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Palermo – Passante ferroviario a rischio

Gaspare Ingargiola

Palermo – Passante ferroviario a rischio

martedì 25 Ottobre 2016

L’azienda in “gravi condizioni economiche”: in ballo 300 lavoratori e 83 milioni di opere da eseguire. Sindacati e Comune hanno chiesto un tavolo di confronto in Prefettura

PALERMO – La notizia è un fulmine a ciel sereno, per certi versi scioccante. La Sis, l’associazione di imprese che a Palermo ha già realizzato il tram, ha minacciato di chiudere i cantieri del passante ferroviario licenziando 250 operai e lasciando una città sventrata con 83 milioni di opere ancora da eseguire.
 
A comunicarlo a Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil è stato il direttore della Sis, l’ingegnere Massimiliano Colucci, che avrebbe spiegato, secondo quanto riportano i sindacati, che “l’azienda non è nelle condizioni di andare avanti, perché in ‘gravi condizioni economiche’”.
 
A luglio in realtà erano già stati mandati a casa i primi 250 lavoratori ma in quel caso si trattava di esuberi reali, giustificati da uno stato di avanzamento dei lavori dell’80 per cento. Adesso a perdere il lavoro saranno quasi tutti gli operai del cantiere, 500 su 530. In pratica resterebbero all’opera solo gli addetti alla sicurezza. 
 
E così rischia di restare incompiuta un’opera da oltre un miliardo di euro che già patisce due anni di ritardo e che avrebbe dovuto essere completata – ma a questo punto il condizionale è d’obbligo – nel 2018. Rimane in bilico anche la sorte delle cinque palazzine da demolire in vicolo Bernava e dei loro residenti, da anni costretti a farsi ospitare in albergo. Senza dimenticare che a dicembre attendeva di essere riaperto il collegamento con l’aeroporto: al momento la linea ferroviaria si interrompe a Notarbartolo. 
 
“Abbiamo scritto al prefetto di Palermo per aprire con urgenza un tavolo di confronto con Ferrovie, con la Sis, con il Comune di Palermo e con noi organizzazioni sindacali per affrontare la vertenza. Chiediamo di essere ascoltati al più presto – hanno detto i segretari di Feneal Filca e Fillea, Ignazio Baudo, Antonino Cirivello e Francesco Piastra, e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Enzo Campo, Daniela De Luca e Claudio Barone -. Secondo l’azienda la commessa è in forte perdita, da qui la possibilità che la Sis apra un contenzioso con la Rfi su aspetti tecnici e finanziari dell’opera non esplicitati al tavolo. Noi ci siamo opposti ad allargare i licenziamenti a tutti i lavoratori del cantiere in quanto non sussistono le motivazioni – hanno aggiunto i sindacalisti -. Dal nostro punto di vista e secondo il cronoprogramma che c’era stato consegnato dalla stessa Sis, l’opera si sarebbe dovuta concludere entro il giugno 2018 e quindi l’attuale forza lavoro è congrua alle attività da svolgere. Richiamiamo al senso di responsabilità sia l’azienda sia Rfi perché l’opera si definisca. La città di Palermo non può subire un ennesimo arresto di un’opera pubblica così importante dal punto di vista occupazionale e non può sopportare i rischi legati ad una nuova incompiuta, che insiste in modo così invasivo sulla città, anche per l’impatto che ha per la mobilità”. 
 
Anche le istituzioni sono state colte di sorpresa. Il sindaco Leoluca Orlando ha dichiarato che “questa vicenda è estremamente grave per le ripercussioni che può avere sulla vita della città. Si tratta, infatti, di un cantiere importantissimo per la mobilità futura e per la vivibilità odierna, con attuali gravi disagi alla cittadinanza e possibili gravi ripercussioni occupazionali. Anche se, formalmente, la vicenda attiene esclusivamente al rapporto fra Rfi, ente appaltante, e Sis, impresa esecutrice dei lavori, l’attenzione del Comune è massima e per questo crediamo sia necessario un intervento ai massimi livelli, con un interessamento del Governo nazionale ed in particolare del ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio. In prima istanza, anche per dare subito un segnale di attenzione forte da parte delle istituzioni, non possiamo che concordare con le organizzazioni sindacali nel chiedere un tavolo di confronto, sotto l’egida della Prefettura, al quale siamo ovviamente interessati e disponibili a partecipare. Il passante ferroviario costituisce, per la città di Palermo, un’opera di importanza strategica e non più differibile”. Il legittimo timore del primo cittadino è che Palazzo delle Aquile, come già accade per l’anello ferroviario, faccia da bersaglio agli strali dei cittadini, quando in realtà per queste due opere il Comune è mero spettatore e beneficiario, non parte attiva. 
 
Con i suoi 37 chilometri il passante ferroviario dovrebbe cambiare volto, insieme al tram e all’anello, alla mobilità cittadina attraversando tutta Palermo da Brancaccio a Carini. A dicembre era prevista la consegna della galleria di via Belgio. La tratta Belgio-Isola delle Femmine attualmente è interrotta precludendo il transito dei treni da Palermo a Trapani. L’altro tassello importante, come detto, è la galleria Imera all’altezza di vicolo Bernava.
 
E poi c’è la tratta B, realizzata solo per una minima parte. Per realizzare la galleria alla stazione Notarbartolo è stata acquistata la talpa meccanica “Marisol”, un macchinario da 10 milioni di euro, consegnato, collaudato e tuttavia mai entrato in funzione.  Nei prossimi giorni la Sis dovrebbe incontrare l’ente appaltante Rfi per discutere del futuro del passante ferroviario di Palermo. Stamattina dalle 7 alle 9 è in programma al cantiere della Sis un’assemblea sindacale. “Gli operai – affermano Antonino Cirivello e Paolo D’Anca, della Filca Cisl Palermo Trapani – vogliono certezze sulla prosecuzione dei lavori e sono pronti ad azioni di protesta entro il prossimo fine settimana”

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