Turismo, abusivismo dilagante. Ora la Regione detta le regole - QdS

Turismo, abusivismo dilagante. Ora la Regione detta le regole

Michele Giuliano

Turismo, abusivismo dilagante. Ora la Regione detta le regole

venerdì 07 Ottobre 2016

Il governo siciliano impone di avviare dei controlli serrati sulla regolarità delle licenze d’esercizio. Direttiva per contrastare il fenomeno è rivolta a Comuni ed ex Province

PALERMO – Il turismo è una risorsa immensa per il territorio siciliano, che può portare enorme sviluppo e ricchezza a chi voglia investire in esso, con buona volontà e voglia di lavorare. Purtroppo, il potenziale economico praticamente infinito e ancora non sfruttato del settore è stato compreso anche dai soliti furbetti che vogliono lucrare ovunque sia possibile senza pagare dazio.
L’abusivismo è ormai dilagante nel settore, e le istituzioni regionali cercano di correre al riparo con controlli serrati e mirati. A questo scopo, l’assessorato regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo ha emesso una direttiva rivolta ai sindaci dei Comuni siciliani, e per conoscenza alle aree metropolitane, ai liberi consorzi comunali e ai servizi turistici regionali per sottolineare e mettere in evidenza la necessità di avviare controlli sulla regolarità delle licenze di esercizio.
A partire dalla legge regionale del 1996, che ha definito le norme generali sul turismo nell’Isola, e dal decreto assessoriale del 2014, nel quale vengono definite e classificate le strutture ricettivo-alberghiere che devono munirsi di licenza di esercizio, la direttiva dell’assessorato regionale al Turismo ribadisce in prima battuta le caratteristiche necessarie perché una licenza possa essere ritenuta valida e completa. Questa deve contenere tutte le indicazioni relative alla tipologia, alla denominazione, alla classificazione, al numero delle camere e dei posti letto  ed all’ubicazione. Se al controllo effettuato ci si trovasse in presenza di licenza non adeguata all’effettiva attività svolta o di totale esercizio abusivo (irregolarità che si registra in quelle attività per le quali non è mai stata presentata la segnalazione certificata di inizio attività, chiamata Scia, o per le quali non sia mai stata ottenuta l’autorizzazione richiesta), i titolari dell’impresa incriminata andranno incontro al pagamento di una sanzione amministrativa che va dai 516 euro ai 3.098 euro. Se tale sanzione non sarà pagata entro i termini fissati per il pagamento in misura ridotta, e quindi entro cinque giorni dal ricevimento del verbale di sanzione, sarà onere del sindaco del Comune di riferimento erogare la sanzione accessoria, mettendo a punto la procedura di chiusura.
Per l’accertamento delle violazioni e la raccolta delle informazioni necessarie, gli organi addetti al controllo possono fare riferimento allo Sportello Unico delle Attività Produttive (Suap), i cui responsabili e recapiti sono indicati nel sito www.impresainungiorno.gov.it.
Una direttiva, questa dell’assessorato, che cerca di mettere un punto alla dilagante marea di attività ricettive abusive che stanno invadendo il territorio, e, a questo scopo, dà indicazioni chiare ai Comuni sulla necessità di contrastare, attraverso l’azione mirata, con controlli capillari, il sorgere continuo di attività a carattere turistico che operano al di fuori della legge, che derubano lo Stato e la comunità. Un modo anche per restituire dignità ad un settore ed ai suoi operatori.

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