Le notizie di stampa parlano di una dote di 5,7 miliardi su un fabbisogno di 6,3 miliardi, individuato in fase di ricognizione del parco progetti per un totale di 1.247 interventi.
All’ambiente sono assegnati 2,3 miliardi ed è compresa la voce riguardante gli impianti di trattamento dei rifiuti, chiamati indebitamente inceneritori o termovalorizzatori, mentre si denominano impianti energetici. Ai depuratori vanno 1,1 miliardi, alle infrastrutture 1,8 miliardi, per le attività produttive sono stati assegnati 965 milioni e altre cifre per capitoli ulteriori.
La domanda, però, che emerge immediata, è: ma se in quasi tre anni presidente e Giunta regionale non sono stati capaci di spendere un solo euro del Po 2014/2020, né dei Fondi di sviluppo e coesione, perché ora dovrebbero essere capaci di spendere questi 5,7 miliardi?
Sorge una seconda domanda: se l’apparato burocratico della Regione è incagliato e incapace di redigere un cronoprogramma della spesa per investimenti, per poi rispettarlo puntualmente in ogni scadenza mensile e annuale, perché dovrebbe diventare capace tutto in un colpo?
Ulteriore domanda: ma se questo presidente della Regione, sempre sorridente (non si capisce perché) e i suoi assessori non sono stati capaci di fare alcunché in questi tre anni, tanto che il Pil ha continuato a retrocedere, la disoccupazione ad aumentare, il territorio a franare e così via, perché di colpo dovrebbero diventare capaci di ribaltare il loro comportamento e quindi di adottare con efficienza le procedure per spendere i 5,7 miliardi del Patto per il Sud?
A noi, tutto questo sembra una gigantesca presa in giro, per cloroformizzare i siciliani e indurli a ridare il consenso a Pd e Ncd alleati nelle elezioni di ottobre 2017. Nel corso del prossimo anno dovrebbero essere spesi dalla Regione 2,3 miliardi del Patto, più 1 dalle tre Città Metropolitane: sogni!
Tuttavia, siccome il Fiorentino è intelligente e intuitivo, ha capito che c’è qualcosa che non va e ha detto, come pura enunciazione: “Roma vigilerà sull’effettività della spesa di questo importo rilevante del Patto per il Sud”.
Ma, ovviamente, non ha detto come, né ha parlato di potere sostitutivo del Governo, che ha, azionando quell’ariete che è l’Agenzia per la coesione territoriale, diretta da Ludovica Agrò.
Perché delle due, l’una: o si dà seguito alle parole con atti concreti, cioè aprendo i cantieri e facendoli operare con un cronoprogramma preciso; ovvero le parole rimangono senza contenuto.
La farsa degli impianti, indebitamente denominati inceneritori o termovalorizzatori, è diventata stomachevole. Il Governo ha prescritto che ne debbano essere costruiti due di grandi dimensioni, Crocetta ha rilanciato con otto più piccoli. Ma nessuno dei due proponimenti risolve alla radice i problemi: smaltire 2,2 milioni di tonnellate di Rsu prodotti in Sicilia.
Ma, peggio, non si dice che gli impianti debbano essere di ultima generazione, cioè quelli denominati impianti energetici e non più inceneritori o termovalorizzatori, con impatto ambientale prossimo allo zero e capacità di prelievo delle materie prime all’inizio del processo industriale. Utilizzando questi impianti energetici, non c’è più bisogno di fare la raccolta differenziata che, per il rifiuto dei cittadini, resterà sulla carta per i prossimi trent’anni.
Non vorremmo che il Patto per la Sicilia si trasformasse da proposta positiva in farsa, perché danneggiati sarebbero non Crocetta e i suoi, bensì i siciliani.