Avviso 8, ancora troppi i dubbi - QdS

Avviso 8, ancora troppi i dubbi

Michele Giuliano

Avviso 8, ancora troppi i dubbi

sabato 19 Novembre 2016

Entro la fine di questo mese dovrebbe arrivare la graduatoria definitiva degli enti finanziati. Ci sono forti pressioni per far ritirare tutto, perplessità sull’accordo con i sindacati

PALERMO – Ancora sulla graticola, ancora senza notizie. Il mondo della formazione professionale in Sicilia rimane in attesa della fatidica graduatoria definitiva dei progetti presentati per l’Avviso 8.
Enti, sindacati, parti politiche, e soprattutto i lavoratori, in migliaia rimasti senza lavoro, aspettano con ansia la pubblicazione di quello che, in forma provvisoria, ha causato un vero terremoto per il comparto, che ha visto rimanere fuori dai giochi i cosiddetti “enti storici”, e quasi 5 mila lavoratori, su un totale di 8 mila.
Entro la fine di questo mese di novembre è prevista la pubblicazione dell’elenco che dovrebbe mettere a tacere una volta e per tutte le polemiche, tante, esplose in queste settimane, e finalmente permettere, in un modo o nell’altro, l’avvio delle attività rimandate da mesi. I dubbi rimangono, però, e c’è chi addirittura si batte per il ritiro per intero dell’avviso.
“L’Avviso 8 della formazione professionale, varato dall’assessore Bruno Marziano, va bloccato per le criticità dimostrate, ma al contempo va elaborata una proposta a tutela dei lavoratori che rischierebbero di restare senza retribuzione e senza nessuna copertura economica per almeno un altro anno” afferma Vincenzo Figuccia, vice capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana. “è necessario che si attivino subito meccanismi che consentano di capire chi si trova dentro l’albo della formazione – aggiunge – eliminando da questo i lavoratori che sono già in pensione e i lavoratori a partita Iva. Sarebbe opportuno identificare, pure, quanti siano i lavoratori che possono sfruttare l’anticipo pensionistico (Ape) e i lavoratori  che possono essere accompagnati alla pensione, cioè quelli nati nel 1954, 1955 e 1957”.
Ma non basta, l’intero settore ha bisogno che vengano individuate strade che permettano di salvare il personale dal licenziamento. “Per tutti i lavoratori appartenenti all’albo aggiornato – dice ancora Figuccia – va garantita una copertura attraverso il fondo di garanzia o misure di aggiornamento e riqualificazione. Sarebbe assurdo se ancora una volta dovessero essere i lavoratori a pagare il prezzo della cattiva gestione, perpetuata dal governo Crocetta. Voglio ricordare che la legge regionale 24 è ancora vigente e deve essere rifinanziata magari attraverso il cofinanziamento con i fondi europei”.
Anche i sindacati fanno sentire la loro voce a favore del personale a rischio, dopo magari decenni di lavoro. “Quello che più ci preoccupa è – dice Antonino Spallino, del sindacato Uslal – la sorte dei quasi cinquemila operatori già licenziati o inoccupati che resterebbero ancora una volta fuori da ogni possibilità di impiego. Di questo argomento il governo regionale continua imperterrito a prospettare soluzioni che sono inefficaci a fronteggiare l’emergenza. Diciamo sì ai prepensionamenti, diciamo sì alle uscite incentivate e ad ogni altra proposta che possa fare uscire il sistema dalla grave crisi che l’attanaglia”.
La necessità si palesa in attività immediate che diano respiro a migliaia di famiglie ormai senza stipendio da un anno almeno. “Quello che chiediamo al governo regionale – aggiunge Spallino – è un intervento immediato e straordinario che possa alleviare le sofferenze degli operatori che da più di un anno sono senza stipendio e senza ammortizzatori sociali. Facciamo appello al presidente Rosario Crocetta, agli assessori regionali Marziano e Miccichè e alle forze politiche presenti all’Ars affinché intervengano con l’urgenza del caso per avviare un nuovo percorso virtuoso che possa portare il sistema formativo regionale fuori dall’attuale crisi”.
Michele Giuliano

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