Depurazione e rifiuti, pronte le sanzioni Ue - QdS

Depurazione e rifiuti, pronte le sanzioni Ue

Rosario Battiato

Depurazione e rifiuti, pronte le sanzioni Ue

venerdì 23 Settembre 2016

Mancata azione sulle acque reflue: stimati circa 185 milioni di euro per la Sicilia. A nulla sono valsi gli avvisi. Fino a 200mila euro a semestre per ognuna delle discariche da bonificare sul territorio

PALERMO – La Sicilia ancora nel gorgo delle infrazioni comunitarie. A distanza di diversi anni dai primi avvisi dell’Ue, la Regione non ha ancora risolto due delle più importanti procedure che la riguardano: la bonifica delle discariche abusive e la depurazione delle acque reflue (oggetto di tre differenti procedure di infrazione). Tuttavia se per le discariche le sanzioni comunitarie a livello nazionale diminuiranno, per la depurazione si confermano quelle anticipate già da oltre un anno dalla struttura di missione di Palazzo Chigi. Per la Sicilia ci sono circa 185 milioni di euro con il rischio concreto che non si fermeranno perché l’intero sistema di depurazione potrebbe venire ultimato soltanto nel 2020. 
Nei giorni scorsi la Commissione europea ha inviato una nota alle autorità italiane, confermando lo stralcio di 22 discariche dalla lista delle 200 originarie che, sulla base della sentenza di condanna della Corte di Giustizia Ue del 2 dicembre del 2014, obbligano l’Italia al pagamento di una sanzione pecuniaria. Altre 45 discariche erano state eliminate dall’elenco già nel giugno del 2015 in seguito alla loro regolarizzazione, adesso il conto totale di quelle eliminate ammonta a 67, ne restano ancora 133. Le 22 discariche espunte si trovano tra Calabria (5), Abruzzo (4), Liguria (4), Lazio (3), Toscana (2), Lombardia (1), Puglia (1), Campania (1), Emilia Romagna (1).
Buone notizie anche sul fronte delle sanzioni da corrispondere. Gli oneri relativi alla procedura di infrazione 2003_2077, collegati alla causa 196/13 che nel dicembre del 2014 aveva visto la Corte di Giustizia Ue condannare l’Italia, avevano imposto il pagamento di una penale una tantum di circa 40 milioni di euro e una sanzione semestrale proporzionale al numero di discariche da mettere in sicurezza/bonificare per cifre pari a circa 200mila euro per discarica. Grazie a queste novità positive si è registrato l’abbassamento della “sanzione semestrale dovuta a 27 milioni e 800.000 euro – spiegano dal ministero –, dagli oltre 42 milioni stabiliti inizialmente con la sentenza di condanna della Corte di Giustizia europea”. Per gli undici comuni isolani che ancora ospitano discariche non bonificate non cambia nulla, almeno fino alle bonifiche.
Per Galletti si tratta di buone notizie, ma c’è ancora da lavorare. “Questo ovviamente non basta – ha dichiarato –, perché le discariche sono ancora troppe e la multa in ogni caso inconcepibile per un Paese come l’Italia”. Sui soliti ritardi delle Regioni, tra cui c’è anche la Sicilia, Roma si prepara alla solita soluzione: il commissariamento straordinario che, come previsto dalla legge, provvederà a “gestire le risorse necessarie”.
Anche sulla depurazione restano le ben note problematiche. L’Italia è stata condannata a pagare 476 milioni di euro multe all’anno fino al ripristino dei suoi impianti di depurazione delle acque reflue. Sul groppone della Sicilia andranno 185 milioni, così come era stato stimato nel 2015 dalla Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche di Palazzo Chigi. Ne ha parlato nei giorni scorsi anche l’assessore Contrafatto, il commissario straordinario scelto dal governo per accelerare la spesa di 1,1 miliardi stanziati dal Cipe nel 2012 proprio per la depurazione, intervenendo al Watec Italy a Venezia. Nell’occasione ha precisato l’avvio di 10 interventi e di altri 10 entro la fine dell’anno. L’obiettivo è di essere pronti per il 2020. Intanto le sanzioni continueranno a fare il corso e considerando che in totale ce ne sono ben tre, non possiamo certo dire che le casse della Regione possano dormire sogni tranquilli.

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