Renzi a Palermo: "Più soldi per l'università rispetto al passato" - QdS

Renzi a Palermo: “Più soldi per l’università rispetto al passato”

Gaia Perniciaro

Renzi a Palermo: “Più soldi per l’università rispetto al passato”

mercoledì 26 Ottobre 2016

Il premier a Palermo per l’inaugurazione dell’anno accademico 2016-17

PALERMO – “Un virtuoso momento di crescita dell’Ateneo trova conferma nei dati delle immatricolazioni per l’anno accademico che oggi inauguriamo. Oggi registriamo una straordinaria crescita superiore al 15%. Sarà necessario adesso un grande impegno sulla progettazione dei Corsi di Studio magistrali”, a dichiararlo Fabrizio Micari, Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, che durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2016-17 ha acceso il dibattito soprattutto sui finanziamenti alle Università siciliane da Parte di Sato e Regione. “Il nostro Ateneo – continua Micari – assiste da anni alla contrazione del personale docente, nonché di quello tecnico-amministrativo e bibliotecario. Nel 2008 l’Ateneo contava 2073 professori e ricercatori, oggi 1563. Sulla base della normativa vigente, nel 2016 all’Ateneo è stato consentito un turn-over di poco inferiore al 40%”.
“Abbiamo accettato di buon grado – aggiunge Antonio Romeo, direttore generale dell’Università degli Studi di Palermo – di essere valutati in base ai risultati ottenuti nella didattica e nella ricerca e, da ultimo, in base al costo standard per studente regolare. In questo contesto generale nella ripartizione annuale delle risorse Ffo e punti organico non si tiene conto però delle peculiarità delle aree di riferimento degli atenei del mezzogiorno”.
“Nonostante le numerose eccellenze italiane nel mondo – dichiara Stefano Di Gangi, rappresentante degli Studenti in Senato Accademico – le nostre università e soprattutto quelle del Sud non riescono ad essere il faro dell’Europa. Questo comporta una costante perdita degli investimenti dello Stato nella formazione dei propri giovani che diventano risorse per gli altri Paesi, indebolendo il nostro tessuto socio-economico e culturale”.
“Teniamo presente – sottolinea Alessandro Bruno in rappresentanza dei Precari della Ricerca dell’Università degli Studi di Palermo – che l’erogazione della didattica non sarebbe sostenibile senza i ricercatori a tempo determinato, anche in virtù della diminuzione del numero dei docenti (-22% dal 2008 ad oggi) e i previsti pensionamenti. 120 persone, che diventano 300 considerando borsisti e assegnisti di tipo b”.
“La mancanza di crescita economica che ci affligge da troppo tempo – ricorda Gaetano Miccichè, Presidente di Banca Imi – non mette solo a rischio il benessere che abbiamo raggiunto, ma anche le molte conquiste della nostra società sulle quali è costruito il nostro “contratto sociale”. Occorre pertanto reagire al più presto e i giovani e l’Università hanno un ruolo fondamentale”.
“Noi come Governo – risponde in ultimo Matteo Renzi, presidente del Consiglio dei ministri – stiamo investendo più soldi di tutti quelli precedenti e non sono ancora sufficienti. Aiutateci a buttare giù un provvedimento che semplifichi e liberi l’Università dei vincoli dell’amministrazione, ma siate responsabili delle risorse in modo trasparente, senza alcun elemento di dubbio, di nepotismo e di connivenze con sistemi profondamente sbagliati”.

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