altra paura che attanaglia i genitori è quella che gli insegnanti non siano all’altezza. “Consiglio ai genitori di tenere per sé questi timori e di non manifestarli ai figli per non influenzarli. Credere sempre nelle capacità dei ragazzi e non presupporre che i risultati dipendano dalla considerazione, magari non proprio eccelsa, degli insegnanti nei confronti del proprio figlio è fondamentale”.
6. Sarebbe poi bene evitare di mettere la scuola al centro di ogni discorso, poiché questo atteggiamento genera ansia e frustrazione nei ragazzi, che si sentono visti – e si immedesimano – quasi esclusivamente nel loro ruolo di studenti.
“La scuola è importante, ma non bisogna dimenticare che è solo una parte del percorso di crescita di un figlio. Caricarla di così tante e tali aspettative complica notevolmente la vita del ragazzo”.
7. Ultimo comportamento da evitare come la peste è quello di togliere, o minacciare di farlo, ore di sport per aumentare il tempo di studio. “L’80% dei ragazzi a cui è stato negato lo sport ha ottenuto voti peggiori. La verità è che lo sport aiuta i ragazzi ad autodisciplinarsi, a organizzarsi e a darsi obiettivi precisi, per questo vietarlo come misura ‘disciplinare’ è controproducente”, conclude Rocco.

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