Giuseppe Ruvolo (gruppo Ala): "Dipendenti regionali ricchi in una terra povera" - QdS

Giuseppe Ruvolo (gruppo Ala): “Dipendenti regionali ricchi in una terra povera”

Valeria Arena

Giuseppe Ruvolo (gruppo Ala): “Dipendenti regionali ricchi in una terra povera”

giovedì 27 Ottobre 2016

Il senatore siciliano ha ripreso i contenuti dell’inchiesta del Quotidiano di Sicilia dello scorso 18 ottobre. Nel mirino la retribuzione media, i permessi della legge 104 e i premi di rendimento

PALERMO – Il senatore siciliano del gruppo Ala Giuseppe Ruvolo, nel denunciare i paradossi della nostra Isola, ovvero “un’amministrazione ricca in una terra povera”, ha voluto mettere in risalto, oltre ai dati Istat su precari e disoccupati, che a giugno 2016 erano rispettivamente 62.186 e 386 mila, anche la privilegiata condizione lavorativa e professionale in cui si trovano i dipendenti regionali.
 
Dati alla mano, infatti, il senatore ha elencato i numerosi benefici di cui godono i nostri amministratori, soprattutto in relazione al resto di Italia, dimenticando però di citare la fonte; i contenuti della sua denuncia, così come le cifre dettagliatamente snocciolate, sono stati infatti oggetto di un’inchiesta, interamente dedicata all’“esercito dei 16.341 dipendenti siciliani”, da noi pubblicata lo scorso 18 ottobre 2016, in cui sono stati messi in risalto la differenza sostanziale tra la retribuzione media locale e quella dei dipendenti ministerili, 6 mila euro circa, il record tutto siciliano dei permessi relativi alla legge 104 e il caos relativo ai cosiddetti premi di rendimento. Ruvolo, come da noi denunciato, ha dichiarato che “i dipendenti regionali sembrano vivere da un’altra parte, con uno stipendio che supera di 6 mila euro l’anno quello dei ministeriali. Un esercito di 16.341 persone, di cui 14.139 a tempo indeterminato, esclusi i dirigenti, e premi a pioggia senza alcun criterio che vanno dai 9.000 ai 15.000 euro. Un ‘lusso’ che costa 48 milioni di euro, a tanto ammonta infatti il Famp, il fondo per pagare gli straordinari”. Ha inoltre  aggiunto che “per per espletare i bandi di gara per i fondi europei, di cui le imprese regionali necessiterebbero con urgenza, in Regione servono professionalità esterne. Non basta insomma una forza lavoro già elevata e lautamente retribuita”.
L’invettiva non finisce qui perché il senatore ha voluto evidenziare le anomalie riguardanti il numero dei dipendenti siciliani che hanno usufruito della legge 104, che al 31 dicembre 2015 erano 2.838, quindi il 18% dei regionali contro il 6% registrato in Toscana, come illustrato nella nostra inchiesta, e la difficile condizione economica in cui riversa gran parte della popolazione siciliana. “Come se non bastasse poi – ha proseguito Ruvolo – in Sicilia c’è un utilizzo della legge 104 tre volte più alto della media di tutte le Regioni.
 
Insomma, una situazione già di per sé penosa, con due pesi e due misure tra chi vive nell’amministrazione e gode di agi e chi invece si deve rimboccare le maniche e far fronte alla crisi economica. Una crisi che nel Mezzogiorno ha visto lievitare la povertà, tanto che il 66,6% di chi chiede aiuto nei centri Caritas è italiano e non immigrato e che continua a svuotare i territori con un’altissima percentuale di siciliani che risultano iscritti all’anagrafe dei residenti all’estero. Questi sono dati ufficiali, che si trovano spesso anche sui giornali, è possibile che nessuno si indigni?”.

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