Abolizione Equitalia un coup de théâtre - QdS

Abolizione Equitalia un coup de théâtre

Carlo Alberto Tregua

Abolizione Equitalia un coup de théâtre

giovedì 20 Ottobre 2016

Positiva incorporazione in Agenzia delle Entrate

Il Governo aveva l’obbligo di approvare il Ddl sulla legge di Stabilità e legge di Bilancio 2017, perché entro il 15 di ottobre lo doveva trasmettere alla Commissione europea. Cosicché, l’ultimo giorno, sabato 15 ottobre, lo ha approvato e trasmesso.
Vi è una piccola differenza dell’indebitamento (chiamato abilmente flessibilità) che sposta dal 2,2 concordato con l’Ue al 2,3 la percentuale. Si tratta di 1,6 miliardi che rischia però di fare saltare l’assenso ottenuto preventivamente.
Quotidiani e televisioni hanno dato ampia informazione sui punti più importanti della manovra e quindi ci asteniamo. Tuttavia, vogliamo analizzare l’incorporazione di Equitalia Spa all’interno dell’Agenzia delle Entrate, che è Pubblica amministrazione. Questo fatto è stato determinato non all’interno della manovra, ma mediante un apposito Decreto legge che entra in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.
Nella conferenza stampa, dai media e in altre occasioni, il fatto in esame è stato denominato “abolizione di Equitalia”.   

Si tratta di un coup de théâtre perché la motivazione non è quella esposta: accelerare la riscossione dei ruoli emessi dagli enti pubblici creditori, bensì venire incontro all’odio dei cittadini verso Equitalia.
Cioè si tratta di un’operazione di maquillage, perché se prima c’era l’odio dei cittadini verso Equitalia, una volta che l’Ente viene incorporato nell’Agenzia delle Entrate, l’odio si trasferisce. La novità, quindi, nella sostanza, riguarda la cancellazione di interessi e sanzioni sui tributi principali e quindi un forte incentivo per i debitori a pagarli, in modo da evitare in alcuni casi il raddoppio del debito.
Riguardo allo stimato ammontare dei crediti iscritti a ruolo, pare superiore a 50 miliardi, va precisato che bisogna distinguere fra morosità ed evasione. La prima riguarda tributi accertati e definiti, che vanno solamente riscossi; la seconda, invece, si riferisce a tributi non dichiarati o dichiarati parzialmente, che devono essere definiti nella loro entità.
Quindi è errato dire che questa operazione combatte l’evasione: no, combatte la morosità. La differenza non è da poco perché gli strumenti per combattere l’una o l’altra distorsione sono profondamente diversi. Nel primo caso ci vogliono investigatori, nel secondo semplici esattori.
 

L’incorporazione di Equitalia Spa nell’Agenzia delle Entrate è un fatto positivo perché finalmente si intraprende l’eliminazione dello sconcio delle Partecipate pubbliche.
Perché sono nate qualche decennio fa? Per dar modo ad un ceto politico vorace e clientelare di consentire l’assunzione di dirigenti e dipendenti senza concorso, l’assegnazione di consulenze e appalti di opere e servizi diretta senza i bandi di gara e di altri comportamenti di tipo privatistico: un modo per evitare l’osservanza dell’assunzione di cui all’articolo 97 della Costituzione, l’obbligo di mettere in gara le opere e i servizi (Codice degli Appalti) e di eludere il controllo della Corte dei Conti, molto rigoroso.
Questa furbata dei politicastri, ha portato all’assunzione di circa un milione di dirigenti e dipendenti delle Partecipate pubbliche nazionali, regionali e locali, quasi tutti figli ed amici, anche se molti sono stati assunti per la loro professionalità e bravura.
La legge Madia (n. 124/2015) ha previsto la liquidazione di almeno cinquemila su ottomila Partecipate pubbliche prevedendo il passaggio dei servizi oggetto delle stesse alla Pubblica amministrazione di competenza o la messa in gara pubblica dei servizi.  

Ma, a distanza di un anno, questo processo deve ancora cominciare, perché la resistenza di chi continua a mangiare nella greppia del denaro pubblico, impedisce di iniziarlo.
Vero è che vi è giurisprudenza che equipara le Partecipate pubbliche alla Pubblica amministrazione, ma nella generalità dei casi esse sfuggono a questa camicia di forza e continuano a comportarsi come società di diritto privato, quali sono formalmente, mentre nella sostanza sono pezzi di Pubblica amministrazione con una veste diversa.
Con la stretta economica dovuta alla crisi, che ha bloccato crescita ed occupazione, i responsabili delle istituzioni hanno capito che la festa è finita e cominciano a ragionare con criteri professionali, costretti all’interno di binari tracciati dalla scarsezza di risorse finanziarie.
L’incorporazione di Equitalia nell’Agenzia delle Entrate comporterà notevoli problemi organizzativi; però il percorso è stato già effettuato dal Governo Monti con incorporazione dell’Inpdap in Inps e dell’Agenzia del Territorio nella stessa Agenzia Entrate. Perciò, si può fare!

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