Patto per la Sicilia: basta numeri, ora i fatti - QdS

Patto per la Sicilia: basta numeri, ora i fatti

Raffaella Pessina

Patto per la Sicilia: basta numeri, ora i fatti

sabato 24 Settembre 2016

Crocetta: “Coinvolgeremo le Forze dell’ordine nel monitoraggio delle opere”. Perplesso Falcone (Fi): “Mera enunciazione di progetti”

PALERMO – Conferenza stampa ieri pomeriggio a Palazzo d’Orléans del Presidente della Regione, Rosario Crocetta per illustrare il Patto per la Sicilia che prevede stanziamenti per la nostra Isola da parte del governo nazionale.
I Patti sono stati firmati il 10 settembre scorso dal Presidente Crocetta e dal Premier Renzi davanti al tempio della Concordia ad Agrigento.
L’accordo riguardava risorse che la Sicilia dovrà spendere in cinque anni. Già nei prossimi mesi e nel 2017 saranno avviati cantieri per due miliardi e 320 milioni di euro. Si tratta di progetti esecutivi che riguardano interventi sulle infrastrutture e viabilità, sul patrimonio culturale (chiese e siti Unesco), centri storici e riqualificazione periferie, e impiantistica sportiva. In programma anche interventi contro il dissesto idrogeologico, l’erosione delle coste e in questo caso la zona di Messina è stata privilegiata. Cento milioni di euro, poi, sono destinati alle aree di crisi: a Gela 60 milioni, a Termini Imerese 40. Ma su questo Patto vi sono delle ombre, sembra infatti che molti stanziamenti fossero già stati messi a capitolo in anni precedenti, ma mai utilizzati per svariati motivi. Questa tesi viene sostenuta dal presidente del gruppo Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, che ha espresso tutte le sue perplessità: “In considerazione della manifesta incapacità del governo regionale – ha detto Falcone – Forza Italia ha fondato motivo di ritenere che questo Patto, una mera enunciazione di progetti, alcuni dei quali sole idee progettuali, non sortirà nessuno dei benefici celebrati dal duo Renzi-Crocetta.
 
Per questo motivo il Presidente della Regione deve venire subito in Aula, per discutere le reali disponibilità finanziarie e per chiarire se i progetti, si pensi alla Santo Stefano-Camastra o alla Ragusa-Catania, non siano una riproposizione di opere già finanziate e poi definanziate a causa della negligenza dell’attuale governo regionale. Vogliamo anche conoscere i criteri di individuazione delle opere e la tempistica del loro finanziamento, affinché il tutto non si risolva in una bolla di sapone”. Questa sua dichiarazione risale al giorno successivo alla firma. Ad oggi il Presidente Crocetta non si è presentato in Aula, nonostante fosse stata annunciata la sua relazione la scorsa settimana e rinviata a questa. Ma tutto si è concluso con un nulla di fatto.
Nella conferenza di ieri, Crocetta è tornato sulla spinosa questione, focalizzando l’attenzione su alcuni punti del Piano, fra cui quello relativo ai porti. Il presidente della Regione ha anche sottolineato che nel Patto sono previsti interventi per la piccola portualità per 19 milioni di euro. Gli interventi riguardano tra gli altri i porti di Lampedusa, Lipari, Vulcano, Castellammare del Golfo.
“La programmazione complessiva del Patto con il Sud  – ha spiegato – concepita all’interno di assi prioritari che abbiamo scelto ammonta a 5,7 miliardi. Oltre 2 miliardi sono per opere cantierabili già nel 2016-2017. Sono un pò più delle somme per le Olimpiadi”.
“Cosa avremmo dovuto fare? – ha continuato – Avremmo dovuto dire che non volevamo queste opere per i rischi nella gestione?”, ha osservato Crocetta riferendosi senza mai citarla alla scelta del sindaco di Roma Virginia Raggi che ha detto no alle Olimpiadi 2024 nella Capitale. “La scommessa si fa con la trasparenza – ha aggiunto – e con i patti di legalità, che faremo coinvolgendo le forze dell’ordine per sottoporre a monitoraggio costante queste opere”. “Due miliardi di euro equivalgono – ha detto Crocetta – a un punto e mezzo di Pil. Si tratta di attività che possono contribuire allo sviluppo della Sicilia”.
Il Presidente ha quindi ricordato che la sigla del Patto per il Sud consentirà nel 2016 e 2017 di far partire oltre mille cantieri.

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