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Messina – L’esperimento Ecopass è fallito

Lina Bruno

Messina – L’esperimento Ecopass è fallito

sabato 15 Ottobre 2016

La questione è tornata alla ribalta anche a seguito di una relazione consegnata all’Amministrazione. I proventi dovevano essere utilizzati per la messa in sicurezza delle strade urbane

MESSINA – Ecopass, doveva essere un risarcimento per la città invasa dai tir, si è invece disperso incontrollato senza che nelle casse del Comune entrasse in questi anni quanto ci sarebbe aspettati.
Con quei soldi si doveva intervenire per la messa in sicurezza e manutenzione di viale della Libertà, viale Boccetta, via La Farina e le altre strade  penalizzate dal passaggio dei mezzi pesanti e invece non si sa a cosa siano state destinate quelle entrate mentre si pensa di utilizzare i prossimi introiti per il Piano di riequilibrio. La gestione di questa sorta di tassa di passaggio era stata posta già oltre un anno fa tra gli altri anche dalla consigliera della IV Circoscrizione Maria Fernanda Gervasi, poi a luglio 2015 con una delibera, che doveva forse fare chiarezza, la Giunta ha attribuito al Dipartimento Mobilità le competenze sulle entrate da Ticket Ecopass di cui si erano sempre occupati i servizi finanziari.
L’ecopass è divenuto recentemente oggetto delle attenzioni dei lavori di commissione, su sollecitazione tra gli altri del consigliere Nicola Cucinotta, e questo dopo la consegna al Sindaco da parte del dirigente del Dipartimento competente Mario Pizzino, della relazione “sulle problematiche riguardanti le entrate provenienti dalla riscossione del Ticket Ecopass.
Adesso anche il gruppo consiliare Pd solleva tutta una serie di interrogativi sulla gestione della riscossione di questa tassa chiamando l’Amministrazione comunale a rispondere a tutte le criticità che lo stesso Pizzino evidenzia nel suo report.
Il direttore/ segretario Antonio Le Donne a settembre, nell’atto d’indirizzo rivolto ai dipartimenti, allegato al Piano di riequilibrio. aveva chiesto al dirigente di predisporre la delibera per installare i varchi elettronici agli imbarchi per consentire al Comune di riscuotere direttamente l’ecopass e così incrementare di due milioni di euro annui la cifra riscossa finora (un milione 524mila euro nel 2015) facendo non si sa bene con quali criteri questa stima. L’ecopass era stato istituito nel 2011 e le somme sono state riscosse, attraverso un biglietto unico per non residenti, dalle Società di navigazione,  solo nel 2015 nominate ufficialmente agenti contabili, che entro 30 giorni devono trasmettere al Comune e periodicamente relazionare.
“L’amministrazione dovrebbe inviare tutto sia ai revisori dei conti che, col consuntivo, una rendicontazione alla Corte dei conti,- dice il consigliere Pd Claudio Cardile, – ma né questa Amministrazione ma neppure le altre  hanno mai svolto alcun controllo.
Il ragioniere generale si è limitato ad un’operazione di cassa. Non si sa poi  da quali dati Le Donne deduca che gli incassi possano essere  doppi, rispetto agli attuali e soprattutto come voglia destinare le somme al Piano di riequilibrio visto che l’ecopass è una tassa di scopo e i proventi sono destinati  per opere di compensazione.
Oltre a non esserci alcuna rendicontazione- dice la capogruppo Pd Antonella Russo, evidenziando altre incongruenze- vi è una convenzione tra Messina e Villa San Giovanni del 2011, con validità di un anno, in base alla quale si continuano a versare somme al Comune calabrese. Secondo questo accordo, che non è mai stato né riconfermato né ratificato con atti deliberativi, i proventi dell’ecopass vanno divisi per il 65% al Comune di Messina e il 35% a quello di Villa”.
Nella relazione il dirigente Mario Pizzino, tra le iniziative da assumere, pone la sospensione dell’erogazione del 35% a Villa San Giovanni e il recupero delle somme  indebitamente percepite che ammonterebbero a circa cinque milioni di euro.
Sembra però che nei giorni scorsi ci sia stato un incontro tra i rappresentanti delle due Amministrazioni per arrivare ad una sanatoria per il passato e decidere cosa fare per il futuro. In quanto all’installazione di varchi automatici in corrispondenza delle quattro zone a traffico limitato istituite nel 2013,- scrive Pizzino- non ci sono in bilancio risorse adeguate.

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