Ars, taglio indennità da 11.100 a 7.000 di euro - QdS

Ars, taglio indennità da 11.100 a 7.000 di euro

Raffaella Pessina

Ars, taglio indennità da 11.100 a 7.000 di euro

venerdì 18 Novembre 2016

Lo propone un emendamento del M5S all’assestamento di Bilancio. 4,5 mln di risparmio l’anno da utilizzare a favore degli inoccupati

PALERMO – Rinviati alla prossima settimana  i lavori del Parlamento regionale a causa della quasi totale assenza della maggioranza che ha impedito di procedere sul Ddl per la variazione di denominazione dei comuni termali.
L’esame è stato rinviato al prossimo martedì dal presidente vicario Antonio Venturino che ha preso atto dell’assenza dei parlamentari molti dei quali erano assenti per accompagnare nella sua visita a Palermo e provincia il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Accese le proteste delle opposizioni di cui abbiamo già riferito: “Oggi il Pd intero è assente per fare campagna referendaria, in Aula non c’è nessuno – ha detto Totò Cordaro, capogruppo di Cantiere popolare – state facendo campagna per il Sì con il premier a Palermo, ma per questa inesistente maggioranza si vede ormai da mesi che ci sono cose più importanti del fare leggi per i siciliani”.
Critica anche Angela Foti (M5s): “Ogni volta che l’Ars si riunisce si affrontano costi enormi, quando non si lavora questi soldi sono sprecati invano, l’ufficio di presidenza prenda provvedimenti contro questo continuo assenteismo della maggioranza, veniamo ormai qui a fare i figuranti è davvero mortificante”.
La seduta è stata rinviata a martedì 22 novembre alle 16. Oltre alla manovra di assestamento, tra le priorità vi sarà l’esame del Codice etico e del Ddl sulla panificazione rinviato in commissione.
Con un emendamento all’assestamento di bilancio, a firma di Giancarlo Cancelleri che individua la copertura finanziaria nel taglio agli stipendi dei deputati all’Ars, il Movimento cinquestelle vorrebbe dare l’esenzione del ticket agli inoccupati. All’emendamento è stato dato il titolo: “Norma di contrasto alla casta ed in favore del popolo” e prevede una robusta sforbiciata alle pesanti buste paga dei deputati che vedrebbero ridotti i loro emolumenti mensili da 11.100 euro lordi a 7.000 euro lordi. “Con il taglio degli stipendi degli ‘onorevoli’ siciliani – dice Cancelleri – riusciremmo a risparmiare quasi 4 milioni e mezzo di euro all’anno, questo ci permetterebbe di raggiungere due obiettivi, il primo quello di riuscire a dare la possibilità a tutti coloro che non hanno mai avuto un lavoro di poter accedere alle cure sanitarie in maniera gratuita, ed il secondo, non meno importante, quello di far vedere ai cittadini che la politica sa rinunciare ad un insopportabile privilegio per fare del bene al popolo”.
Sul fronte del referendum costituzionale si registra una dichiarazione del presentatore Crocetta che, intervistato nel corso di una trasmissione radiofonica ha detto che voterà sì al referendum: “Il mio è un sì che vale doppio – ha detto Crocetta – potenzialmente ero uno che poteva votare no perchè ero contro l’Italicum, ma dopo le rassicurazioni di Renzi…”. Secondo il premier l’arcivescovo di Catania gli avrebbe detto che Sant’Agata fa il tifo per il sì. “Sant’Agata non la mischio con il referendum – ha detto Crocetta – Il vescovo non deve scherzare coi santi, in questo caso ha sbagliato, il No non è tanto legato alla questione referendaria ma più al disagio: se diventa un referendum sulle questioni sociali e sulla povertà, è evidente che al Sud è più facile che si voti no”.

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