Fallimento Comuni. Accuse alla Regione siciliana - QdS

Fallimento Comuni. Accuse alla Regione siciliana

Raffaella Pessina

Fallimento Comuni. Accuse alla Regione siciliana

martedì 01 Novembre 2016

Grasso (Grande Sud-Pid): “Colpa da dividere con il Governo nazionale”. “Ritardi nell’erogazione di risorse economiche agli Enti locali”

PALERMO – Politica in fermento in Sicilia per le consultazioni del prossimo referendum costituzionale. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) ha incontrato i giornalisti a Misterbianco (Catania), per sostenere le ragioni del No al referendum del 4 dicembre prossimo.
 
“Quei signori che hanno fatto leggi vergognose e che hanno avallato i trattati europei e hanno danneggiato l’agricoltura e le imprese, anche di questa regione – ha ha detto Di Maio in compagnia del deputato M5S all’Ars Giancarlo Cancelleri, che viene dato come papabile candidato dei grillini alla poltrona di Presidente – oggi ci chiedono ancora più potere”. Di Maio si è mostrato critico nei confronti di una eventuale coalizione tra destra e sinistra in vista delle elezioni regionali. “È l’ultimo atto disperato di partiti che non sanno più come fare per arginare il M5S. Già hanno cambiato la legge per i Comuni passando dal 51% al 40% – siete l’unica regione al mondo dove la maggioranza non è più il 50% più uno ma il 40% – e questi atti disperati continueranno provandosi a mettere tutti quanti insieme”. “La Sicilia è una di quelle regioni da cui può partire il riscatto per tante ragioni, sicuramente anche per il No. è una delle regioni che più ha subito i danni di una politica che negli ultimi 20 anni ci ha danneggiato. E adesso quella politica che ci ha già massacrato per 20 anni chiede ancora più potere per continuare a massacrarci. Per questo dobbiamo votare no”.
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano è giunto in questo fine settimana a Palermo, per sostenere invece le ragioni del Sì al referendum costituzionale, anche se ha dovuto interrompere il tour siciliano per raggiungere la Capitale a causa del terremoto in Centro Italia. Durante la sua visita a Palermo ha parlato delle strategie in vista delle prossime elezioni regionali sottolineando che il Nuovo Centrodestra lavorerà “per una candidatura di un soggetto moderato che probabilmente verrà dalla cosiddetta società civile, dal mondo delle professioni, che poi porteremo all’attenzione di tutti”. 
 
Sulle voci di una possibile candidatura, alle prossime elezioni regionali in Sicilia da parte del Pd, del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, ha risposto: “Le nostre percentuali in Sicilia sono tali da potere rendere assolutamente legittimo il fatto di presentare un nostro candidato – ha proseguito – e la richiesta agli altri di aderire alla nostra candidatura, anche perché abbiamo molti nomi in campo da spendere”.
 
Ancora massimo riserbo sui nomi: “Li faremo al momento opportuno”, ha aggiunto. Lo attacca Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana. “Il ministro Angelino Alfano dovrebbe spiegare da che parte sta e cosa intenda per area moderata atteso che da tempo ha abdicato al ruolo di rappresentante di questa area politica scegliendo invece di fare il surrogato del Pd renziano. Quando Alfano immagina pure di candidare un esponente del Ncd alla Presidenza della regione – ha proseguito Figuccia – dovrebbe dire chiaramente che il governo Crocetta che lui sostiene è stato un fallimento, ed anzi farebbe meglio ad annunciare l’uscita dalla coalizione che governa la Sicilia. Altrimenti il ministro Alfano continua solo a fare confusione, rimanendo egli stesso confuso”. Bernardette Grasso (Grande Sud-Pid) è intervenuta invece sulla crisi dei comuni siciliani.
 
“La responsabilità del fallimento dei comuni siciliani è divisa tra il governo regionale e il governo nazionale – ha detto la Grasso dopo la decisione della Regione di imputare parte delle somme che spettano ai comuni, soltanto al prossimo bilancio del 2017. “Bisogna pensare a tutti quei comuni che ancora devono chiudere il bilancio 2016 e che si aspettavano queste somme, adesso come faranno? Inevitabile sarà lo scioglimento degli stessi. Una catastrofe economica e politica le cui motivazioni sono da ricercarsi nei ritardi dell’erogazione di queste somme agli enti locali – è evidente che tutto il Mezzogiorno, e soprattutto i comuni siciliani oggi in grave crisi, non possa reggere e sopportare un processo di riforma contabile così immediato, che doveva invece essere spalmato in più anni”.
 
“La Regione sblocchi immediatamente i trasferimenti relativi agli investimenti e al pagamento degli stipendi per i precari, e rappresenti al governo nazionale la grave crisi che insieme agli altri settori sta travolgendo gli enti locali, oggi gli unici erogatori di servizi ai cittadini – conclude l’esponente forzista”.

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