Formazione, sugli accreditamenti soluzione in house dietro l'angolo - QdS

Formazione, sugli accreditamenti soluzione in house dietro l’angolo

Michele Giuliano

Formazione, sugli accreditamenti soluzione in house dietro l’angolo

giovedì 22 Settembre 2016

Un coordinamento interdipartimentale si occuperà delle valutazioni al posto di Sviluppo Italia Sicilia. L’assessore Bruno Marziano rassicura: “In 8-10 giorni l’ostacolo sarà superato”

PALERMO – Nell’arco di 8-10 giorni sarà superato l’ostacolo degli accreditamenti per gli enti di formazione. Parola di Bruno Marziano, l’assessore regionale alla Formazione professionale alle prese in questi giorni con l’ennesima emergenza del settore. Infatti, al di là dei problemi burocratici e tecnici legati all’avvio dell’Avviso 8, che finanzia con 136 milioni i corsi di formazione tradizionali, da qualche settimana è venuta fuori anche la grana degli accreditamenti. Senza questi accreditamenti gli enti materialmente, anche quelli finanziati, non potrebbero far partire le attività formative. Un compito che era stato affidato a Sviluppo Italia Sicilia che però è oramai in via di fallimento, quindi non operativa.
L’assessore, ascoltato in audizione alla V commissione dell’Ars, ha spiegato cosa sta facendo per superare l’impasse: “Costituirò un coordinamento interdipartimentale e interassessoriale – specifica – in modo da coinvolgere dirigenti e funzionari degli assessorati alla Formazione, al Lavoro e alle Infrastrutture. Da una scelta mirata di personale si arriverà alla firma di un protocollo che permetta di stabilire il nuovo organismo che dovrà valutare gli accreditamenti degli enti. Sarà una soluzione interna e valuteremo la formazione dei dipendenti che saranno chiamati a effettuare gli accreditamenti. Conto in 8-10 giorni di arrivare alla firma del protocollo”.
Situazione che sbloccherebbe una funzione essenziale per organizzare i corsi di formazione e che ha creato non poco scompiglio tra gli addetti ai lavori. L’associazione “Forma Sicilia”, che raggruppa circa l’80 per cento degli enti di formazione professionale della Regione, ha deciso di rivolgersi alla magistratura per trovare conforto e certezza che tutto stia procedendo secondo i termini di legge.
Sviluppo Sicilia non naviga in buone acque, anzi si trova in una situazione ben peggiore di molti degli enti che dovrebbe certificare come idonei allo svolgimento delle attività finanziate dalla Regione Siciliana e dalla Comunità Europea. I debiti accumulati negli anni e la mala gestione hanno portato alla nomina dei commissari del governo regionale che hanno preso in mano la situazione, cercando di colmare il danno. Senza grossi risultati, in realtà, viste le pessime condizioni in cui versa l’organizzazione. Gli stessi dipendenti della società regionale hanno ricevuto la comunicazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo ex legge 223/91, circa 70 dipendenti che hanno accumulato mesi e mesi di stupendi non riconosciuti in una società che è sull’orlo del fallimento.
Nel frattempo è partito l’obbligo formativo: i primi 772 corsi hanno visto la luce, altri 78 sono ai nastri di partenza. Una notizia positiva se si considera che mai questi corsi erano partiti quasi in contemporanea con le scuole. Questo era stato proprio uno degli obiettivi che si era prefissato Marziano. Ma il suo processo di risanamento non si ferma qui: “Tanto è stato fatto se si considera – specifica – che sino a qualche anno fa si spendevano 400 milioni per i corsi di formazione, oggi 180. Ancora dovremo fare e con  la crisi di settore, se ci verrà riconosciuta dal governo nazionale, puntiamo tra prepensionamenti ed esodo incentivato a normalizzare e stabilizzare il settore. A regime si spenderanno 67 milioni per l’obbligo formativo e 110 per i corsi tradizionali”.

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