Referendum, il bicameralismo "anomalo" secondo il centrodestra siciliano - QdS

Referendum, il bicameralismo “anomalo” secondo il centrodestra siciliano

Raffaella Pessina

Referendum, il bicameralismo “anomalo” secondo il centrodestra siciliano

mercoledì 26 Ottobre 2016

Falcone, capogruppo Forza Italia all’Ars: “Non avremo evoluzione e semplificazione, ma solo conflittualità”. Miccichè: “La nostra proposta è quella di un’Assemblea costituente eletta dal popolo”

PALERMO – Manca poco più di un mese alla data in cui i cittadini dovranno esprimersi, attraverso la formula del referendum, se si debba attuare o meno la riforma costituzionale proposta dal premier Renzi. Le opposizioni sono ovviamente per il “No” a cominciare da Renato Schifani di Forza Italia che ha detto come “Con la riforma costituzionale si sta disegnando un ‘mostro’: il nuovo Senato rischia di paralizzare la Camera e di compromettere il rapporto fra Italia e Comunità europea su questioni importantissime. Per non parlare dell’effetto combinato riforma-Italicum, che porterebbe un uomo solo al comando”. Le ragioni del no le ha espresse ieri nel corso di una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni. “Il premier – ha aggiunto Schifani – prima ha politicizzato il referendum e poi ha provato a fare passi indietro: penso alla sua disponibilità a rivedere l’Italicum dopo che proprio sulla legge elettorale aveva posto la fiducia. Gli sforzi di Renzi e il suo tentativo di monopolizzare l’informazione danno la misura della condizione in cui si trova quest’uomo”.
Gianfranco Miccichè, commissario di Forza Italia in Sicilia, ha posto una alternativa: “La nostra proposta è quella di una Assemblea costituente eletta dal popolo e composta da persone competenti – ha detto Miccichè – perché come si è visto in parlamento gli scontri fra maggioranza e opposizione sono stati continui. Le regole non possono essere scritte da un partito solo, anzi in questo caso da mezzo partito perché metà del Pd voterà no”.

Marco Falcone
, capogruppo di Forza Italia all’Ars, ha sottolineato come “Con la riforma costituzionale si passerebbe dal bicameralismo perfetto ad un bicameralismo anomalo, con conflitti di competenza fra Camera e Senato. Insomma non avremmo evoluzione e semplificazione ma conflittualità”. Un fatto è comunque certo: se si farà la riforma gli stipendi dei consiglieri regionali si ridurranno sensibilmente e saranno equiparati a quelli dei sindaci dei capoluoghi di regione: in ballo ci sono circa 3.000 euro netti in meno.

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