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In futuro le infezioni si cureranno utilizzando i batteri predatori

Adriano Agatino Zuccaro

In futuro le infezioni si cureranno utilizzando i batteri predatori

giovedì 24 Novembre 2016

Resistenza agli antibiotici: problema biologico causato dalle mutazioni genetiche dei batteri. Nei prossimi anni la ricerca potrà offrire nuovi metodi di cura più incisivi

ROMA – Si è conclusa la settimana mondiale per l’uso prudente degli antibiotici (14 – 20 novembre 2016); Antibiotici: “Maneggiare con cura” è il titolo della campagna informativa organizzata dall’Organizzazione mondiale della sanità.
“La resistenza agli antibiotici rappresenta un fenomeno naturale biologico causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri.
Tuttavia, un uso eccessivo e l’abuso di tali agenti in medicina veterinaria, così come nell’agricoltura, può essere considerato una delle cause dello sviluppo e della diffusione di microrganismi resistenti alla loro azione e, quindi, della loro perdita di efficacia”.
Lo spiega il ministero della Salute che, sul sito ufficiale, invita i cittadini ad un uso razionale e responsabile degli antibiotici per il contenimento degli attuali livelli di diffusione e per la riduzione al minimo dei rischi per la salute umana ed animale derivanti da tale fenomeno.
Secondo l’ultimo sondaggio di Eurobarometro condotto dalla Commissione europea sul tema, meno della metà degli intervistati europei (43%) sa che gli antibiotici sono inefficaci contro i virus (percentuale che scende al 28% negli italiani) e per quanto concerne il settore veterinario, meno del 40% degli intervistati è a conoscenza che l’impiego degli antibiotici per la promozione della crescita negli animali è proibito nell’Unione europea dal 2006.
La European Antibiotic Awareness Day (18 November) e la citata World Antibiotic Awareness Week (14-20 November 2016) rappresentano iniziative volte ad accrescere la conoscenza e la consapevolezza del fenomeno della resistenza antimicrobica, dei rischi da esso derivanti e dell’uso prudente.
Per l’occasione, l’Organizzazione mondiale della sanità animale (Oie) ha predisposto specifici strumenti di comunicazione. L’Oie precisa che gli antibiotici sono essenziali per tutelare la salute umana e animale e il benessere degli animali e garantendo un uso responsabile e prudente di questi farmaci preziosi attraverso l’applicazione degli standard intergovernativi possiamo continuare a preservare la loro efficacia.
Servono azioni coordinate tra i settori della sanità pubblica, della sanità animale e dell’ambiente; i veterinari sono, naturalmente, parte della soluzione, scrive l’Organizzazione. Sul sito del ministero della salute sono disponibili materiali d’approfondimento rivolti a veterinari e cittadini.
Le campagne informative e di sensibilizzazione, però, da sole potrebbero non essere sufficienti. Quello dell’antibiotico resiste è in effetti uno dei pericoli sanitari più gravi che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni. Il rischio, spiegano gli esperti, è di trovarci presto in un’era “post antibiotica” in cui anche le più piccole infezioni, un tempo curabili, potrebbero portare alla morte. Lo scrive Marta Musso in un articolo apparso su Repubblica.it che cita un interessante studio dei ricercatori della Rutgers School of Dental Medicine. Gli scienziati stanno cercando di sviluppare nuovi farmaci e trattamenti innovativi con cui contrastare questi microorganismi.
 
“I batteri predatori sono uno dei nuovi approcci terapeutici che stiamo iniziando a prendere in considerazione”, spiega l’autore dello studio Daniel Kadouri. “Quando si avrà un paziente con un’infezione grave, gli antibiotici non saranno efficaci perché la carica batterica è troppo alta”, chiarisce Kadouri.”La nostra idea, quindi, sarebbe di colpire l’infezione con i batteri predatori per diminuirne l’intensità, e solo in seguito utilizzare gli antibiotici o, se possibile, lasciare che sia direttamente il sistema immunitario a concludere il lavoro”.
Gli studi proseguono e la speranza è che i batteri predatori si rivelino un’arma in più in grado di migliorare l’efficacia delle terapie attualmente esistenti.

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