E-commerce: i ritardi italiani e il dominio delle aziende Ue - QdS

E-commerce: i ritardi italiani e il dominio delle aziende Ue

redazione

E-commerce: i ritardi italiani e il dominio delle aziende Ue

venerdì 25 Novembre 2016

Dati siciliani scoraggianti: il 70% di chi fa acquisti non ha mai comprato online

L’e-commerce in Italia si è ormai affermato come un canale di vendita e di distribuzione particolarmente promettente e ricco di opportunità. Secondo i dati diffusi da una recente ricerca di mercato condotta da Casaleggio associati, nel 2015 l’e-commerce ha avuto in Italia una crescita del 19%, registrando un fatturato pari a 29 miliardi di euro. Inoltre, secondo le stime di Confesercenti nel 2016 le imprese attive nel commercio su internet in Italia sono circa 16.000, il 165,4 % in più rispetto al 2009, e raggiungeranno le 50.000 unità entro il 2025.
Ciò che deve fare riflettere è però il paradosso che si insinua dietro questi numeri così incoraggianti. Perché se da un lato assistiamo a crescita esponenziale del fatturato della vendita online, con una stima per il 2016 di una spesa media per abitante di 300 euro, dall’altro lato il mondo del commercio elettronico in Italia è dominato principalmente da operatori esteri e dai grandi marketplace internazionali, mentre le imprese italiane con vendita online risultano essere appena 40.000, contro le 800.000 del resto d’Europa. 
Le cause di questo ritardo sono molteplici e partono principalmente dal tardivo sviluppo del sistema digitale in Italia. Tutti i maggiori sistemi di e-commerce sono nati in paesi con livelli di investimento in Ricerca e Sviluppo molto elevati e con competenze digitali avanzate. Inoltre un grosso deterrente alla sviluppo del commercio elettronico in Italia è dato anche dal contesto fiscale in vigore, che è particolarmente disincentivante per le imprese.
In questo contesto la Sicilia avanza ancora più lentamente: nell’Isola il 70% di chi fa acquisti non ha mai comprato online, contro il 57,4% del resto d’Italia. Inoltre nel 2015 l’e-commerce ha segnato solo il 3% del prodotto interno lordo, contro il 6,6% della media nazionale.  La provincia siciliana più attiva nel commercio elettronico è quella di Catania: su 2.237 imprese siciliane attive, 548 sono catanesi. 
Le imprese dimostrano comunque tanta voglia di fare e di avere compreso quanto l’e-commerce rappresenti un’opportunità di sviluppo immancabile, perché permette di estendere il proprio mercato dal tradizionale territorio a una clientela potenziale che comprende non solo il territorio nazionale, ma anche quello europeo e mondiale.  Lo sviluppo del commercio elettronico però non può realizzarsi con la sola volontà degli imprenditori: è necessario che enti e organi statali si rendano conto di quanto l’e-commerce sia diventato fondamentale per l’economia del Paese, soprattutto nei settori dove il Made in Italy e la tipicità locale rappresentano un valore aggiunto.

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