Di patti senza atti si può morire - QdS

Di patti senza atti si può morire

Carlo Alberto Tregua

Di patti senza atti si può morire

mercoledì 26 Ottobre 2016

Regioni ed enti locali facciano il loro dovere

Il presidente del Consiglio, nel suo tour per l’Italia, da Nord a Sud, contempera il sostegno al Sì nel referendum costituzionale con una serie di firme sui Patti fra Governo, Regioni e città, che dovrebbero avere lo scopo di attivare azioni nell’economia, per stimolare la crescita e creare nuova occupazione.
Si tratta di un notevole sforzo sul piano dell’immagine ed anche su quello formale, che dovrebbe trovare riscontro pronto e attivo da parte di tutti quei soggetti istituzionali (Regioni ed Enti locali) che dovrebbero attuarli completamente e nel tempo più breve.
Ed è proprio qui che casca l’asino: il contrasto fra i numerosi e forti input per fare le cose e la lentezza con cui essi vengono trasferiti sul campo.
Si tratta di una vecchia questione. Nel dopoguerra, quando le Istituzioni erano meno presenti e la burocrazia italiana funzionava bene, col forte impulso e la voglia di rinascere, si ricostruì l’Italia.

Da trent’anni a questa parte, invece, lo Stato si è sempre di più inserito nelle maglie dell’economia, sono state istituite le Regioni ordinarie, diventate poi centri di spesa e non di sviluppo, sono state lasciate al loro malfunzionamento le Regioni a Statuto speciale (non tutte) ed è stato riformato il Titolo V della Costituzione inserendo molte materie nel sistema della legislazione concorrente fra Stato e Regione: un vero disastro.
Cosicché, si è creato un marasma a seguito del quale sono state attivate centinaia di controversie davanti alla Corte costituzionale in materia di attribuzione dei compiti, sia da parte del Governo che da parte delle Regioni.
Non foss’altro che per questo fatto, gli italiani dovrebbero votare in massa Sì alla riforma costituzionale, che taglia decisamente questa commistione fra Stato e Regioni. Se essa verrà approvata, finalmente si saprà con chiarezza quali sono i compiti dello Stato e quali quelli delle Regioni.
Peccato che la riforma soggetta a referendum non abbia toccato l’Autonomia delle cinque Regioni speciali, mentre avrebbe dovuto introdurre il principio costituzionale che ove queste non funzionino, il Governo può adottare il cosiddetto potere sostitutivo.
 

Non è possibile che il Servizio Sanitario, detto Nazionale, sia diventato in effetti un Servizio regionale , con la conseguenza che le venti Regioni (in quella del Trentino figurano le due Province Autonome di Trento e Bolzano), adottino regole e criteri diversi con la conseguenza che vi sono Regioni virtuose, ove la Sanità funziona bene e costa poco, e Regioni ove la scarsa capacità dei propri responsabili istituzionali le porta a generare servizi scadenti che costano molto.
Non si può più accettare questa diversità di trattamento dei cittadini italiani: quelli di serie A che vengono serviti bene, quasi tutti nel Centro-Nord e gli altri di serie B che vengono serviti male, quasi tutti nel Centro-Sud.
Come non si può più accettare la differente qualità dei servizi pubblici fra Regioni in materia di rifiuti, ambiente, trasporto pubblico locale, depurazione dei liquami, sviluppo dell’economia, ristrutturazione dei borghi storici, riparazioni dei siti ad alto rischio idrogeologico, e via enumerando.

Siamo stufi di continuare a vivere in una Italia dei figli e figliastri. Siamo stufi, noi siciliani,  di vedere la nostra Isola relegata agli ultimi posti tra le regioni europee. Siamo stufi di sentire tanti parolai che occupano posti di responsabilità senza far seguire azioni concrete.
Ed è proprio qui la questione di fondo: Renzi può firmare altri cento Patti, per il Sud, per il Nord o per il Centro, ed altri mille con le città di tutta Italia, ma questo è solo una enunciazione. Il Governo dovrà occuparsi di fare in modo che, volenti o nolenti, chi ha firmato questi Patti, cioè i responsabili delle Regioni e delle città, li attuino senza tentennamenti e senza infingimenti secondo cronoprogrammi tassativi, che devono essere inseriti on line, in modo che i cittadini possano controllare.
E quando tali responsabili locali non dovessero ottemperare ai loro obblighi, il Governo deve immediatmente attuare il suo potere sostitutivo. 
Insomma, di riffa o di raffa, questa Italia deve essere messa in moto, piaccia o non piaccia a coloro che occupando posti di responsabilità non fanno il proprio dovere.

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