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Palermo – I primi 10 giorni della Ztl tra polemiche, dubbi e intoppi

Gaspare Ingargiola

Palermo – I primi 10 giorni della Ztl tra polemiche, dubbi e intoppi

giovedì 20 Ottobre 2016

Assalto agli sportelli Amat, l’azienda ordina altri ticket e valuta la distribuzione in edicole e tabacchini. Commercianti sul piede di guerra: al vaglio interventi per risollevare via Roma

PALERMO – Fra proteste, dubbi e intoppi, la Ztl ha varcato la soglia della prima settimana. I palermitani stanno cercando di abituarsi al nuovo stile di vita e prendono d’assalto gli sportelli dell’Amat alla ricerca dei pass, soprattutto di quelli giornalieri, non sempre facili da reperire.
 
L’Amat ha ordinato nuovi ticket e sta valutando la distribuzione dei pass da 5 euro anche presso edicole e tabacchini (i rivenditori saranno in tutto una trentina), anche perché gli sportelli dell’azienda di via Roccazzo osservano orari da ufficio e non sempre sono in grado di aiutare chi ha bisogno di un ingresso una tantum. La partecipata del trasporto pubblico ha anche modificato i giorni di apertura ma i disservizi ci sono stati ugualmente, tanto da irritare il sindaco Leoluca Orlando, che ha preso carta e penna e scritto al direttore generale Gianfranco Rossi e al presidente dell’Amat Antonio Gristina: “È essenziale – ha detto – che l’Amat garantisca e anzi incrementi tutti i servizi di informazione e di contatto con l’utenza. In un momento in cui l’azienda ha il dovere di garantire servizi efficienti di trasporto anche per rispondere all’aumento di domanda legato all’istituzione della Ztl, è indispensabile che i cittadini possano ricevere tutte le informazioni e possano usufruire di tutti i servizi, nel modo più diffuso possibile”.
I commercianti intanto, soprattutto quelli di via Roma, sono sul piede di guerra: accusano l’Amministrazione di non aver previsto abbastanza parcheggi lungo il perimetro della Ztl per consentire ai clienti di posteggiare e procedere a piedi o con i mezzi. Ci sono, va detto, le due navette gratuite Free express, che collega il parcheggio Basile a piazza Indipendenza, e la Free centro storico, con una frequenza inferiore al quarto d’ora. Per Confartigianato c’è stato un calo degli affari “dell’80%” con “danni irreversibili alle imprese”, per Confesercenti la stima è simile (“il 60% di fatturato in meno”) e la Ztl si è rivelata “un autentico disastro per i commercianti del centro storico e in particolare di via Roma e dintorni e di corso Vittorio Emanuele parte bassa: diversi negozi sono pronti ad abbassare le saracinesche e a chiudere o, nel migliore dei casi, a spostarsi”.
Rifondazione Comunista, partito di riferimento dell’assessore alla Mobilità Giusto Catania, replica ricordando che “la crisi commerciale della città di Palermo è iniziata dieci anni fa – sostiene il segretario provinciale Vincenzo Fumetta – e le cause sono da ricercare nelle scelte delle organizzazioni di categoria, in particolare di Confcommercio, che hanno favorito la nascita dei centri commerciali. Non si può contemporaneamente difendere il commercio in centro storico e favorire gli affari dei megastore”.
Stamattina è in programma una riunione di coordinamento delle associazioni di categoria che non sono contrarie alla Ztl tout court ma che chiedono con urgenza alcuni correttivi. Del coordinamento fanno parte Confartigianato, Confesercenti, Confindustria, Fittel, Adoc, Federconsumatori, Casartigiani, Cna, Confimprese, Cidec, Cisal Terziario, Asia, Federpesca, Legacoop e la consulta degli ordini professionali. Fra le proposte, un pass di due euro per lo shopping, un tratto di via Roma a doppio senso di marcia e più parcheggi. L’Amministrazione ha messo a disposizione quello degli Uffici dell’Anagrafe in piazza Giulio Cesare ma “non basta”, dicono i negozianti.
Palazzo delle Aquile punta invece sugli eventi da realizzare nei prossimi mesi per portare più turisti e clienti in via Roma come il festival dello street food, il mercato dei fiori, esposizioni d’arte e di artigianato. Anche alcuni comitati civici sono contrari alla Ztl e preparano il ricorso-bis al Tar: “Bispensiero”, “Vivo civile” e “Siciliani liberi” hanno raccolto circa 300 firme e si rivolgeranno nuovamente ai giudici amministrativi (che a novembre si pronunceranno nel merito sul primo ricorso). Ricorso cui si uniranno i Cobas dell’Amat.
L’azienda intanto prosegue la sua opera di ammodernamento e contenimento dei costi: è stato pubblicato il bando per la fornitura di 32 milioni di biglietti a banda magnetica – 8 milioni l’anno per un quadriennio -; alle fermate del tram sono spuntate nuovamente le macchinette – stavolta blindate per scoraggiare nuoti atti vandalici -; su tram e autobus arriveranno le guardie giurate per beccare chi viaggia senza biglietto; la stessa distribuzione dei ticket è stata internalizzata anziché essere affidata a una ditta esterna; e dalla Reset sono transitati i primi 15 autisti.
Il Cda intende offrire alle famiglie con figli studenti un pacchetto di due abbonamenti a 250 euro l’anno e il terzo gratuito: in pratica tre abbonamenti a 20 euro al mese. L’azienda si fa forte anche del rapporto elaborato dalla Commissione europea e dalle Nazioni Unite “The state of European cities 2016” consultabile su unhabitat.org, che ha piazzato Palermo al secondo posto, dietro Torino, fra le città italiane con la più alta accessibilità ai mezzi pubblici, con una percentuale che supera il 60% (dati del 2014): significa che il capoluogo siciliano offre a oltre il 60% dei cittadini la possibilità di raggiungere rapidamente la fermata di un mezzo pubblico (bus, tram o treno) con una buona frequenza ogni ora. Scorrendo ancora il rapporto, però, si scopre che non sempre “accessibilità” coincide con “efficienza”: se ci sono tante fermate, in buona sostanza, non è detto che siano servite bene. Il 60% degli intervistati di Napoli, Palermo e Roma, infatti, “è insoddisfatto del trasporto pubblico”, si legge nel rapporto, il 75% “della condizione delle strade” e il 50% “della qualità delle aree pedonali, delle piazze o dei mercati”, mentre oltre il 70% degli intervistati “non è contento di come gli amministratori affrontano i problemi”. “Questi indicatori – affermano l’assessore Giusto Catania e il sindaco Orlando – sono ancora più significativi se si considera che fanno riferimento al 2014, quando non era ancora entrato in funzione il tram e non erano operative le nuove stazioni della ferrovia metropolitana”.

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