Solo per il primo invio di 180.000 t si potrà spendere fino a 36 mln €. Tutto tace sugli impianti energetici obbligatori. Spedirli costa fino a 100 € a tonnellata in più rispetto allo smaltimento in Sicilia
PALERMO – Il ritorno in auge del trasferimento dei rifiuti testimonia la prosecuzione di un’emergenza che continua a riversarsi nella quotidianità, prospettando una situazione sempre meno gestibile. Un caos sbocciato per il duplice effetto del fallimento dell’ordinanza del 7 giugno, che aveva previsto un preciso cronoprogramma concordato col ministero (disatteso in larga parte) e per l’allarme sull’esaurimento delle discariche (“sei mesi di autonomia per i siti siciliani” secondo quanto riferito da Galletti il 27 settembre in audizione alla Commissione ambiente). La Regione avrebbe nuovamente aperto la porta all’invio fuori dai propri confini e starebbe addirittura definendo i bandi per esportare almeno 180mila tonnellate, secondo quanto anticipato da Repubblica all’inizio di novembre. Considerando che la Sicilia produce 2,2 milioni di tonnellate all’anno, si tratterebbe di circa l’8% del totale.
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