Etna, un vulcano di opportunità - QdS

Etna, un vulcano di opportunità

Melania Tanteri

Etna, un vulcano di opportunità

giovedì 10 Novembre 2016

All’incontro organizzato dai giovani di Confcommercio presente anche l’assessore regionale al Turismo. Lo sviluppo dovrà essere sostenibile e rispettare gli abitanti e l’ecosistema

CATANIA – Esiste un simbolo che, da solo, rappresenta la Sicilia nel mondo. Un vulcano attivo, il più alto d’Europa, così unico per formazione e caratteristiche, da essere stato iscritto tra i siti patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, ma ancora lontano dal diventare quella fonte economica che potrebbe essere. Lo sanno i giovani imprenditori di Confcommercio che infatti, hanno chiamato a raccolta personalità del mondo politico, accademico e imprenditoriale, proprio per discutere di Etna.
 
Una lunga giornata, divisa per sessioni, durante la quale si è discusso di patrimonio culturale e paesaggistico del sito, ma anche dello stato attuale delle infrastrutture e dei servizi a supporto dell’ospitalità turistica nel territorio, della potenzialità dell’ambiente etneo, di adeguamento sismico attraverso la riqualificazione urbana e architettonica e delle potenzialità economiche del territorio etneo grazie alle eccellenze enogastronomiche destinate all’export.
Lavori intensi, che hanno visto la presenza, tra gli altri, del presidente di Confcommercio Sicilia Pietro Agen, l’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Anthony Barbagallo, e Valentina Palermo, della commissione nazionale Giovani Unesco Catania, l’amministratore delegato di Sac, Nico Torrisi, il presidente dell’Uftaa, Mario Bevacqua, il direttore generale della Ferrovia Circumetnea, Alessandro Di Graziano, il sindaco di Nicolosi, Nino Borzì, e tanti altri.
“Abbiamo organizzato questo incontro – ha spiegato Pietro Ambra, presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio – perché occorre declinare al presente tutto quello che, negli ultimi anni, è stato declinato al futuro. Siamo stanchi – ha aggiunto . di disperdere energie verso chi ancora pensa che la nostra provincia sia a vocazione turistica. La nostra provincia è turistica. Lo è oggettivamente: nel senso che possiede tutto quello che serve per puntare tutto sul settore turistico: arte, storia, cultura, ambiente, cibo, saperi e unicità. È un distributore naturale di Turismo – ha continuato – ed è necessario che si faccia rete per fare in modo che questo brand, l’Etna, sia valorizzato al massimo, potenziando le unicità ed eliminando le storture, politiche, amministrative, ma anche pratiche, che ne limitano il potenziale”.
Uno sviluppo che, però, deve essere sostenibile, nel rispetto assoluto dell’ecosistema, dell’ambiente e delle popolazioni che abitano i fianchi del vulcano, come sottolineato dalla presidente del Parco dell’Etna, Marisa Mazzaglia. “L’Etna, ancor prima di essere destinazione turistica, è luogo in cui vive una popolazione di quasi un milione di abitanti – ha evidenziato la Mazzaglia. È guardando a questa popolazione, ed al Parco che la ospita, che dovremmo immaginare uno sviluppo equo ed equilibrato di questo territorio, uno sviluppo che sappia cogliere le potenzialità dell’Etna Patrimonio dell’Umanità a 360°,  come realtà unica, viva, ricca di storia, arte, cultura.  Ma la vera sfida sarà coniugare sviluppo e natura, fare della “Macroregione Etnea”, straordinaria Isola nell’isola, abbracciata da due fiumi come il Simeto e l’Alcantara, e dal mar Jonio che dalla costa arriva fino alla sua Perla, Taormina, una unica grande Riserva della Biosfera, curando la salubrità del suolo, dell’aria e delle acque, che è la ricchezza principale di questi luoghi, potenziandone l’agricoltura tradizionale ed eroica, che consenta la produzione di prodotti caratterizzati da una incredibile biodiversità, garantendo così anche la salute di chi li usa per la propria alimentazione, prevedendo sistemi di mobilità dolce ed integrata, che sia anche attrattiva e divertente”.
Di accoglienza, strutture e trasporti, oltre che dell’offerta culturale ampliata nell’ultimo anno grazie alle iniziative dell’assessorato, ha parlato Anthony Barbagallo, che si è soffermato sul concetto di destagionalizzazione, e della necessità di portare turisti e visitatori ad alta quota. “Bisogna rilanciare il Villaggio Mareneve e le strutture nei lotti della ricostruzione del 2002 a Linguaglossa – ha detto – interventi che rappresenterebbero una dotazione di 500 posti letto in più sul vulcano”.

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